Bruxelles

L’accordo con il governo italiano sulla manovra “è la vittoria del dialogo politico, che la Commissione ha sempre privilegiato rispetto allo scontro. Taluni forse avrebbero voluto una crisi: noi volevamo una soluzione. Taluni avrebbero voluto dipingere l’Europa e la Commissione come tecnocrati: noi, al contrario, volevamo dimostrare di essere in grado di dare delle risposte”. Lo sottolinea il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici, a Bruxelles al termine del collegio dei commissari. “Abbiamo condotto delle discussioni politiche – continua Moscovici – al livello più alto a Roma, a Bruxelles e a Buenos Aires, con il primo ministro Giuseppe Conte, che presenta questo accordo in parallelo al Senato, con il ministro Giovanni Tria, con gli attori economici del Paese. Si è aperto un dibattito: abbiamo confrontato le cifre e alla fine siamo arrivati a convergere su dei parametri comuni. Questo ha richiesto tempo e molta energia”. “Ma credo – prosegue Moscovici – che l’intelligenza e il senso dell’interesse generale, sia dell’Ue che dell’Italia, hanno prevalso e permettete che ne sia contento. Gli Stati membri hanno apprezzato l’impegno della Commissione a rispettare il patto e a farlo rispettare”. ‘Regole funzionano meglio se dissuadono e non puniscono – E la Commissione Europea, prosegue Moscovici, “ha apprezzato il sostegno che gli Stati ci hanno dato. Oggi abbiamo gli elementi per evitare l’apertura di una procedura per deficit eccessivo sulla base del debito”. “L’accordo – aggiunge Moscovici – dimostra anche che le nostre regole funzionano: la mia convinzione è che le regole funzionano meglio quando sono applicate in modo costruttivo e non in una logica disciplinare, quando sono dissuasive e non punitive, quando sono flessibili e intelligenti e non rigide e meccaniche. Oggi, una volta di più, dimostriamo che le nostre regole sono compatibili con le scelte democratiche e con i cambiamenti politici che non dobbiamo giudicare”. Il cammino fatto è molto importante: il governo proponeva di alzare il deficit strutturale in misura senza precedenti. Oggi il deterioramento è zero, cosa che dimostra che il dialogo” è servito, conclude Moscovici.

Migliorare i sistemi produttivi per rafforzare la fiducia nella ‘casa europea’. Questa la visione che la Confindustria italiana e quella tedesca Bdi hanno portato al Parlamento di Bruxelles in un dibattito sul futuro della politica di coesione dopo la Brexit.
Per le associazioni degli imprenditori dei due Paesi la fiducia nel progetto europeo potra’ essere rafforzato attraverso azioni di rilancio della competitivita’ dei sistemi produttivi, con un migliore impiego dei fondi della Politica di Coesione, con l’incremento tra l’altro degli investimenti e il maggior sostegno alle imprese. Ai colloqui con Confindustria e Bdi si e’ aggiunta la scorsa settimana anche la Confindustria francese.

L’ex presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e’ stato rinviato a giudizio per diffamazione nei confronti del giornalista Gregorio Arena, che faceva parte dell’ufficio stampa dell’Ente e l’ex governatore aveva accusato di ‘assenteismo’. La decisione, resa nota dal legale del giornalista, l’avvocato Giuseppe Lipera, e’ arrivata dal gup di Catania dopo l’udienza preliminare. Il giornalista Gregorio Arena si e’ costituito parte civile. Il legale di Crocetta, l’avvocato Floriana Cucuzza, aveva sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale, rigettata dal gup del Tribunale etneo. La prima udienza del processo si terra’ il prossimo 18 ottobre, davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Catania. Al centro del processo le dichiarazioni dell’ex presidente, Rosario Crocetta, durante la sua partecipazione alla trasmissione l”Arena’, su RaiUno, il 18 novembre 2012. In Tv l’ex governatore, cosi’ come emerge dagli atti dell’inchiesta, avrebbe detto: “Facevo l’europarlamentare e ogni mese andavo a controllare gli uffici di Bruxelles della Regione Sicilia… e di questo giornalista, di cui intendevo avvalermi qualche volta non c’e’ mai stata traccia. Qualche volta telefonavo, per cui questo gli veniva pagato il doppio salario… per non andare un solo giorno a Bruxelles”. Ed ancora l’ex presidente della Regione Siciliana, scrive la Procura, avrebbe aggiunto: “Il contratto sindacale di uno che non va mai a Bruxelles e riceve 12.000 euro di stipendio? Sarebbe ai limiti della truffa. Ringrazi il Signore che non vado in Procura”. L’inchiesta e’ stata avviata dopo una denuncia querela presentata il 12 gennaio del 2013 da Gregorio Arena ai carabinieri. La richiesta di rinvio a giudizio della Procura, diretta da Carmelo Zuccaro, e’ stata firmata dall’aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Angelo Brugaletta.

Migliore spot per gli euroscettici non poteva essere organizzato e soprattutto gratis. Si, perché l’assegnazione alla città di Amsterdan dell’Ema, l’agenzia europea per il farmaco costretta a lasciare Londra per effetto della Brexit, oltre ad avere il sapore della beffa per la città di Milano -molto più titolata e con requisiti appositi per ospitarla – a causa della modalità di assegnazione, ossia per sorteggio, la dice tutta sul grado di efficienza e di meritocrazia che sovrintende le scelte di Bruxelles. Appare ridicolo che una scelta cosi importante per le ricadute che ha, sia stata presa dalla sorte e non da chi é pagato per assumersene la responsabilità. Gli euroscettici segnano un punto a loro favore: la credibilità di Bruxelles e dell’Unione europea é ai minimi. Con l’affaire Ema é scesa ancora di più.

“Fortunatamente, sia a Bruxelles sia a Parigi gli attentati non sono andati a segno. Evidentemente l’operatività, la capacità di reagire delle forze dell’ordine belghe e francesi sono superiori a quelle di qualche tempo fa. E anche gli attentatori commettono errori, tanto che alla fine l’unica vittima è stato l’autore stesso del tentativo di strage”. Lo ha detto Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo, intervenendo in diretta a Voci del Mattino su Radio1 Rai.

L’attacco terroristico fallito ieri sera alla stazione centrale di Bruxelles non avrebbe causato nessun ferito civile secondo quanto ha reso noto l’ufficio della procura belga. L’attentatore è stato ucciso dai militari dopo aver provocato un’esplosione alla stazione. Secondo i media locali, avrebbe gridato Allah Akbar. L’uomo indossava una cintura esplosiva ed uno zaino e aveva una bomba piena di chiodi, per causare il piu’ alto numero possibile di vittime. A rivelarlo è la radiotelevisione fiamminga VRT, dopo che il ministro dell’Interno belga ha detto che l’uomo, la cui identita’ e’ gia’ nota ma non e’ stata rivelata, “voleva far esplodere una potente bomba, ma alla fine c’e’ stata solo una piccola esplosione”. Ha sottolineato il ministro: “Grazie alla risposta rapida, i militari hanno impedito un atto di grande portata”

Oggi a Bruxelles si svolge il primo vertice dei 28 capi di di Stato e di governo della Nato. Sarà il primo incontro a cui parteciperanno il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e della Francia, Emmanuel Macron. E sarà anche la prima riunione nella nuova sede dell’Alleanza costruita nel quartiere di Evere. L’agenda dei lavori, prevede tra l’altro, l’inaugurazione di due memoriali nel nuovo quartier generale: il primo, da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel, dedicato alla caduta del muro di Berlino nel 1989; il secondo, da parte di Trump, dedicato al World Trade Center distrutto dagli attentati terroristici dell’11 settembre 2001. Nella vecchia sede si svolgeranno le conferenze stampa del Segretario Generale Jens Stoltenberg, prevista alle 21, e dei capi di Stato e di governo, tra i quali l’italiano Paolo Gentiloni. In discussione c’è anche la possibilità che l’Alleanza partecipi alla Coalizione anti Isis. Ci sarà anche un’aquila addestrata per abbattere droni a vigilare sulla sicurezza del vertice della Nato. Si tratta di un’aquila di mare ‘testabianca’ della polizia olandese, che lo scorso anno era stata chiamata a sviluppare l’idea di utilizzare rapaci contro i droni.

“Credere nell’Europa non significa accettare passivamente tutto quello che ci chiede Bruxelles. Non significa lasciare a una tecnocrazia senza politica la direzione di marcia della piu’ grande scommessa istituzionale mai fatta al mondo: l’Unione Europea”, dice Matteo Renzi nella enews. “Gli europeisti convinti- aggiunge- non sono quelli che dicono “Ce lo chiede l’Europa”, ma sono quelli che provano a cambiare le cose che in Europa non vanno. In questi anni si sono sbagliate le politiche economiche centrate sull’austerity: aveva ragione Obama, non Barroso. In questi anni si e’ data molta centralita’ ai veti di alcuni paesi dell’Est senza rilanciare sui contenuti forti del messaggio europeo. In questi anni nei palazzi europei si e’ parlato molto di banche e deficit e poco di famiglie e lavoro”. Renzi aggiunge: “Nei mille giorni abbiamo iniziato a cambiare le cose a cominciare dalla flessibilita’. E abbiamo detto che non saremo piu’ il salvadanaio per chi con i soldi italiani costruisce muri: l’Europa e’ nata per abbattere i muri, non per costruirli. Ma ancora molto e’ da fare. E la sfida per tutti, anche per il nuovo segretario del PD iniziera’ soprattutto da li’. Quello che io vi propongo e’ di dire ‘Europa si’, ma non cosi”. Ne discuteremo insieme venerdi’ da Bruxelles. Forse sembrera’ strano che si vada a chiudere una campagna elettorale in trasferta. Ma dobbiamo far capire che quella ormai non e’ piu’ una trasferta e che per i nostri figli ci vorra’ un’Italia sempre piu’ forte e piu’ presente a Bruxelles. Serve a noi, al nostro interesse nazionale. E secondo me serve anche all’Europa”.

“Dopo la catastrofe che ha colpito l’Abruzzo e l’eccezionale maltempo che ha investito molte regioni d’Italia, serve un piano straordinario di ricostruzione agricola e su questo ci aspettiamo un aiuto dall’Europa”. Lo dice il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che si recherà a Bruxelles dove incontrerà il commissario per l’Agricoltura, l’irlandese Phil Hogan. “L’Italia – aggiunge il ministro – è prioritariamente concentrata sugli interventi straordinari imposti da questa situazione eccezionale creata dal combinato del terremoto continuo e di calamità atmosferiche come non si vedevano da decenni. E la situazione è particolarmente grave per il sistema agricolo e agroalimentare che già era stato duramente colpito dalle precedenti scosse di terremoto nel Centro-Italia. Per questo è necessario un piano straordinario, che richiederà risorse economiche ingenti”.

Stefano Parisi porta a Bruxelles “Energie per l’Italia” con una edizione del tour “Megawatt” dedicata all’Europa e alle Istituzioni comunitarie. Parisi terrà nel corso della mattinata del prossimo 24 gennaio una serie di incontri tematici con rappresentanti delle Istituzioni Ue. Si parlerà di tutto ciò che deve tornare al centro dell’agenda europea: politica industriale, mercato interno, ricerca e innovazione, sistema bancario e soprattutto crescita e occupazione. “L’Unione europea investe cifre considerevoli in programmi e iniziative per il lavoro, ma continua ad avere 25 milioni di disoccupati. Serve una profonda innovazione istituzionale per salvare il progetto europeo e avvicinarlo alle persone. L’Italia in questi anni ha avuto un ruolo debole. L’elezione di Antonio Tajani è una occasione da non perdere: con lui dobbiamo lavorare per l’Europa degli europei e non delle burocrazie. A Bruxelles iniziamo un percorso già molto promettente e positivo, portando ai popolari europei il contributo di tanti italiani della società civile, dell’impresa, della cultura che chiedono un cambiamento per rilanciare l’Europa”, afferma Parisi. Nel pomeriggio Parisi incontrerà il neopresidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani. L’appuntamento pubblico con “Megawatt” è in agenda alle ore 17.00 all’Hotel Leopold. In serata la cena con l’Associazione Alumni Bocconi ed altre università italiane dedicata al ruolo manageriale nel pubblico e nel privato.