Turchia

“Italia è prima al mondo per le eccellenze dell’Agroalimentare con il sostegno decisivo della Sicilia che contribuisce con le specialità alimentari della dieta mediterranea e con l’alberello di Pantelleria, la particolare forma di coltivazione dei vigneti sull’isola pantesca. Il merito é quello di aver saputo coniugare innovazione e tradizione con una forte presenza nel commercio on line e sui social”. È così infatti che va all’Italia, scrive Il Giornale di Sicilia (citando i dati del rapporto su cibo e cultura presentato in occasione della conferenza a New York sul futuro della dieta mediterranea promossa dalla rappresentanza d’Italia presso le Nazioni Unite), il primato mondiale dei riconoscimenti Unesco nel settore dell’agroalimentare: con 5 sui 68 totali assegnati a livello globale, il nostro Paese si posiziona al primo posto nella classifica. A seguire il Marocco con 4 riconoscimenti Unesco, 3 a Turchia e Azerbaigian, 2 a Belgio, Francia, Spagna, Tunisia, Giappone, Corea e Messico. I rimanenti sono 1 a testa nei vari altri Paesi.

La moda italiana è la prima nelle ricerche online dei russi secondo il motore di ricerca russo Yandex. L’Italia è la prima nazionalità associata alla moda in Europa con 15mila ricerche mensili online e il 34% delle richieste. Il Belpaese mantiene la leadership anche a livello mondiale tra i russi al terzo posto, dopo Turchia e Cina, relativamente più popolari per prezzi e qualità più bassi rispetto alla produzione Made in Italy. Dai dati del rapporto Fashion Consulting Group, Yandex e FashionSnoops l’isolamento da pandemia ha spinto 15 nuovi milioni di utenti russi ad acquistare online. Gli analisti prevedono che entro la fine dell’anno la quota delle vendite online potrebbe raggiungere il 20-25% del mercato al dettaglio. Secondo lo studio, il 28% degli utenti che ha effettuato acquisti online di vestiti, scarpe e accessori durante il periodo di isolamento è diventato più fedele allo shopping online. Il settore fashion del mercato digitale russo è uno dei più importanti e vale 296 miliardi di rubli, 4,6 miliardi di dollari. Gli analisti prevedono che il fatturato del segmento moda crescerà fino al 50% entro fine 2020. Gli acquisti online riguardanti l’abbigliamento e accessori riguardano il 23% degli acquisti presso le piattaforme online locali, mentre il 33% rappresentano gli acquisti transfrontalieri (presso siti esteri). All’inizio dell’anno, il pubblico dell’e-commerce in Russia era stimato in 60-65 milioni di persone e dopo la quarantena è cresciuto fino a 75-80 milioni di acquirenti. Si stima che la quota delle vendite online potrebbe crescere fino al 20-25% entro la fine dell’anno. L’ecommerce russo nel suo insieme è uno dei 10 con maggiore crescita al mondo e secondo Morgan Stanley raggiungerà un valore di 30 miliardi di dollari nel 2020 e di 52 miliardi di dollari nel 2023, vantando una crescita del +170% nel giro di pochi anni. “Negli ultimi anni l’ecommerce russo sta crescendo costantemente e questo si accompagna ad una maggiore fiducia dei consumatori nei pagamenti online e migliori consegne nel territorio russo – commenta Giulio Gargiullo, esperto del mercato digitale russo -. La pandemia ha chiaramente spinto nuovi utenti ad acquistare online maggiormente fashion e luxury ed è per questo sempre più importante per le aziende italiane ed estere investire nella presenza del mercato russo online che ha proprie piattaforme locali di vendita omline”, “per questo mercato, oltre ad utilizzare le piattaforme locali, è fondamentale sviluppare un sito per il proprio brand localizzato per la lingua e la cultura russa. Inoltre con la pandemia risulta chiaro che è sempre più importante coinvolgere i consumatori russi con nuove tecnologie: sfilate di moda in streaming, realtà virtuale, realtà aumentata e applicazioni di AI per migliorare l’esperienza dell’utente, soprattutto nell’ambito luxury. I buyer russi rimangono amanti del Made in Italy, sono meno impulsivi che in passato e ricercano prodotti di alta qualità”.

La Turchia non sta dalla parte di alcun Paese in Siria e la sua posizione è diversa da quella di Iran, Russia e Stati Uniti. Lo ha dichiarato il vice primo ministro turco Bekir Bozdag in risposta al presidente francese Emmanel Macron, che ha di recente affermato che il sostegno della Turchia ai raid coordinati dagli Stati Uniti in Siria dimostra che il Paese ha preso ”le distanze” dalla Russia. “La nostra politica in Siria non equivale a stare con un Paese o in opposizione a un altro”, ha dichiarato Bozdag, affermando che la Turchia è disposta a collaborare con qualsiasi Paese che è favorevole a difendere ”i principi corretti” in Siria.

C’e’ anche la città turca di Erzurum nella lista delle possibili candidate per ospitare i Giochi olimpici invernali del 2026. Dopo aver ricevuto l’appoggio da parte del presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, Erzurum è entrata quindi in corsa presentando la manifestazione di interesse tramite il Comitato olimpico nazionale, probabilmente l’ultima visto che la scadenza fissata dal Cio è domani, 31 marzo, alla vigilia di Pasqua. Erzurum si trova nell’Anatolia orientale, vicino al confine con l’Armenia, e sorge a quasi 1800 metri di quota. E’ uno dei principali centri di sport invernali del Paese e ha ospitato nel 2011 le Universiadi invernali. Il 4 aprile ci sarà la comunicazione ufficiale delle città che hanno manifestato il proprio interesse. Le candidature ufficiali saranno comunicate ad ottobre e la scelta della città organizzatrice avverrà il 10 settembre 2019 nella sessione del Cio a Milano.

“No alla Turchia in Europa”. Lo ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia e candidato premier Giorgia Meloni. “No all’islamizzazione dell’Europa: consegniamo noi al presidente turco Erdogan questo messaggio del popolo italiano, visto che il Governo di sinistra non lo farà”, ha aggiunto Meloni.

Le forze di polizia turche hanno arrestato un terrorista dell’Isis ricercato da tre anni dall’Interpol e legato all’Isis. Secondo media turchi, Medhi A. si sarebbe recato ad Istanbul per un attentato che l’Isis aveva programmato nella città. Per gli investigatori l’uomo sarebbe stato uno degli ideatori degli attentati avvenuti in Europa negli ultimi anni, in particolare in Francia e Belgio.

“Apprezziamo il fatto che il ministro degli Esteri turco abbia riconosciuto che Amnesty International è considerata una ‘organizzazione globale credibile’. Ma affermare che noi saremo ‘in grado di svolgere le nostre attività liberamente’, quando la direttrice e il presidente di Amnesty International Turchia sono dietro le sbarre insieme ad altri sette difensori dei diritti umani, è decisamente ardito”. Lo ha dichiarato John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l’Europa, replicando alle affermazioni fatte ieri dal ministro degli Esteri turco Mevlut Çavusoglu alla conferenza stampa successiva all’incontro di Bruxelles con l’Alta rappresentante per la politica estera Federica Mogherini. “L’assurda procedura giudiziaria contro la nostra direttrice Idil Eser non deriva da alcun’azione delittuosa ma si basa interamente sul legittimo operato di Amnesty International- continua- Se questo viene criminalizzato, è difficile immaginare come non solo questa organizzazione ma il più ampio movimento per i diritti umani della Turchia possa continuare a esistere”.

Diverse scosse di assestamento di magnitudo 4 e oltre sono state registrate in Grecia e Turchia, dopo il terremoto di magnitudo 6.7 che ha colpito questa notte l’isola greca di Kos nel mar Egeo. E’ quanto riferisce l’Agenzia turca per le emergenze e i disastri. Due almeno le vittime del terremoto. Si tratta di turisti, uno turco e uno svedese, come ha riferito il sindaco dell’isola Giorgos Kyritsis. I due sono rimasti uccisi dal crollo del tetto del bar nel quale si trovavano al momento del sisma. Più di 100 persone sono rimaste ferite. Tre sarebbero gravi, secondo fonti citate dal Guardian. I soccorritori stanno cercando di recuperare le persone rimaste intrappolate a causa del sisma. Il sindaco Kyritsis ha aggiunto che le costruzioni nel centro della localita’ turistica sono state danneggiate, ma quelle situate nel resto dell’isola sembrano non aver subito danni.

Ancora arresti in Turchia. L’ultimo a finire in manette è stato il regista Ali Avci, produttore di un film sull’infanzia del presidente Recep Tayyip Erdogan e sul suo esordio in politica come sindaco di Istanbul e regista di una pellicola che trae spunto dal fallito golpe dello scorso anno. L’agenzia di stampa Dogan riferisce che Avci è accusato di legami con l’imam Fetuallah Gulen, ritenuto dalle autorità di Ankara l’ispiratore del fallito golpe del 15 luglio 2016. Il film biografico su Erdogan, “Reis”, è uscito a marzo. L’altra pellicola, “Uyanis” (letteralmente, ‘il risveglio’), uscirà a breve ma il trailer è già disponibile. “Uyanis” è la storia di un golpe riuscito e il film si conclude con una pistola puntata alla tempia di Erdogan che piange per l’uccisione dei suoi familiari e del suo più stretto consigliere.

“A differenza di Berlusconi io non penso che i Cinque stelle siano un’accozzaglia di disoccupati, disperati, depravati, che siano il male assoluto. Sono interlocutori con i quali si puo’ discutere”. Lo afferma il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, in un’intervista al quotidiano La Repubblica in edicola oggi. Per Salvini “un dialogo su alcuni punti, su certi temi importanti e’ possibile: l’onesta’ in politica, l’immigrazione, una certa visione dell’Europa, la sicurezza, il taglio dei vitalizi e delle pensioni d’oro. E non e’ poca cosa. Cambiano idea di frequente, eh. Pero’ ci si puo’ ragionare, ecco. Vedremo. Vedremo quel che succedera’, intanto votiamo, prima possibile”. Sull’immigrazione “ha impiegato vent’anni, la sinistra, per imparare la lezione che a noi era chiara da tempo – prosegue il segretario federale della Lega -. E’ provato che se quei 4,6 miliardi spesi per mettere in albergo 180 mila migranti si fossero utilizzati per interventi in Africa, si sarebbero aiutate 10 milioni di persone. E invece i governi Letta, Renzi, Gentiloni non hanno fatto altro che ripetere gli stessi errori, gli stessi proclami, gli stessi accordi sbagliati. Risultato: seicentomila sbarchi e 15 mila morti”. “Preso atto che ormai da quattro anni l’Europa se ne frega, e’ il tempo che l’Italia torni a fare l’Italia. Che poi e’ quello che fa la Spagna: difendere i propri confini – aggiunge -. Con Salvini al governo, da domani le navi della Marina e della Capitaneria rimandano indietro i primi quattro barconi, d’intesa con la guardia costiera libica. Vedrete che da domani non risalpano. Del resto diamo un sacco di soldi alla Libia, come alla Turchia, all’Europa, per essere ugualmente invasi. Basta, difendiamoci”.