“Dal 15 novembre la Rai dovra’ applicare per tutti i suoi dipendenti il tetto da 240mila euro agli stipendi, il limite che il Governo Renzi ha imposto per tutti i dirigenti pubblici e che ora, finalmente, grazie ad una legge voluta e votata dal Pd, sara’ esteso anche al servizio pubblico radiotelevisivo. La legge e’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, e’ gia’ in vigore. E’ del tutto incomprensibile, allora, la pretesa dei vertici Rai di chiedere un parere al Governo su come il tetto vada adottato. Possibile che i tanti dirigenti assunti in Rai che sforavano il tetto, arrivando a guadagnare anche 650mila euro all’anno, e che ora dovranno scendere a 240mila euro, non siano in grado di applicare la legge?”. E’ quanto scrive su facebook il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. “Quando e’ in vigore una legge- spiega Anzaldi- un cittadino e’ tenuto ad applicarla e non puo’ certo pensare di disattenderla, chiedendo pareri al Governo o a chissa’ chi. Perche’ in Rai dovrebbero avere un trattamento speciale? Quale e’ la deadline per dare piena applicazione alla norma? Il ministero dell’Economia e il ministero dello Sviluppo economico perche’ dovrebbero prestarsi al ruolo di consulenti della dirigenza Rai? E nel momento in cui non arrivera’ nessun parere, anche perche’ il Governo non e’ tenuto a darlo, cosa succede dal 15 di novembre in poi? La Rai quanto tirera’ avanti senza rispettare la norma?”.