“I dati sono equivocabili: il nostro Paese rischia di imboccare la strada di una insostenibile e deleteria ‘guerra tra poveri’. Come possiamo permetterci di spendere 35 euro al giorno per accogliere decine di migliaia di immigrati, quando agli sportelli e alle mense della Caritas del sud, ma spesso anche del centro-nord, due utenti su tre sono italiani?”. Il presidente del Veneto Luca Zaia commenta cosi’ i dati del rapporto annuale Caritas diffusi oggi, in concomitanza con la Giornata mondiale contro le poverta’. “Voglio evitare pregiudizi o condizionamentI ideologici di presunto razzismo – premette – ma porre una questione politica fondamentale per la sopravvivenza non solo del nostro welfare, ma delle basi della convivenza civile. Ci sono 4,6 milioni di italiani che non raggiungono nemmeno il reddito minimo di sostentamento, il numero di poveri in Italia e’ raddoppiato negli ultimi 8 anni, e tra questi – ci dice la Caritas – cresce il numero dei giovani rispetto agli anziani; la crisi economica ha falciato milioni di posti di lavoro, infoltendo la schiera dei disoccupati. Solo il ‘ricco’ Veneto ne conta 170 mila”. Per Zaia, se questo e’ lo scenario, “come puo’ un Paese civile dimenticarsi dei propri poveri e investire 4 miliardi del proprio bilancio per accogliere i migranti e ‘solo’ un miliardo per contrastare poverta’ ed emarginazione tra i propri cittadini? Forse che i disoccupati e i poveri del Sud dell’Italia valgono meno, agli occhi del governo, di chi proviene dall’altra sponda del Mediterraneo?”. “Da amministratore ritengo impegno prioritario e di responsabilita’ il sostegno alle persone piu’ fragili delle nostre comunita’ – prosegue Zaia – e mi aspetto che il governo italiano ponga, con maggior forza e coraggio, analogo principio nei confronti dell’Unione Europea. A un Paese dove un cittadino su sette e’ sotto la soglia delle poverta’, non puo’ essere scaricato l’onere di accogliere e gestire la pressione dei flussi migratori dell’intero continente. O l’Europa ci da’ la risorse per accogliere quanti scappano da Africa, Asia e Medio Oriente in cerca di un destino migliore – conclude – o l’Italia deve avviare con serieta’ e rigore un piano di rimpatrio dei migranti che non hanno i requisiti di rifugiato”.