‘Vivo un malessere, mi sentivo un estraneo’. Queste le parole del reo confesso che, a diciassette anni ha ucciso a coltellate il padre, la madre e il fratello a Paderno Dugnano, nel Milanese. Ha pianto a lungo, incredulo dinnanzi al suo misfatto. Ora si trova presso il centro di prima accoglienza del Beccaria di Milano, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto. Non ci sarebbe un vero movente, stando a quanto hanno riferito i magistrati che si stanno occupando del caso. Riferiscono, inoltre, che questo pensiero omicida lo attanagliava da giorni. Il dettaglio sarebbe questo: ha prima accoltellato il fratellino nella loro stanza, subito dopo la madre accorsa per le urla del secondogenito, quindi il padre, alle spalle. Lo hanno trovato seduto su un muretto, calmo. Davanti a lui, per terra, il grosso coltello da cucina, arma del reato. Saranno eseguite nei prossimi giorni le perizie psicologiche e psichiatriche. Resta lo sdegno, restano le domande e la tragedia di una famiglia che oggi non esiste più. Le ipotesi restano tutte aperte, come i quesiti e i primi responsi sui social media, di chi dà la colpa di questo disagio giovanile alla società, alla scuola, agli smartphone, ai genitori che non sanno più fare il loro difficilissimo mestiere, al mondo virtuale che ha privato i ragazzi di oggi della realtà vera, dalla quale in molti vogliono sfuggire, nei modi più illogici e crudeli.