Umberto Veronesi

Oggi alle 11 a Palazzo Marino, sede del comune di Milano, si terrà la cerimonia laica per ricordare l’oncologo Umberto Veronesi, scomparso all’età di 91 anni. Ieri alla camera ardente tantissime persone hanno portato un saluto all’ex ministro che ha raggiunto la fama mondiale per l’impegno contro il cancro e per il contributo dato alla ricerca e alla cura della malattia. Tante le attestazioni di solidarietà rivolte ai figli dell’oncologo. Nella camera ardente di palazzo Marino ieri Alberto Veronesi ha ricordato uno degli ultimi momenti del padre: “In fondo lui che ha sempre predicato l’eutanasia, cioè il diritto di non soffrire, in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine. Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto nessun prolungamento, ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile. Se n’è andato in maniera naturale”.

E’ morto Umberto Veronesi. L’oncologo è deceduto nella sua casa milanese. Veronesi è deceduto nella sua casa di Milano. Da alcune settimane le sue condizioni di salute si erano progressivamente aggravate. Era circondato dai familiari, la moglie e i figli. Oncologo e uomo politico, Veronesi avrebbe compiuto 91 anni il 28 novembre. Ha dedicato la sua vita alla lotta ai tumori. E’ stato fondatore e presidente della Fondazione per la ricerca sul cancro che porta il suo nome, ministro della Sanità nel secondo governo Amato e senatore. “Andate avanti, perché il mondo ha bisogno di scienza e ragione.” Queste le parole di Umberto Veronesi nell’ultimo periodo trascorso nella Fondazione che porta il suo nome. E’ la stessa Fondazione Veronesi a renderle note le sue parole. Siamo tutti profondamente colpiti da questa dolorosissima perdita, scrive la Fondazione

Umberto Veronesi interviene sul dibattito che c’è in Parlamento in merito al progetto di legge per la liberalizzazione delle droghe leggere. Il testo, conosciuto come legge cannabis, è sostenuto da 221 deputati di diversi schieramenti. Il voto è previsto a settembre. “Da sempre credo che il proibizionismo non sia efficace nel limitare o eliminare l’uso di sostanze dannose”, dice Veronesi. E aggiunge: “Oltre ad essere inutile, il proibizionismo è poi dannoso socialmente perché crea un mercato nero che alimenta la criminalità”.