Roberto Maroni

“Gia’ oggi ci sara’ il nome di chi governera’ la piu’ grande Regione italiana nei prossimi cinque anni”: il segretario della Lega Matteo Salvini lo ha spiegato ai microfoni di ‘6 su Radio 1′ commentando la probabile rinuncia di Roberto Maroni alla corsa per un altro mandato. “Se ci sono problemi o scelte di vita privata, personale e familiari, su cui la politica fa un passo indietro, che impediscono di proseguire – ha detto – vuol dire che gia’ oggi ci sara’ il nome di chi governera’ la piu’ grande Regione italiana nei prossimi 5 anni”.

Roberto Maroni riconosce a Silvio Berlusconi “la capacità straordinaria di far discutere, lanciare messaggi efficaci e fare notizia”. Lo ha detto il governatore della Lombardia al Giornale, ricordando che nel 2006, “impegnandosi nell’ultimo mese di campagna elettorale, quasi riuscì a far vincere il centrodestra che era molto indietro. Adesso è partito tre o quattro mesi prima con la stessa energia, lucidità e creatività. Mi fa pensare che le prossime elezioni saranno un grande successo”.

“Sono convinto che la linea politica di Salvini di andare al sud sia condivisibile”. Lo ha detto il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, a margine del Consiglio regionale dopo l’esito delle elezioni regionali del 5 novembre in Sicilia.
“Proprio perche’ la Lega va oltre i suoi confini e’ opportuno che qui ci sia qualcuno che rivendica la questione settentrionale – ha osservato Maroni- ma le due cose non sono in contraddizione, perche’ la Lega se si rafforza al nord si rafforza anche al sud”.

“Non e’ piu’ Regione Lombardia contro lo Stato ma sono le Regioni”, riferendosi al Veneto, all’Emilia Romagna e, molto probabilmente, alla Puglia, “che chiedono maggiore attenzione, specialita’ e la definizione di un nuovo sistema di competenze e risorse con l’obiettivo di dare servizi piu’ efficienti per i cittadini e meno costosi per le finanze pubbliche”. Lo dichiara il governatore lombardo Roberto Maroni, durante il suo intervento, in Consiglio regionale, sul referendum per l’autonomia. Il premier Paolo “Gentiloni, insieme al sottosegretario delegato Giancaludio Bressa, ha dato la sua disponibilita’ a discutere, in modo serio, con Regione Lombardia e le altre Regioni interessate”, continua. “Ho sentito Bonaccini”, il suo omologo dell’Emilia Romagna che ha gia’ avviato l’iter per la trattativa con il governo, “e gli ho chiesto di fare la trattativa insieme, ognuno nelle sue specificita’ regionali, perche’ abbiamo di fronte una pagina bianca da scrivere insieme. Si e’ reso disponibile e ne parlera’, oggi, con Bressa”, assicura. “Da oggi in poi, alziamo da parte le appartenenze politiche, legittime fino a domenica”, conclude.

Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ha chiesto a Silvio Berlusconi “l’impegno per mettere l’autonomia come tema centrale del programma di governo del centrodestra”. Il governatore lo ha detto all’apertura di una conferenza stampa con il leader di Forza Italia sul referendum per l’autonomia previsto domenica prossima. “Voglio ringraziarti in particolare per l’impegno che tu e Forza Italia state mostrando sul referendum con tante tante iniziative – ha detto Maroni a Berlusconi – Ribadisco che non e’ il referendum di Maroni o di una parte politica, ma e’ dei cittadini, e’ un referendum che favorisce il mondo delle imprese e puo’ portare maggiori competenze e risorse, nell’ambito dell’unita’ nazionale”.

“Sono ottimista e confido nella saggezza dei cittadini. Sto a vedere e rispetterò il volere del popolo sovrano. Io sono l’esecutore. In Lombardia non c’è quorum, quindi, per me l’importante è che vinca il Sì”. Lo ha detto il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, in occasione dell’incontro ‘Italia, direzione Nord’, al Palazzo delle Stelline di Milano, in vista del referendum per l’autonomia. La consultazione è prevista il 22 ottobre. “Si dice – ha continuato Maroni – che non vale niente perché è un referendum consultivo, ma ricordo che anche quello sulla Brexit era consultivo”.

“Sala ha detto: ‘Maroni vince’. Quindi, sono d’accordo con lui. Sono sempre d’accordo con il sindaco di Milano. Spero che il loro sia un candidato forte, autorevole, impegnativo, perché non mi piace vincere facile. Battute a parte, sono pronto alla sfida”. Non ha paura delle urne il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, pensando alle regionali dell’anno prossimo, di fronte alla richiesta del primo cittadino di Milano al Partito democratico di trovare un ‘osso duro’ per sfidare l’ex segretario della Lega Nord, in corsa per il secondo mandato. Certo è che un primo ‘termometro’ del consenso sarà il referendum per una maggiore autonomia del 22 ottobre. “Se mi aspetto una grande affluenza? Dobbiamo lavorare per questo. Non faccio come Renzi – attacca il governatore – che, sapendo che le primarie del Pd sarebbero state un flop rispetto a quelle del 2013, diceva di aspettarsi meno della metà così poi ne aveva qualcuno in più ed è un grande successo, superiore alle previsioni. Questi sono giochini della politica nazionale. Io lavoro per avere un’affluenza grandissima, perché questa è la differenza”.Ecco, la partita nazionale passa anche per il Carroccio dal congresso, ormai alle porte. “Si tiene a Parma – ricorda Maroni – il 21 maggio. Il congresso è sempre un momento importante di confronto e di dibattito, di ricarica. Quindi, ha fatto bene Salvini a convocarlo”. Una presa di distanze, però, arriva quando c’è da commentare il presunto dossier sui rapporti fra Ong e scafisti citato in tv dal segretario di via Bellerio e smentito dal leghista Giacomo Stucchi, presidente del Copasir. “Io non ce l’ho”, la replica di Maroni. Che non vuole entrare nella polemica fra il suo assessore all’Agricoltura, Gianni Fava, sfidante di Matteo Salvini, alle primarie del 14 maggio: “Io faccio il governatore. Sto attento a queste cose ma faccio un altro mestiere”. E, tornando sul referendum, segnala: “Firmerò il decreto di indizione il 29 maggio. Qualcuno ha sollevato polemiche sul fatto che Zaia l’ha già firmato. Io voglio fare le cose perbene, perché sennò il decreto potrebbe essere impugnato al Tar e il referendum non si farebbe. Stiamo facendo le cose in modo giusto. Il 29 maggio sarà una grande festa”.Poi un accenno alle dinamiche del centrodestra in vista delle elezioni politiche, che non sono dietro l’angolo ma neanche lontanissime. “Non siamo pronti tranne in Lombardia. Bisogna adottare il modello lombardo anche a livello nazionale per pensare di vincere, sennò regaliamo la vittoria a qualcun altro”. Mentre “la legge elettorale non mi interessa. Penso che Renzi voglia fare le elezioni anticipate ad ottobre. Cosa ragionevole dal suo punto di vista. L’uscita di Mattarella, che ha chiesto di fare in fretta sulla legge elettorale, conferma questa ipotesi. Secondo me, domenica, dopo l’assemblea del Pd, ci sarà – conclude Maroni – un’accelerazione”.

Per il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, la divisione tra Milano e Torino in materia di editoria, con ciascuna città che organizza quest’anno una propria fiera, non rischia di indebolire il settore, ma “al contrario credo che sia una sana competizione”. Lo ha detto a margine del taglio del nastro della rassegna milanese, Tempo di libri. “D’altronde la scelta l’ha fatta l’associazione degli editori e noi è stata una scelta fatta dalla politica. Quindi che ci sia una sana competizione. La presenza de ministro Franceschini qui dopo le polemiche lo dimostra. Credo sia un bene parlarne anche in un modo un po’ polemico perché parlare di cultura e di libri da bene alla cultura” ha osservato. D’altra parte per Maroni Tempo di libri è “Un’altra medaglia che ci appendiamo sulla giacca. D’altronde la Lombardia è la Regione che ha il 20 per cento di tutte le case editrice italiane ed è la Regione dove si legge di più. Ed è Milano la città del futuro. Siamo molto impegnati come Regione suol cultura e ci crediamo. Il 29 maggio festa della Lombardia partirà l’anno della cultura lombarda” ha ricordato.

La riforma costituzionale “e’ tutto il contrario di quello che dice Renzi”: il presidente della Lombardia Roberto Maroni ne e’ convinto e crede che anche tanti industriali voteranno no al referendum “nonostante lo schieramento dei vertici” di Confindustria. Il governatore lo ha sottolineato arrivando all’assemblea di Assolombarda a cui partecipa anche il premier. “Anche fra gli industriali c’e’ chi propende per il no – ha detto – perche’ si e’ letto tutta la riforma”. Secondo Maroni, “non taglia i costi della politica, e’ una notizia falsa. Probabilmente li aumenta con questo Senato. I tagli al costo della spesa pubblica si fanno in un solo modo: con i costi standard ma ci vogliono coraggio e una decisione politica che Renzi non ha”.

“L’alleanza con Berlusconi e’ ancora la chiave di volta della vostra strategia? Dopo l’operazione al cuore mi pare tornato in campo alla grande. E’ ancora lui che da’ le carte, insomma. Per me far politica ha senso se l’impegno conduce a cambiare le cose, altrimenti si rimane nel campo della nobile testimonianza. E se vogliamo vincere, da li’ bisogna passare. Non e’ detto che basti, ma e’ condizione necessaria. L’alleanza va estesa anche ai centristi di Area popolare? Il vero discrimine in questo momento e’ il No al referendum. E non solo in chiave anti Renzi: le modifiche della Boschi mortificano il ruolo delle Regioni e umiliano ogni idea di federalismo. I centristi hanno gia’ detto che voteranno Si’ al referendum. Non so… Ho sentito Maurizio Lupi spendersi per il Si’, ma tanti di loro in privato mi fanno sapere che si comporteranno diversamente. Il congresso della Lega quando si fara’? Da quanto si terra’ a dicembre, ma la data non e’ un problema. E comunque io non faro’ niente per danneggiare il nostro segretario. Salvini e’ il leader e deve continuare a esserlo. Cosa faro’ da grande? Io nel 2018 mi ricandido in Lombardia. Devo completare l’opera, e soprattutto finire la Pedemontana. Con Salvini nessuna frizione: abbiamo solo opinioni diverse’. Cosi Roberto Maroni.