Roberto Saviano

“La rappresentazione del crimine organizzato che viene data in ‘Gomorra’ e’ una rappresentazione folcloristica”. Lo sostiene il procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli, capo della Dda di Napoli, che ha cosi’ risposto alle domande degli studenti nel corso dell’incontro a Bologna dal titolo ‘Come le mafie persuadono i giovani’.
Nel mirino di Borrelli finiscono dunque fiction e videogiochi come ‘Mafia’: “‘Gomorra’ e’ sufficiente a spiegare il fenomeno – si chiede il procuratore – o e’ una rappresentazione tranquillizzante che limita la nostra percezione del fenomeno mafioso? La camorra e’ solamente traffico di droga, omicidi ed estorsioni o invece quelle rappresentate sono le azioni di una camorra passata che in realta’ si evolve e che non vuole essere vista e nemmeno raccontata?”
“La camorra – aggiunge Borrelli – dovrebbe essere rappresentata per quello che e’: ha fatto un salto profondo rispetto a dieci anni fa, non c’e’ piu’ un rapporto di contiguita’ con la parte politica dell’amministrazione, oggi esprime propri rappresentanti in regioni, province e comuni. Fornire quel tipo di rappresentazione ha in se’ l’elemento della pericolosita’ di distogliere da questa nuova configurazione della camorra”. All’incontro ha preso parte anche Francesco Greco, procuratore capo di Milano.

Eccezionale riscontro da parte del pubblico per il programma-evento ‘FalconeeBorsellino’ in onda ieri martedi’ 23 maggio in prima serata su Rai1: l’orazione civile in ricordo dei due giudici assassinati condotta da Fabio Fazio con Roberto Saviano, Pif e tanti altri ospiti ha registrato 4 milioni 207mila telespettatori, pari a uno share del 18.9. A seguire, sempre su Rai1, molto seguito anche il documentario di Rai Cultura ‘Maxi il grande processo a Cosa Nostra’, che segna il 14.22 di share e raccoglie 1 milione 473mila telespettatori. In mattinata, sempre su Rai1, ottimi ascolti anche per le tre ore di diretta di #PalermoChiamaItalia: l’evento dall’Aula bunker di Palermo per i 25 anni della strage di Capaci alla presenza del Presidente della Repubblica ha ottenuto l’11.9 di share con una media di 819mila telespettatori. Su Rai2 in prima serata il film sentimentale “Qualcosa di speciale” ha totalizzato 1 milione 596 mila spettatori con il 6.72 di share. Su Rai3 l’appuntamento serale con #Cartabianca e’ stato seguito da 598 mila spettatori e il 2.80 di share. Ascolti record per il Giro d’Italia: su Rai2 la tappa vinta da Vincenzo Nibali e’ stata seguita ieri da 2 milioni 120mila telespettatori, con uno share del 17.94, saliti nel “Giro all’Arrivo” a 2 milioni 516mila, con uno share del 23%. Per quanto riguarda i canali specializzati, da segnalare i buoni ascolti del film in omaggio a Roger Moore “Agente 007 vivi e lascia morire” su Rai Movie (606mila telespettatori e il 2.7 di share). Bene anche “The Amazing Spider Man 2” su Rai4 (612 mila telespettatori e il 2.7 di share) e “Still life” su Rai5 (230mila telespettatori a fronte dello 0.93 di share). Netta vittoria delle reti Rai in prima serata con 9 milioni 381mila spettatori e il 39.02 di share, in seconda serata con 3 milioni 706 mila spettatori e il 33.83 di share e nelle 24 ore con 3 milioni 613 mila spettatori e il 38.95 di share.

“Non è consentendo alle persone di armarsi e di sparare che si tutela la sicurezza dei cittadini. È solo un’illusione e una mancia politica per ottenere consenso”. Lo scrive sul suo profilo Facebook lo scrittore Roberto Saviano, dopo l’approvazione alla Camera della legge sulla legittima difesa, che ora dovrà passare al vaglio del Senato. “Con il decreto Minniti e la legge sulla legittima difesa, il Partito democratico – prosegue duramente Saviano – ha deciso definitivamente di essere un partito della peggior destra che fa leva su istinto, ignoranza e luoghi comuni. La politica decide di abbandonare la statistica (secondo cui per i reati predatori tra il 2015 e il 2016 c’è stato un calo del 16% e non un aumento) per assecondare la percezione del crimine e ‘invitare’ i cittadini ad armarsi”. “La sicurezza – aggiunge – si ottiene con politiche sociali, con l’aumento dei controlli, non delegando alla difesa personale, cosa che lascia una tale discrezionalità da rendere pericolosissima questa legge. Non è più ciò che realmente accade il criterio guida per stabilire come fare le leggi, ma la percezione che le persone hanno della realtà, una percezione indotta dai media che parlano di insicurezza con argomentazioni leghiste. Quando il nuovo fascismo sarà alle porte ricordiamoci di chi gliele avrà fatte trovare aperte”.

Roberto Saviano replica polemicamente a Luigi Di Maio (M5S) che lo ha accusato di ipocrisia a proposito delle polemiche sui “taxi” del Mediterraneo e sul ruolo delle Ong che soccorrono i migranti in mare. “Luigi Di Maio – dice lo scrittore – mi accusa senza mezzi termini di essere corresponsabile, con il mio ‘buonismo’, dei crimini commessi sulla pelle dei migranti. Mi associa di fatto al Pd e al suo coinvolgimento in Mafia Capitale, perché di questo tratta Mafia Capitale: del business sui rifugiati, di cui mi sono occupato tra i primi attirando, inutile dirlo, l’ira del Pd”. “Se fossi uno di loro, un grillino o un piddino, lo querelerei. Ma non mi interessa – spiega Saviano – la politica politicante, dunque non lo farò. Quello che è certo è che Di Maio, con il suo intransigente ‘cattivismo’, parla e compiace, in breve cerca i voti, di tutti quelli che i migranti li vorrebbero morti in fondo al mare. Come nel Cile di Pinochet (o era il Venezuela?)”, conclude, ricordando una celebre gaffe dell’esponente stellato.

“Il sindaco De Magistris si rivolge a me in un lungo post su Facebook, ma come sempre non dice nulla sul merito delle questioni, è per questo che è un populista, definizione politica nella quale credo che tutto sommato si riconosca”. Così su Facebook lo scrittore Roberto Saviano, replicando al sindaco di Napoli Luigi de Magistris. “Napoli 4 gennaio 2017: due sparatorie in pieno centro e una bambina di 10 anni ferita in un luogo affollatissimo della città. Ma il sindaco è infastidito dalla realtà, a lui non interessa la realtà, a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita: problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà. Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega addirittura più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli – aggiunge Saviano – . Ma di tutto ciò lui non ama parlare e detesta che lo facciano altri: pare che la città sia ridotta al salotto di casa sua, a polvere da nascondere sotto al divano. Basta pensare alla superficialità (per non dire al fastidio) con cui il sindaco parla di periferie annegate nel degrado: al sindaco fa schifo Soccavo, fa schifo Pianura, si vergogna del rione Conocal, se ne frega del rione Traiano. Il sindaco è del Vomero, gli piacciono le cose ordinate, pulite. E così succede che sulla gestione del patrimonio immobiliare comunale, nelle periferie controllate dalla camorra, difficilmente spenda una parola, nonostante inchieste giornalistiche serissime inchiodino l’amministrazione comunale a responsabilità enormi. E chissà che su questa, come su altre vicende, anche la Procura della Repubblica prima o poi non intervenga – prosegue Saviano -. ma che importa, dirà il sindaco: la realtà di Napoli sono le strade affollate e non i killer pronti a sparare nel mucchio, magari per un regolamento di conti, per poche centinaia di euro. E il problema non sono i killer, per carità, ma Saviano che poi ne parlerà. Distoglierei lo sguardo da Napoli se le organizzazioni criminali smettessero di tenere sotto giogo l’intera città, che è tutta una periferia, tranne qualche quartiere collinare ricco dei reinvestimenti della camorra. Mi piace meno il commento sulla mia pericolosità, quello è da webete: De Magistris, lei è un ex magistrato, dovrebbe sapere che la scorta si dà per proteggere e non per mandare a morire – aggiunge Saviano – . A Falcone gente ingenua e priva di riferimenti diceva che gli attentati se li organizzava da solo, almeno lei non ha detto che la situazione in cui vivo me la sono inventata io, è già qualcosa. Ma lei ha bisogno di me, ha bisogno di contrapporsi a qualcuno: lei ha bisogno delle contrapposizioni perché senza quelle dovrebbe affrontare la realtà dei tanti soprusi che la sua amministrazione tollera. Ma non è l’unico: quando criticavo Berlusconi ero da strozzare, con Renzi sono diventato un gufo, se parlo di infiltrazioni mafiose al Nord diffamo. Lei mi definisce uno “zelluso” (traduzione italiana: calvo) anemozionale e la cosa, in fondo, mi fa anche sorridere. Quel che è certo, sindaco De Magistris, è che quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine, a pugnalarla saranno i tanti lacchè, più o meno pagati, dei quali si circonda per edulcorare la realtà, unico modo per evitare di affrontarla”, conclude Saviano.

Lo spettacolo che lo scrittore Roberto Saviano da una parte e il sindaco Luigi De Magistris dall’altra ci hanno offerto nelle ultime ore rivela che Napoli, per i due protagonisti di questo squallido battibecco, e’ solo un pretesto. Si contendono, infatti, i due professionisti anticamorra, la poltrona oltremodo redditizia, di cantore unico, di profeta del malaffare, di salvatore della patria partenopea. Cosi De Magistris in un post su Facebook ‘caro Saviano, a Napoli “più si spara, più cresce la tua impresa. Non posso credere che il tuo successo cresca con gli spari della camorra. Sei diventato un brand che tira se tira una certa narrazione”. Ma Saviano non ci sta “Sindaco De Magistris, quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine, a pugnalarla saranno i tanti lacchè, più o meno pagati, dei quali si circonda per mistificare la realtà, unico modo per evitare di affrontarla. Due sparatorie in pieno centro – scrive Saviano – e una bambina di 10 anni ferita in un luogo affollatissimo della città: ma il sindaco è infastidito dalla realtà, a lui non interessa la realtà, a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita: problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà. Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli”. Che dire? Non ci piacciono ne’ l’uno ne’ l’altro: lo scrittore per la sua retorica asfissiante sulla camorra e per l’arroganza con cui si ritiene unico depositario del contrasto alla criminalita’ organizzata; il sindaco Luigi De Magistris per il suo populismo e per aver usato la sua carriera di magistrato e le sue fallimentari inchieste giudiziarie per poter scendere in politica. Di una cosa c’e’ da star sicuri: di questo botta e risposta la camorra sorride mentre Napoli piange.

Gianni Riotta incontra Roberto Saviano in una veste insolita per l’intellettuale campano. Ne nasce un’intervista che Rai Cultura propone domani alle 22 su Rai Storia. Saviano si racconta a tutto tondo dai primi passi di scrittore al fulmineo successo di ‘Gomorra’. Dopo le recenti dichiarazioni sulla morte di Fidel Castro, Saviano specifica che ha “sempre cercato di raccontare Castro dal punto di vista degli intellettuali e dei dissidenti”, perché all’ombra del grande monumento del ‘Lider Maximo’ si sono troppo spesso fraintese le idee dei tanti intellettuali, costretti, in patria come all’estero, a condurre vite miserabili con il solo anelito della libertà negata dalle ingombranti sovrastrutture ideologiche. Saviano conosce bene la sofferenza della rinuncia, anche per questo – racconta – è sempre stato affascinato dai libri di guerra, perché “la guerra spreme gli uomini” e insieme all’orrore è capace di tirare fuori il sublime, l’essenza di grandi verità.

Maurizio Lupi replica via twitter a Roberto Saviano che ha criticato la scelta di presentare 1300 emendamenti al ddl cannabis. “Irresponsabile e incompetente e’ chi vuole legalizzare la droga come te, dannando una generazione di giovani”, dice Lupi a Saviano. E aggiunge: “Irresponsabile e incompetente e’ anche il procuratore antimafia Gratteri che dice NO alla cannabis?”.