Verdini

“Se c’e’ il proporzionale vedo un gran pasticcio. Io penso che una riforma elettorale la si possa fare, io la vedo maggioritaria con collegi, magari anche un Mattarellum rivisto. Ne sono convinto per il bene di tutti. La nostra proposta prevede per meta’ collegi e per meta’ proporzionale ma con i premi”. Lo ha detto ieri il senatore di Ala Denis Verdini a ‘Bersaglio mobile’, trasmissione di Enrico Mentana su La7. E riguardo alla legislatura: “Con gli amici di sinistra, durante il governo Letta, si era creato anche un rapporto. Tutto cio’ diventa scandalo dopo la rottura del patto del Nazareno. La formazione di Ala ha inibito l’azione della sinistra Pd nei confronti di Renzi. Senza Ala molte cose al Senato non sarebbero passate”, ha dichiarato Verdini. E alla domanda se, in caso di ricandidatura, stara’ in lista con Renzi, il senatore ha risposto: “Non staro’ nella stessa lista, non ho nulla a che spartire con il Pd”.

Prosegue lo scontro tra Forza Italia e il governo Renzi. Renato Brunetta non perde occasione per attaccare l’Esecutivo e per apostrofare in malo modo il premier. Con  l’avvicinarsi del voto referendario i toni non  potranno che inasprirsi. Il capogruppo di Forza Italia attacca duramente “Forza Italia aveva creduto al Nazareno, finche’ Renzi non l’ha cambiato per ben 17 volte – sia sull’Italicum, sia sulla riforma costituzionale -, la 18esima volta con l’elezione di Mattarella al Colle. Berlusconi ha capito l’imbroglio e Renzi e’ rimasto solo con Alfano e Verdini. Renzi e’ un imbroglione”. Lo scrive su Facebook Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera.

“Nessuno potra’ mai cancellare l’intuizione grandiosa della discesa in campo, lo sbaragliare in un baleno la fu gioiosa macchina da guerra dei comunisti mai pentiti che stavano per acchiappare il potere: quel ’94 fu un secondo ’48, e cambio’ la storia restituendo legittimita’ e speranza a un popolo orfano, disperso e smarrito: quel ventre sommerso d’Italia che tu hai saputo vellicare e nobilitare, e dargli una guida”. Lo scrive Denis Verdini in una lettera a Silvio Berlusconi, in occasione del suo 80esimo compleanno. Nella lunga missiva, pubblicata da Il Tempo, il leader di Ala ed ex braccio destro di Berlusconi, ripercorre l’impresa “gigantesca” del Cavaliere che ha “modernizzato” la politica e la societa’, e ricorda quando “ti vidi varcare la soglia del Nazareno accanto al nuovo leader dei tuoi avversari per scrivere insieme la riforma costituzionale dopo che grazie solo a te e al fazzoletto spazzolato come un prestigiatore sulla sedia di Travaglio nessuno aveva vinto le elezioni, ebbi un sussulto di gioia. Mi sembrava una grande rivincita, la nemesi perfetta di vent’anni di guerriglia civile, la plastica dimostrazione che – alla faccia di tutto e di tutti – Berlusconi era ancora il centro vitale della politica. Poi e’ andata come e’ andata, e ancora mi chiedo perche’. Di una cosa pero’ sono fermamente convinto: non puoi chiedere ai tuoi piccoli e ventennali nemici, che a differenza di te non avranno un solo rigo sui libri di storia, di interpretare questi sentimenti, di guardare oltre il proprio naso. Per come la vedo io, tocca per destino a chi e’ nato grande ergersi sulle difficolta’ e fare luce quando il buio e’ piu’ fitto. Tocca a te, Silvio. Questo, intendiamoci, non e’ ne’ un appello ne’ un consiglio. In tanti hanno cercato di tirarti per la giacca, e hai sempre fatto di testa tua. Giustamente e inesorabilmente. Il fatto e’ che, seduto in quel caffe’, non ho ancora capito se sono io ad aver sbagliato strada o se ancora una volta e’ incomprensibile la tua grandezza. Sara’ la storia a dirlo. Ho letto che non ti viene in mente neppure un nome di un vero amico in politica. Una constatazione amara – scrive Verdini – ma amicizia e politica, in effetti, sono come le convergenze parallele: destinate a incontrarsi ma non si incontrano praticamente mai. La politica, si sa, ti conduce a usare la testa, se ce l’hai, piu’ dell’anima, se ce l’hai. Ho letto anche che non vuoi doni, ma io ti regalo ugualmente un dubbio, un dubbio quasi amletico: se il Nazareno lo avessi portato in fondo tu, sarebbe stato un bene o un male per l’Italia? A te l’ardua sentenza, carissimo Presidente”.

Denis Verdini al centro del dibattito interno del partito democratico, avvitato tra le alleanze per i ballottaggi alle amministrative e le riforme in Parlamento. “Proviamo a vincere i ballottaggi ma poi bisogna cambiare rotta: e per prima cosa chiudere con Verdini e con il partito della Nazione che non ci porta da nessuna parte”. Con queste parole ieri Roberto Speranza, minoranza dem, ha cercato di convincere il premier Matteo Renzi a mantenere le distanze con Alleanza liberalpopolare -Autonomie. Pronta la risposta di Maria Elena Boschi. Cosi il ministro delle riforme, intervistato da Maria Latella su SkyTg24: “Credo che Ala sia un sostegno a riforme importanti che facciamo in Parlamento, ha votato coerentemente a differenza di Forza Italia”. Ed ha aggiunto: “Il partito di Verdini ha votato a favore delle unioni civili, ha sostenuto riforme che fanno andare avanti il Paese. Altri provvedimenti, invece, non li vota. Altro discorso sono le alleanze sul territorio”.