Pio La Torre

Trentacinque anni fa, il 30 aprile del 1982, viene assassinato a Palermo Pio La Torre. Con lui, nella macchina crivellata dai colpi dei sicari, c’è anche Rosario Di Salvo, il compagno di partito che gli faceva da autista e guardia del corpo. Nell’anniversario della morte, Rai Cultura dedica al politico e sindacalista il nuovo appuntamento con ”Diario Civile”, in onda domani alle 18.00 su Rai Storia, con un’introduzione del Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti. Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nominato Prefetto di Palermo immediatamente dopo quell’attentato, a chi gli chiede perché la mafia abbia ucciso Pio La Torre, risponde ”per tutta una vita”. Pio La Torre si è sempre schierato in difesa degli ultimi, e in Sicilia questo ha voluto dire battersi contro gli interessi illeciti della mafia. Da quando, appena ventenne, guida le lotte contadine per la terra, passando per l’opposizione al Sacco di Palermo, fino alla mobilitazione contro la base missilistica di Comiso, La Torre combatte contro la mafia, per la legalità, la giustizia e la pace. Nessuno come lui conosce in prima persona il fenomeno mafioso, per questo è stata fondamentale la sua presenza nella Commissione parlamentare Antimafia, di cui ha redatto, insieme tra gli altri al giudice Cesare Terranova, la relazione di minoranza; un caposaldo della lotta contro la mafia. Ed è da quell’esperienza parlamentare che nasce la sua rivoluzionaria proposta di legge, che per prima ha previsto il reato di associazione di stampo mafioso e la confisca dei beni dei condannati. Legge che il parlamento approverà, col nome di Legge Rognoni-La Torre, solo il 13 settembre 1982, dopo la morte di La Torre e l’omicidio di Dalla Chiesa. A dare volto e voce a Pio La Torre, è il giovane attore palermitano Alessio Vassallo, che ripercorre la sua vita attraverso i suoi scritti. Il documentario inoltre si avvale delle testimonianze di coloro che più da vicino hanno conosciuto La Torre; come il figlio Franco; i suoi primi compagni nel sindacato Emanuele Macaluso e Nicolò Cipolla; i suoi collaboratori nel Partito Comunista siciliano, Nino Mannino e Gioacchino Vizzini; e il giornalista dell’Unità Vincenzo Vasile e l’allora cronista de L’Ora Attilio Bolzoni.

Inizieranno mercoledì 26 aprile a Palermo le iniziative per ricordare Pio La Torre e Rosario di Salvo, uccisi dalla mafia il 30 aprile 1982. Il programma del 35esimo anniversario partirà mercoledì alle 10 quando giovani studenti delle scuole puliranno la lapide commemorativa in via Li Muli, presso Piazza Turba. Saranno presenti il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre. Giovedì 27 aprile alle 10, presso il Giardino Rosario Di Salvo di via Nazario Sauro a Palermo, sarà inaugurato un monumento raffigurante Pio La Torre e Rosario Di Salvo dell’artista Mario Giuntini. Tra gli altri eventi, tre studenti di Palermo, Loano (Sv) e Potenza, in rappresentanza degli oltre diecimila partecipanti al Progetto educativo antimafia promosso dal centro studi La Torre, presenteranno i risultati del questionario sulla percezione mafiosa. Venerdì 28 aprile verrà presentato il francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “Il Senso civico” dedicato a Pio La Torre e Rosario Di Salvo ed emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico. Sempre nella giornata di venerdì nel cortile interno della Scuola delle scienze giuridiche ed economico sociali di via Maqueda a Palermo, verrà scoperto un busto raffigurante Pio La Torre, realizzato da Salvatore Giarratano, vincitore di un bando promosso dal centro Pio La Torre tra gli studenti dell’Accademia delle belle arti di Palermo. Alla cerimonia saranno presenti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

“Va sviluppato un impegno corale” nella lotta alla criminalita’, “l’impegno di Pio La Torre ci spinge a far diventare l’antimafia una vera religione civile che contribuisce a rendere migliore e piu’ coesa la nostra societa’, tutti dobbiamo sentire la sifida di arginare e contrastare la criminalita’ e soprattutto la politica deve dimostrare di essere in ascolto del paese, non dimenticare che la questione del Mezzogiorno attraversa tutta la storia del paese e non puo’ non essere risolta. La lotta alla mafia non e’ un capitolo separato dal nostro impegno politico”. Lo ha detto Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, intervenendo all’iniziativa “90° dalla nascita di Pio La Torre: il suo impegno per la liberta’, il progresso e la pace”, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dopo aver ricordato il lavoro di Pio La Torre, Bindi aggiunge: “non basta dire che aveva ragione, abbiamo sconfitto l’ala stragista della mafia e neutralizzato i vertici, ma le mafie sono ancora con noi, il 416 bis resta presidio essenziale, ma oggi i mafiosi hanno mutato pelle: sparano meno e fanno affari nel perimetro delle attivita’ legali sfruttando le lacune della legislazione. Le mafie sono una malattia sistemica e metastatica che richiede una cura sistemica”.