Papa Francesco

“Le ‘pensioni d’oro’ sono un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perche’ fanno si’ che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni”. Lo ha detto il Papa in udienza ai delegati della Cisl, ricevuti in occasione del congresso nazionale e guidati dal segretario generale Annamaria Furlan. Il Papa ha detto che e’ “urgente un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi e’ nell’ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare”. Ed ha aggiunto: “Nelle nostre societa’ capitalistiche avanzate il sindacato rischia di smarrire la sua natura profetica, e diventare troppo simile alle istituzioni e ai poteri che invece dovrebbe criticare, alla politica, o meglio, ai partiti politici, al loro linguaggio, al loro stile”.

Papa Francesco riceve questa mattina in udienza il nunzio apostolico in Venezuela, mons. Aldo Giordano, per discutere con lui della crisi politica del paese. Nelle scorse settimane il Papa ha ricevuto i vertici della conferenza episcopale venezuelana, mentre il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, predecessore di Giordano a Caracas, ha ricevuto due esponenti dell’opposizione al Presidente Nicolas Maduro, due ex capi di Stato latino-americani impegnati in una mediazione politica nel quadro della cosiddetta “Iniciativa democratica para Espana y America” (Idea) ed ha a più riprese indicato a nome del Papa che per la Santa Sede le elezioni democratiche sono ormai la condizione per una ripresa del dialogo tra Governo e opposizioni, dialogo al quale i rappresentanti del Pontefice hanno partecipato nei mesi scorsi in qualità di facilitatori.

“Andare in missione non e’ fare turismo”, lo ha detto oggi il Papa all’Angelus. “Gesu’ – ha ricordato Francesco – dopo aver chiamato e inviato in missione i suoi discepoli, li istruisce e li prepara ad affrontare le prove e le persecuzioni che dovranno incontrare”. Così li esorta: “Non abbiate paura degli uomini, poiche’ nulla vi e’ di nascosto che non sara’ svelato. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima”.Ha continuato il Pontefice: i discepoli “devono mettere in conto sia la possibilita’ del rifiuto, sia quella della persecuzione. Questo spaventa un po’ ma è la verità”. Ed ha sottolineato: “Non dimenticate questa parola, mai. Non abbiate paura”.

L’intenzione di papa Francesco di scomunicare mafiosi e corrotti “e’ un fatto rivoluzionario che ha un significato politico, non solo religioso e giuridico”: lo ha sottolineato il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, che in un’intervista a Repubblica ha sottolineato che “da oggi in poi, sara’ difficile fare finta di niente per quelli che, pur professandosi cattolici, continuano a muoversi con disinvoltura all’interno di meccanismi corruttivi”. Per Cantone “e’ chiaro che si tratta essenzialmente di una questione religiosa, pero’ l’iniziativa del Papa ha il grande pregio di rappresentare un’indicazione morale fortissima per chi e’ cattolico”. L’iniziativa quindi “puo’ avere anche effetti pratici” perche’ “non solo nel mondo della politica, ma anche in quello dell’economia e della finanza ci sono persone che si professano cattoliche eppure non sono estranee ai circuiti di corruzione”, ha osservato Cantone, “ora non potranno piu’ ignorare la linea tracciata dal Papa”. Il numero uno dell’Anac ha ricordato che “questo Papa ha sempre battuto con forza sul tasto della corruzione, ne ha parlato in tutte le occasioni possibili, spingendosi ad un’affermazione ancor piu’ eclatante della celebre “la corruzione spuzza” di Scampia: una volta ha detto che il peccato si puo’ perdonare, la corruzione no”.

“Il governo vuole presentare il Papa come un amico del governo e invece presentare noi come avversari del governo. Al contrario, noi stiamo nel popolo venezuelano che sta soffrendo molto, siamo molto uniti al Santo Padre e vogliamo respingere questa manipolazione che il governo ha voluto fare”. Lo afferma il cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, alla vigilia dell’udienza straordinaria che domani Papa Francesco concede domani ai vertici della conferenza episcopale venezuelana per parlare della crisi del paese. La proposta che si fa è proprio quella di arrivare a una negoziazione che porti a delle elezioni, a ricevere aiuti umanitari, alla liberazione dei prigionieri politici. È questo quello che chiede l’opposizione e questo è anche quello che chiede la Chiesa. “Queste proposte – afferma il porporato ai microfoni della Radio vaticana – sono state fatte dal cardinale segretario di Stato Parolin in una sua lettera del 2 dicembre 2016, e sono le vie di uscita da questa situazione politica. Il governo deve capire che queste sono le cose che si devono fare per risolvere la crisi politica che abbiamo in questo momento”. “Noi – ha detto l’arcivescovo di Caracas – vogliamo incontrare il Santo Padre che ha mostrato un grande interesse, una grande preoccupazione, un grande amore per il Venezuela in questa situazione difficile, di crisi umanitaria, economica, sociale e politica, come anche il Santo Padre ha detto. E ascoltare pure i suoi consigli per un lavoro ecclesiale molto più efficace in mezzo a questa terribile situazione che stiamo vivendo”.

“Quella sul reddito e’ stata una tematica nuova, almeno per come suona, nel magistero di Papa Francesco. Un reddito di sopravvivenza non sarebbe conforme alla dignita’ della persona, che non puo’ vivere da assistito”. Lo ha detto alla trasmissione “Stanze Vaticane” di Tgcom24, il Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente dei vescovi Europei all’indomani della visita di Papa Francesco nel capoluogo ligure. “Al di la’ delle varie forme di reddito proposte”, ha detto porporato, “il richiamo fondamentale che il Papa ha fatto in modo chiaro, distinto e reale e’ che anche un Paese, una societa’, dove per ipotesi tutti avessero assicurato un reddito di sopravvivenza, ma anche di un certo tenore di vita, non sarebbe conforme alla dignita’ della persona, che non puo’ vivere da assistita, deve vivere con il proprio lavoro per avere la dignita’ di guadagnarsi il pane per se’ e per la propria famiglia, e per poter realizzare se stesso”. “Questo e’ un principio molto importante che deve illuminare seriamente la politica presente e futura” ha concluso Bagnasco.

“Abbiamo un G7 che stenta a fare comunicati e un Papa che risponde tranquillo a tutte le domande. Sembra essere quasi lui che parla col mondo. Mi e’ sembrato un paradosso, ma non tanto, di quello che sta avvenendo”. Cosi’ Romano Prodi intervenendo stamattina nel corso dello “Speciale Gr1 – Visita del Papa a Genova e G7 di Taormina”. In particolare, sulle parole del Papa, Prodi ha sottolineato: “Francesco ha ribadito piu’ volte che il vero imprenditore e’ un lavoratore che ama l’impresa e ha messo in rilievo, invece, la fredda azione degli speculatori che utilizzano l’economia ma non la portano avanti. Questo e’ stato il senso: l’investitore investe, costruisce, ci mette del proprio, lo speculatore sfrutta”. Infine, tornando ai lavori del G7, Prodi ha concluso: “Abbiamo bisogno di fare in Europa una politica per il Mediterraneo e per l’Africa. Farla noi, perche’ non la puo’ fare nessun altro. Ieri qui in Sicilia, abbiamo parlato di fare universita’ miste, nord e sud del Mediterraneo, con studenti e professori del nord e del sud. L’Europa non puo’ non fare queste cose, in un momento drammatico. O rimettiamo il Mediterraneo al centro del mondo oppure il problema dei migranti potra’ esser interrotto, ma mai risolto. Questa e’ la riflessione operativa che noi dobbiamo fare a commento del G7”.

Il cardinale Gualtiero Bassetti è il nuovo presidente della Cei. Lo ha annunciato il cardinale Angelo Bagnasco al termine della messa di questa mattina. Bassetti era il primo nome nella terna proposta al Papa dai vescovi italiani. “Intendo lavorare insieme con tutti i Vescovi, grato per la fiducia che mi hanno assicurato” è stato il primo commento del cardinale dopo la nomina. “Il Papa – ha proseguito – ci ha raccomandato di condividere tempo, ascolto, creatività e consolazione”. Nell’apprendere la notizia della nomina, “il mio primo pensiero riconoscente va al Santo Padre per il coraggio che ha mostrato nell’affidarmi questa responsabilità al crepuscolo della mia vita. È davvero un segno che crede alla capacità dei vecchi di sognare…”. La cosa che mi ha dato grande gioia, in questo momento in cui è avvenuto qualcosa che è superiore alle mie forze, è stata una telefonata affettuosa dei ragazzi di Mondo X di Padre Eligio, che mi hanno detto: “Continua ad essere un papà per noi”, ha raccontato.

Papa Francesco ha condannato la “crudeltà” contro i migranti; ha auspicato che “da Lesbo e Lampedusa” un po’ di solidarietà “salisse verso l’alto”, ha lodato l’accoglienza di “Italia e Grecia”, “ma poi i trattati internazionali non li lasciano”, sperando che “questa solidarietà possa contagiare un po’ il mondo”. Ha detto che se ogni famiglia italiana accogliesse “due profughi”, il problema sarebbe risolto, e che l’Italia non fa figli: non accogliere e non fare figli “è un suicidio”. Pontefice cita cristiana sgozzata davanti marito islamico – “Vorrei oggi aggiungere una icona di più in questa chiesa, – ha detto il Papa a S.Bartolomeo – una donna, no so il nome, ma ci guarda dal cielo, ero a Lesbo, salutavo, i rifugiati, e ho trovato un uomo trentenne, tre bambini, mi ha guardato, e mi ha detto, ‘padre io sono musulmano, mia moglie era cristiana, nel nostro paese sono venuti i terroristi ci hanno chiesto la fede, hanno visto lei con il crocifisso, hanno chiesto di buttarlo, lei non lo ha fatto, e l’hanno sgozzata davanti a me, ci amavamo tanto”. “Chiesa ha bisogno di santi e martiri di tutti i giorni” – “Quante volte, in momenti difficili della storia, si è sentito dire: ‘Oggi la patria ha bisogno di eroi’. Allo stesso modo ci si può chiedere: ‘Di che cosa ha bisogno oggi la Chiesa?’. Di martiri, di testimoni, cioè dei santi di tutti i giorni, perché la chiesa la portano avanti i santi, senza i santi la Chiesa non può andare avanti, ha bisogno di santi, quelli della vita ordinaria, portata avanti con coerenza; ma anche di coloro che hanno il coraggio di accettare la grazia di essere testimoni fino alla fine, fino alla morte. Tutti costoro sono il sangue vivo della Chiesa”. Lo ha detto il Papa nella liturgia per i “nuovi martiri”, che celebra nella chiesa di San Bartolomeo all’Isola, affidata da papa Wojtyla alla Comunità di Sant’Egidio proprio per il ricordo dei martiri contemporanei. “Sono i testimoni che portano avanti la Chiesa; – ha detto ancora papa Francesco – quelli che attestano che Gesù è risorto, che Gesù è vivo, e lo attestano con la coerenza di vita e con la forza dello Spirito Santo che hanno ricevuto in dono”. Il Papa è stato nella chiesa di San Bartolomeo all’Isola per il rito in memoria dei “nuovi martiri” che ha celebrato con la Comunità di San’Egidio, cui è affidata la chiesa sull’isola Tiberina.

Nel volto delle donne al sepolcro di Gesù “possiamo trovare i volti di tante madri e nonne, il volto di bambini e giovani che sopportano il peso e il dolore di tanta disumana ingiustizia. Vediamo riflessi in loro i volti di tutti quelli che, camminando per la città, sentono il dolore della miseria, il dolore per lo sfruttamento e la tratta. In loro vediamo anche i volti di coloro che sperimentano il disprezzo perché sono immigrati, orfani di patria, di casa, di famiglia”. Così papa Francesco nell’omelia della veglia pasquale. Corruzione e vana burocrazia crocifiggono dignità – I volti delle donne al sepolcro di Gesù crocifisso “riflettono il volto di donne, di madri che piangono vedendo che la vita dei loro figli resta sepolta sotto il peso della corruzione che sottrae diritti e infrange tante aspirazioni, sotto l’egoismo quotidiano che crocifigge e seppellisce la speranza di molti, sotto la burocrazia paralizzante e sterile che non permette che le cose cambino. Nel loro dolore, esse hanno il volto di tutti quelli che, camminando per la città, vedono crocifissa la dignità”. Così il Papa.