Pd

Sulla Rai si stanno concentrando negli ultimi giorni le tensioni politiche, nella convinzione che il sistema radiotelevisivo pubblico sia determinante nelle dinamiche e nelle lotte partitiche. Il tema del referendum e quello del dibattito sulla riforma prima e ora quello dei compensi e delle nomine dei direttori dei Tg dimostrano la centralità del dossier Rai. “Le nomine ai Tg non sono materia per la politica. Una buona norma che ancora oggi in molti dimenticano, ripiombando cosi’ in un antico vizio. Piu’ che ai direttori, pensiamo al tetto sugli stipendi, ai dati dell’Osservatorio di Pavia sul pluralismo, e a valorizzare per le direzioni le tante risorse interne”. Lo dichiara la senatrice Francesca Puglisi della segreteria Pd.

“Nessuno vuole che Renzi lasci. Nessuno nel Pd vuole che lui se ne vada”. Ad affermarlo è Luigi Bersani. In un’intervista al quotidiano ‘Die Zeit’, l’ex segretario Pd affronta l’esito delle amministrative e i risultati raggiunti dall’esecutivo. “Il governo italiano – spiega – si sta indebolendo per diversi motivi: la maggioranza degli italiani soffre ancora la crisi economica e parte dell’elettorato di sinistra è deluso dal lavoro del governo. Ma non vedo il rischio che questo Governo possa essere instabile”. Per Bersani non si dovrebbe considerare “il referendum di ottobre ” come un “evento cosmico dal quale dipendono il destino del governo, del partito o del paese”. Secondo l’ex ministro, la decisione del premier Renzi di legare il destino del governo all’esito del referendum costituzionale d’autunno è “un grave, un gravissimo errore politico e penso che questo lo abbiano capito tutti”. Dice Bersani: ”Adesso si cerca a parole di sminuire e questo è un bene”.

Roberto Speranza fa sempre piu’ fatica, dopo la sconfitta del Pd di Renzi alle amministrative, a nascondere le proprie aspirazioni per la guida del partito. “Prima pensiamo al progetto. Quello che conta è un progetto alternativo, i nomi vengono dopo”. Così Roberto Speranza, leader di Sinistra riformista, alla domanda circa una sua candidatura per la minoranza Pd al prossimo congresso, nel corso dell’assemblea nazionale di SinistraDem che si tiene a Bologna. ”Dal premier ci aspettiamo che faccia una battaglia vera in queste ore, penso che il messaggio da lanciare oggi sia di grande sostegno. Questi prossimi giorni sono fondamentali per l’Europa e Renzi sappia che su questi temi ha il consenso vero di tutto il Pd:l’Italia può svolgere un ruolo fondamentale di spinta per un rilancio dell’iniziativa europea. Sono due i punti all’ordine del giorno per un rilancio della Ue:una maggiore unità politica e una inversione molto radicale della politica economica, provando a ripartire dalle esigenze degli strati sociali più deboli’

Il deputato del Pd mette il dito nella piaga: il riferimento é al legame che unisce diversi esponenti del M5S con la Casaleggio Associati e per il quale sono spesso stati accusati di poca indipendenza. “Sarebbe bello che la Raggi -neosindaco di Roma – stracciasse il contratto sottoscritto con Casaleggio, sarebbe un atto di liberta’ e di buona volonta. Chiara Appendino -neosindaco di Torino – a differenza del sindaco di Roma, non ha firmato nessun contratto”. Cosi’ il deputato Pd Andrea Romano oggi al programma di Rai RADIO2 Un Giorno da Pecora. “Per me resteranno a Roma e a Torino per tutta la durata del mandato – aggiunge Romano parlando della durata del mandato dei grillini – vedremo cosa faranno”.

‘Dopo qualche ora di riflessione e di analisi, con il confronto dei dati locali e delle situazioni territoriali, il segretario del Pd e premier Matteo Renzi, commenta il voto alle amministrative che lo vede perdente. ‘Confermiamo che il voto ha ragioni di forte valenza territoriale ma c’è un elemento nazionale: una vittoria netta e indiscutibile nei comuni dei 5 stelle contro di noi. Non è un voto di protesta ma di cambiamento non solo nei comuni in cui ha vinto M5S. Ha vinto chi ha interpretato meglio l’ansia di cambiamento. Se c’è una cosa che il governo deve dire è un caloroso buon lavoro a tutti gli eletti. Il governo aiuterà tutti a cercare di fare bene. E noi andiamo avanti ad occuparci delle priorità istituzionali”. Da piu’ parti e non solo dentro il suo partito, Renzi viene indicato come il vero sconfitto di questa tornata elettorale. E questo nonostante avesse precisato che questo voto non poteva avere ripercussioni sul governo e non doveva essere ritenuto come un giudizio sul suo operato. Non é servito: la sconfitta del Pd a Roma e a Torino ha scardinato questa impostazione, consolidando il M5S sul piano nazionale e aprendo nuovi scenari.

“Le elezioni le ha perse il Pd, siamo tutti sulla stessa barca. Ma Renzi, in questi due anni, ha goduto di potere assoluto, come segretario e premier, e quindi, evidentemente, ci sono delle responsabilità maggiori”. Così il senatore della minoranza Pd, Miguel Gotor, a ‘Otto e Mezzo’, su La7. “Ci sarebbe stato bisogno di più umiltà, capacità di ascolto, ad esempio per studenti e operai che hanno subito la nostra azione – ricorda Gotor, riferendosi alla buona scuola e al Jobs Act. il cambiamento per il cambiamento è il modo per conservare le cose come stanno. Renzi deve lasciare? Serve congresso per risolvere il problema del doppio incarico, che non riguarda solo Renzi, ma anche la Serracchiani, che è vicesegretario e anche presidente del Friuli Venezia Giulia, che ha visto le sconfitte di Trieste e Pordenone”.

Il Premier Matteo Renzi, segretario del Partito Democratico, ammette la sconfitta. Aveva cercato in tutti i modi di non legare il suo nome a queste elezioni amministrative, che non lasciavano presagire nulla di buono. Ma queste elezioni comunali non possono non avere – per il successo del M5S – anche e soprattutto un significato politico. ‘Abbiamo perso – ammette il primo ministro – ho rottamato troppo poco. Non mi dimetto, non ci penso nemmeno. Ora via la vecchia guardia del partito. Non é un risultato contro di me’. La minoranza del Pd adesso gli chiederà conto e ragione. La direzione del partito, prevista per venerdi, si annuncia una vera e propria resa dei conti.

Amministrative 2016. Vincone le donne a Roma e a Torino e sono entrambe del M5S. Una chiara vittoria per Grillo e i suoi. Perde il Pd che conquista solo Milano con Sala, Affluenza in calo: affluenza, ha votato il 50,54%Trionfo del M5S a Roma e Torino, quindi: Virgina Raggi sarà la prima sindaca della capitale mentre Chiara Appendino conquista il capoluogo piemontese nonostante il distacco iniziale del primo turno da Piero Fassino. Le urne mostrano una sconfitta dei candidati Pd con l’eccezione di Bologna dove Merola è pronto a diventare il primo cittadino della città, lasciando indietro il centrodestra. L’alleanza Berlusconi-Salvini non sembra riuscire neanche nell’impresa di Milano dove Beppe Sala, dopo un iniziale testa a testa con Stefano Parisi, conquista la vittoria, facendo tirare un sospiro di sollievo ai Democratici. Senza sorpresa invece Napoli, dove si conferma la vittoria di De Magistris.

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Non accenna a stemperarsi la guerra tra Pd e M5S sulla presunta omissione, da parte della candidata grillina a sindaco, Virginia Raggi, di una sua consulenza. È una battaglia di veleni quella che si sta consumando a poche ore dal voto. Al centro delle polemiche resta il caso della consulenza di Virginia Raggi alla Asl di Civitavecchia. Lei, per tutta risposta, posta su Facebook “l’autocertificazione del 2015, nella quale specifica di aver svolto l’incarico, come legale fiduciario”. Ma lo scontro diventa incandescente quando il senatore Stefano Esposito, rilanciando una notizia di Repubblica, dice che sull’affare Asl la Procura ha aperto un fascicolo. “Nessuna indagine è stata aperta, nessun esposto è ancora giunto all’attenzione dei magistrati”, rettificano fonti della Procura romana. Raggi intanto spiega: “L’autocertificazione è del 2015 perché è nel 2015 che percepisco il relativo compenso. Per quanto riguarda invece l’incarico del 2012 non ero ancora consigliere e non era previsto alcun albo speciale. Con questa mia ultima delucidazione sull’ennesimo attacco montato ad arte dal Pd si chiude una delle campagne più sporche degli ultimi anni”. Ma il Pd parte in massa all’attacco: “Raggi è bugiarda e viola il silenzio elettorale”. Matteo Orfini e Debora Serracchiani puntano il dito contro la candidata M5s definendola “bugiarda” per la spiegazione fornita sulla consulenza.

Il Partito Democratico, giovedì 16 giugno, scenderà in piazza per incontrare i cittadini e spiegare la riduzione delle tasse. La decisione strategica, – a soli tre giorni dal ballottaggio -, viene spiegata dal premier Matteo Renzi. “Giovedì 16 milioni di italiani non pagheranno la Tasi sulla prima casa. Come pure non pagheranno Imu e Irap agricola, vedranno finalmente lo sconto sull’Irap. Una riduzione di tasse che non ha precedenti per qualità e intensità nella storia degli ultimi vent’anni. Per questi motivi il Partito Democratico scende in piazza incontrando i cittadini, mostrando concretamente i risultati di queste scelte”. Ciò che è stato fatto è oggettivamente impressionante ma non lo valorizziamo bene neanche noi. Una grande giornata di mobilitazione del Pd per raccontare cosa stiamo facendo in concreto. Perché criticare è facile, ma cambiare è bello. E noi siamo la dimostrazione che cambiare concretamente si può. Chi dice sempre di no, chi mette veti su tutto condanna il Paese alla palude. Dai diritti civili alla pubblica amministrazione, dalle riforme istituzionali fino agli investimenti su scuola, cultura e ricerca, la musica è cambiata rispetto agli anni in cui si rinviava sempre e comunque. E in cui sulla scuola e sulla cultura si tagliava. Ho chiesto ai parlamentari del mio partito, agli amministratori territoriali e ai militanti che possono dedicare mezza giornata a questo impegno di scendere in piazza e di andare incontro alle persone. Con orgoglio, senza timidezza”.