stipendi

La Casa Bianca vorrebbe cambiare i criteri di retribuzione per oltre 1,5 milioni di dipendenti federali, privilegiando gli aumenti legati agli obiettivi raggiunti piuttosto che all’incarico. Lo scrivono i media Usa che citano i dirigenti dell’amministrazione. Questa ‘rivoluzione’ si troverebbe nel piano di bilancio 2019 che il presidente degli Usa Donald Trump illustrerà lunedi’ prossimo.

Si avvia alla conclusione il tour M5S #atuttaSicilia, il giro dell’isola a bordo di due pulmini elettrici del candidato presidente della Regione Siciliana Giancarlo Cancelleri, del vice presidente della Camera Luigi Di Maio e del deputato M5S Alessnadro Di Battista. Stasera tappa a Pietraperzia (Enna), domani comizio finale a Termini Imerese (Palermo). “I privilegi della casta? Hanno le ore contate – dice Cancelleri -. Se le urne ci daranno ragione convochero’ subito una giunta per avviare il motore che portera’ ai tagli dei vitalizi degli ex parlamentari e degli stipendi dei deputati dell’Ars. Siamo credibili? I fatti parlano per noi. Noi lo stipendio ce lo siamo tagliati da subito e recentemente abbiamo rinunciato pure al vitalizio mascherato da pensione che si intascano i deputati Ars dopo 4 anni e mezzo di mandato. Se governeremo noi, i siciliani possono considerare queste cose come fatte”. Quella di Cancelleri “e’ una dichiarazione di guerra agli odiosi privilegi della politica, sopravvissuti ai governi di tutti i colori e ormai inacettabili per tutti, specie per chi non riesce a mettere assieme il pranzo con la cena”.

“Sono il primo a sostenere la necessità dell’esistenza di un servizio pubblico nel settore della comunicazione, comprendo l’esigenza di un tetto agli stipendi per i dipendenti della Rai, e anche quella di un’oculata amministrazione dei soldi dei cittadini, ma porre un limite fisso quale quello adottato anche ai contratti per gli artisti, i conduttori, gli autori, i giornalisti esterni all’azienda mi sembra un gesto che rasenta il masochismo, un regalo alla concorrenza e un depauperamento del patrimonio di quella che resta la più grande agenzia culturale del Paese. Allora tanto vale privatizzarla. O ripensarci”. Lo dichiara in una nota Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare.

“Non è la natura il problema, ma le scelte dell’uomo, come avvenne per il Vajont”. Lo ha affermato Matteo Salvini, segretario della Lega Nord durante la trasmissione L’Arena di Massimo Giletti su Rai 1. “I vigili del fuoco sono degli eroi. Si pensi anche ai loro stipendi – ha poi ripetuto su twitter -. Si adeguino numero di uomini e dotazioni. I vigili del fuoco sono sotto organico di 3000 uomini, spero che da domani la politica intervenga”.

“Dal 15 novembre la Rai dovra’ applicare per tutti i suoi dipendenti il tetto da 240mila euro agli stipendi, il limite che il Governo Renzi ha imposto per tutti i dirigenti pubblici e che ora, finalmente, grazie ad una legge voluta e votata dal Pd, sara’ esteso anche al servizio pubblico radiotelevisivo. La legge e’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, e’ gia’ in vigore. E’ del tutto incomprensibile, allora, la pretesa dei vertici Rai di chiedere un parere al Governo su come il tetto vada adottato. Possibile che i tanti dirigenti assunti in Rai che sforavano il tetto, arrivando a guadagnare anche 650mila euro all’anno, e che ora dovranno scendere a 240mila euro, non siano in grado di applicare la legge?”. E’ quanto scrive su facebook il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. “Quando e’ in vigore una legge- spiega Anzaldi- un cittadino e’ tenuto ad applicarla e non puo’ certo pensare di disattenderla, chiedendo pareri al Governo o a chissa’ chi. Perche’ in Rai dovrebbero avere un trattamento speciale? Quale e’ la deadline per dare piena applicazione alla norma? Il ministero dell’Economia e il ministero dello Sviluppo economico perche’ dovrebbero prestarsi al ruolo di consulenti della dirigenza Rai? E nel momento in cui non arrivera’ nessun parere, anche perche’ il Governo non e’ tenuto a darlo, cosa succede dal 15 di novembre in poi? La Rai quanto tirera’ avanti senza rispettare la norma?”.

“Saro’ pronto a discutere del taglio dell’indennita’ ai parlamentari quando Grillo avra’ restituito meta’ dei soldi pubblici presi dalla Rai, attualizzati in euro”. Lo dichiara Gianfranco Librandi, deputato del gruppo Civici e Innovatori. “Con quei soldi pubblici -aggiunge- incomparabilmente maggiori di quelli che ricevono i parlamentari, Grillo si e’ costruito la popolarita’ che usa contro la politica e contro le istituzioni. I suoi spettacoli di ieri, finanziati con il canone pagato dai cittadini, sono stati l’allenamento per i suoi comizi demagogici di oggi. Io non vivo di politica, ma amo la politica e apprezzo i politici di valore. Grillo smetta di fare il giullare sulla pelle delle istituzioni democratiche italiane che gli assicurano anche la liberta’ di insultarle. Restituisca lui i soldi pubblici, tutti e subito, poi ne parliamo”.

“Mal di pancia interno su maxi stipendi? Questo mal di pancia io non l’ho sentito. Queste ricostruzioni non le abbiamo sentite e nemmeno i cittadini. Non ho letto nulla e lascio a voi la ricostruzione romanzata di tutto questo. Noi preferiamo lavorare per la citta’: il bando che abbiamo presentato oggi e’ la prova che siamo qui a lavorare per questa citta’. Lasciateci occupare di politica e voi continuate pure con le vostre ricostruzioni”. Cosi’ il sindaco il Roma Virginia Raggi a margine della giunta capitolina.

La questione degli stipendi di giornalisti e dirigenti Rai finisce alla Corte dei Conti. Il Codacons presenta “oggi stesso” una denuncia alla magistratura contabile per la pubblicazione degli “abnormi compensi elargiti dalla rete di Stato ai propri dipendenti”. E’ quanto si legge in una nota dell’associazione dei consumatori. “Numerosi direttori Rai guadagnano stipendi superiori ai 300mila euro annui, e molti altri hanno compensi compresi tra i 200 e i 300 mila euro. Già questo basterebbe per gridare allo scandalo, ma c’è dell’altro. Secondo quanto riportato in queste ore dai mass media, una folta schiera di giornalisti e manager della rete percepirebbe stipendi tra i 205 e i 240mila euro annui senza ricoprire alcun incarico: in buona sostanza vengono pagati per non lavorare”. “Di sicuro siamo di fronte ad una vergogna nazionale ora però il Codacons vuole andare a fondo e capire se si configuri o meno anche una forma di danno erariale, dal momento che gli stipendi Rai vengono pagati con i soldi dei cittadini raccolti attraverso il canone. Per tale motivo presentiamo oggi stesso un esposto alla Corte dei Conti, affinché acquisisca i dati sui compensi di direttori, manager e giornalisti Rai, e verifichi la congruità degli stessi con particolare riferimento ai soggetti che nell’azienda non svolgono alcuna funzione pur percependo regolare stipendio. Chiediamo inoltre alla Corte di trasmettere alla Procura della Repubblica gli atti governativi che autorizzano il superamento dei tetti massimi ai cachet previsti dalla legge”.