Maradona

 

Dopo la tappa del Festival di Venezia, il film ‘È stata la mano di Dio’ sta per arrivare in sala. E Paolo Sorrentino, già premio Oscar, presenta il suo film già Leone d’Argento alla Mostra e candidato per l’Italia alla notte d’oro di Los Angeles, a Napoli. Protagonista viva e pulsante come gli altri personaggi dell’opera ispirata alla sua dolente storia personale. “In questo film si ride e si piange. E io sono emozionato come al mio matrimonio“. Un film coraggioso, diverso dalle altre pellicole sorrentiniane ma fino a un certo punto perché lo stile dell’autore de La Grande Bellezza è inconfondibile. La morte di entrambi i genitori quando Sorrentino era ancora un adolescente è un dolore che non potrà passare: “Questo era un film che non si poteva raccontare come gli altri: bisognava far parlare i sentimenti e le emozioni. Ho lasciato gli attori più liberi, alla ricerca della verità. E poi mi sono chiesto: vediamo se posso essere come altri miei colleghi che ottengono molto lavorando poco”. A chi gli chiede quanta quota della sua vita reale sia entrata nel film, Sorrentino scherza: “Le percentuali non ve le darò ma c’è tanta verità. Sentimenti e intenzioni sono assolutamente reali, c’è solo qualche forzatura cronologica perché non volevo raccontare un arco temporale di 20 anni”. Il coraggio di farlo è arrivato con la maturità: “Forse l’ho fatto adesso perché ho l’età giusta per farlo: ho compiuto 50 anni l’anno scorso e mi è parso che ero abbastanza grande e maturo per affrontare un film personale“. Se c’è un riferimento è al Troisi regista. Finisce come un film di Troisi. Il mio nume tutelare in questo film è Troisi”. Come ormai molti sanno il titolo è dovuto non solo all’amore del regista per “il giocatore più grande di tutti i tempi” (citato anche quando fu premiato con l’Oscar) ma perché Diego Armando Maradona in un modo come solo a Napoli sarebbe potuto succedere gli salvò la vita. Fu proprio per andare a vedere Empoli-Napoli a impedirgli di essere con i suoi genitori in montagna quando entrambi morirono per esalazioni di monossido di carbonio. Il Pibe de oro, così importante per il regista, non potrà mai vedere questo film: “Io l’ho visto un’unica volta a Madrid ma lui era distratto. Aveva passato una notte insonne ed aveva avuto dei guai. Del film non sono mai riuscito a parlargli. Non era un uomo facilmente accessibile. Il mio grande rammarico è non poterglielo far vedere“. Il film ha per protagonista un adolescente che già sa che vorrà fare cinema: “Spero che ai ragazzi che lo vedranno arrivi il fatto che il film contiene un’idea di futuro. Il non abdicare mai ad un’idea di futuro. Questo futuro c’è sempre, anche se è invisibile a 17-18 anni”. Il film sarà in sala il 24 novembre grazie a Lucky Red e il 15 dicembre su Netflix . Dopo le rassegne è il tempo del giudizio del pubblico: “Ho passato già tre mesi a presentarlo in giro per festival e parlarne sempre ha fatto in modo che il dolore stia diventando noioso. E questo è di grande aiuto. Annoiarsi di una cosa è una buona scorciatoia per non occuparsene più. Purtroppo – aggiunge sorridendo – a fine film mi tocca ascoltare le storie di lutti simili vissute dagli spettatori”. Poi sarà il momento di iniziare la corsa verso il giudizio dell’Academy che già una volta lo ha portato sul palco del Dolby Theater: “Il mio atteggiamento non è cambiato rispetto a 7 anni fa. Ho solo più consapevolezza del fatto che una quantità di variabili debbano coincidere per vincere un Oscar. La marcia è lenta. Si vive alla giornata. Tu puoi solo lavorare al meglio e sperare che queste variabili si mettano tutte nella direzione giusta”. Prodotto da Lorenzo Mieli e dallo stesso Paolo Sorrentino per The Apartment, società del gruppo Fremantle, il film ha tra le sue stelle il sempre mimetico Toni Servillo.

Diego Armando Maradona riceverà la cittadinanza di Napoli mercoledì 5 luglio alle 21:30. Lo rende noto all’Ansa Ciro Borriello, assessore allo Sport del Comune. La cerimonia, che si svolgerà in piazza del Plebiscito, sarà preceduta da uno spettacolo musicale. L’evento è stato deciso oggi dopo una riunione che si è tenuta in Comune con la partecipazione di Alessandro Siani, promotore della kermesse in piazza assieme al Comune di Napoli.

Il 30 giugno 1984 è un giorno come tanti. Forse in tutto il mondo, ma non a Napoli, dove è il giorno di Maradona.

L’asso del calcio, acquistato dal presidente Ferlaino, resterà a Napoli 7 anni, vincendo con la squadra due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Uefa e una Supercoppa italiana. Diventerà un’icona, un mito e non solo per i napoletani. Ma oggi a Napoli cosa è rimasto di quel calciatore argentino che ha dato sostanza ai sogni di un popolo? E’ quello che racconta ‘Maradonapoli’, documentario di Alessio Maria Federici (casa di produzione Cinemaundici). Una storia che arriva allo spettatore attraverso immagini cercate in ogni angolo della città, attraverso oggetti che ricordano il fuoriclasse argentino e racconti delle persone che hanno vissuto a Napoli con una leggenda del calcio. Distribuito da Warner Bros, il film sarà nelle sale da oggi primo maggio.

Lite a distanza tra due calciatori argentini. Mauro Icardi risponde all’attacco al ‘veleno’ di Armando Maradona, giunto con un commento a chi gli chiedeva della rabbia del giovane per la mancata convocazione in Nazionale. “Non parlo di Maradona, non puo’ essere un esempio per nessuno nella vita”. Con queste parole Icardi ha liquidato il Pibe de oro che gli ha dato del traditore. “Le sue parole non mi feriscono – ha spiegato – perche’ non fanno parte della mia vita. Maradona come calciatore e’ stato uno dei migliori al mondo. Ma fuori dal campo non si puo’ parlare di una persona cosi’. Ha fatto ancora una figuraccia, sono parole di cattivo gusto”. Diego Armando Maradona aveva dichiarato: “Non so se lo porteranno in Nazionale… ma io dei traditori non parlo”. Icardi difende le scelte fatte che ha deciso di raccontare nella sua biografia. “Volevo che la gente mi conoscesse per quello che sono anche al di fuori dal campo”, ha spiegato alla presentazione di “Sempre Avanti”, Sperling & Kupfer, nella libreria Rizzoli di Milano. Icardi ha voluto raccontare la sua verita’, i sacrifici suoi e del padre. Partito da Rosario, il bomber nerazzurro e’ il capitano dell’Inter e guadagna oltre 5 milioni di euro a stagione, dopo il rinnovo annunciato venerdi’.”I soldi hanno cambiato la mia vita – dice – ma non la mia testa. Non credo di essere un top player. Faccio solo il mio lavoro”.

Con tutto quello che succede nel mondo, con i morti ammazzati un giorno sì e l’altro pure, per attentati terroristici, incidenti, stragi piu’ o meno premeditate di lupi solitari e soli, prendiamoci un momento di relax – é estate no? – e sorridiamo un pò, ma rispettosamente, per l’indignazione di molti tifosi napoletani, inviperiti per l’addio del loro amato campione Gonzalo Gerardo Higuain, approdato a suon di milioni di euro sulle sponde della rivale Juventus. Questa sorta di tradimento peserebbe ancora di piu’ sul core napoletano: lo compie un argentino, come Diego Armando Maradona, uno che Napoli l’ha amata veramente e dalla quale si sentiva rappresentato, da scugnizzo verace quale in fondo era sempre rimasto. Ma Higuain di napoletano non ha nulla. Perché stupirsi allora? Higuain, come molti altri, come quasi tutti gli altri calciatori e atleti, va dove lo porta il portafoglio e la carta di credito. I napoletani con la loro filosofia di vita e con la loro vitalità dovrebbero capirlo e accettarlo piu’ di altri. Una cosa é il cuore, un’altra i soldi. Higuain, sebbene ad alti livelli, sta onorando la napoletanissima arte di arrangiarsi. Perché indignarsi?

E’ tornato il sereno tra Maradona e Pele’ alla vigilia di Euro 2016, al Palais Royal di Parigi durante il ‘Match per la pace’. In passato protagonisti di botta e risposta pungenti e per la diversità di carattere, sono tornati ad abbracciarsi nell’incontro organizzato ieri a margine degli Europei e in cui si sono trovati avversari. Una partita cinque contro cinque da 30 minuti, terminata con un 8-8. L’ex asso argentino è entrato nel secondo tempo, mentre il fuoriclasse brasiliano, aiutato da una stampella dopo una operazione all’anca, ha fatto da ‘allenatore’. In squadra con l’ex Pibe de Oro, Marco Materazzi, Angelo Peruzzi, Ciro Ferrara, David Trezeguet e Clarence Seedorf. “Basta litigi. Grazie a Pelè perché sta vicino ai giocatori. Lo amiamo con tutto il cuore perché sappiamo chi è stato e chi sarà”, ha detto Maradona.