onestà

‘Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre’. Lo disse Abraham Lincoln ma calza a pennello per il Movimento 5 Stelle che più volte si è spacciato per ciò che non era: un movimento con una reale democrazia al suo interno, votato al principio dell’onestà e della trasparenza, con il vincolo dei due mandati, e l’attività politica considerata come una parentesi di ‘servizio civile’ da abbandonare dopo un breve periodo, con il dogma dell’uno vale uno per il quale siamo tutti uguali, con il valore dell’incompetenza elevato a sistema, con lo spirito e le dinamiche della setta religiosa, del nemico alle porte e del complotto permanente. Si sgonfia dopo queste elezioni europee il mito del Movimento creato da Casaleggio padre e dal comico Beppe Grillo, che non a caso se ne è allontanato per non rimanere con il cerino in mano. Perché una bugia ha il tempo contato, soprattutto se la esponi e la racconti a un intero popolo che pretende esempi e non slogan. Diverso il discorso per la Lega di Matteo Salvini che mantiene, ahimè le sue promesse, e che ha il bagaglio culturale e ideologico della destra sovranista e autoritaria e che viene incontro alle frustrazioni di un popolo come quello italiano che non crede più nella democrazia e nelle sue lungaggini, che preferisce le maniere forti, le semplificazioni, le scorciatoie, la disintermediazione, il bianco o il nero. La Lega in tal senso è un’amara verità e il M5S, invece, una stupida bugia che non poteva più resistere dinnanzi al controllo di un elettorato che non perdona più nulla e che di fronte alla inconsistenza dei vertici del Movimento ha deciso di ritirare la fiducia accordata poco tempo fa.

“Dai tempo al tempo e vedremo se quelli che ci facevano la predica urlando “Onesta’, onesta’” fuori dai palazzi riusciranno a provare la loro innocenza nelle aule di tribunale: cosa che ci auguriamo di cuore, per loro e per l’Italia. Perche’ noi siamo per la giustizia non per il giustizialismo. Perche’ noi siamo garantisti sempre, non a giorni alterni. Tempo al tempo, amici. Senza fretta. Saranno mesi interessanti”. Lo dice Matteo Renzi, nella enews.

“Io avevo capito che il Pd stava cadendo in un sistema di potere e mi sono candidato anche per contrastare questo modello di partito, da cui ho preso le distanze gia’ dai tempi dell’Ilva e del Tap. C’e’ stata una grande opacita’ che, anche se fosse chiarita, mostrerebbe comunque una rilassatezza su aspetti importanti. Il Pd deve tornare a essere un partito di onesta’ e trasparenza. La politica arbitra, non gioca”. Cosi’, sul Corriere della Sera, il governatore della Puglia e candidato alla segreteria del Pd, Michele Emiliano, sulla vicenda Consip, per il quale “il Pd ha vissuto una deriva. Ha abbandonato i deboli, ma anche tanti imprenditori. Il Pd di Renzi ti lascia solo quando sei debole e ti cerca quando sei forte”. Sulla mozione di sfiducia al ministro Lotti, dice: “Se fossi in Parlamento il Pd non si farebbe portare a rimorchio della mozione di sfiducia, ma interverrebbe a tutela di se stesso, del Paese e del governo. Non ci si deve preoccupare tanto di Lotti, quanto di Gentiloni. Chi e’ coinvolto direttamente deve essere piu’ generoso verso il partito che verso se stesso”. Per Emiliano non c’e’ la necessita’ di rinviare le primarie e osserva: “temo che il rinvio del congresso sarebbe la fine del Pd, perche’ dovremmo ammettere la crisi politica e morale del partito. Se anche uno o piu’ candidati fossero in difficolta’, il congresso non si puo’ bloccare. Anche perche’ il Pd non e’ un partito personale. Dobbiamo tirare fuori il congresso dalle indagini”.