Procura Antimafia

“Non ho nulla contro i magistrati che scelgono di passare in politica, ma dovrebbero non tornare più nell’attività giurisdizionale una volta finita la vita politica, tornando nel settore pubblico e nella pubblica amministrazione, con ruoli diversi da quelli di giudice o pubblico ministero”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, in un’intervista a ‘Soul’, il programma-intervista di Tv2000 condotto da Monica Mondo in onda oggi alle ore 12.15 e alle 20.45 in occasione anche della Giornata per le vittime della mafia che si celebra il 21 marzo.

“Non è facile dopo 25 anni di impegno lasciare la Sicilia”, lo dice il pm antimafia Nino Di Matteo all’indomani della nomina in Dna, spiegando che la sua scelta è “dovuta alla consapevolezza che per continuare a impegnarmi nella lotta alla mafia dovevo cambiare ruolo e ufficio”. Di Matteo parla anche della sua nomina alla Procura nazionale antimafia: “Sulla mia nomina alla Procura nazionale antimafia in questi anni ci sono stati i veti di alti esponenti istituzionali”, afferma dopo le bocciature da parte del Csm. “A prescindere dal valore professionale altissimo dei colleghi che mi sono stati preferiti in altre circostanze – aggiunge – resto convinto che in passato ci sia stato qualche veto e qualche pregiudizio, anche da qualche alto esponente istituzionale che ha pressato perché la mia domanda non fosse accolta. Questo è quello che penso. Mi auguro che non sia accaduto ma ho qualche elemento per ritenere che possa essere accaduto”. Il pm siciliano dovrebbe restare applicato al processo sulla trattativa tra Stato e mafia.
“Ho subito anticipato al Procuratore di Palermo e al Procuratore nazionale antimafia il mio intento di finire il mio percorso intrapreso da anni. Ho colto anche una disponibilità dal Procuratore antimafia Roberti”, dichiara.