maggioritario

E’ “giusto” arrivare a una nuova legge elettorale, “non è bene non avere una legge maggioritaria, pazienza se è utopia ma un giorno o l’altro dobbiamo ripensarci”. Lo ha detto l’ex premier Romano Prodi intervistato a “In mezz’ora” su Rai 3. “Ci vuole una legge elettorale che dia stabilità, che dia governi di legislatura” ha aggiunto. L’ex premier viene dato da più fonti come il riferimento politico per tante anime della sinistra, insieme all’ex sindaco di Milano Pisapia. Prodi ha smentito più volte questa ipotesi, ma nelle ultime settimane é tornato ad esternare il suo dissenso nei confronti di Renzi e a proporre alleanze e programmi.

“L’articolo 56 della nostra Costituzione stabilisce che ‘la ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni…si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione…distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione…’. È quindi del tutto evidente l’incostituzionalità di una legge elettorale che preveda di utilizzare il censimento dei primi anni ’90: unica giustificazione, la norma transitoria per andare a elezioni anticipate”. Lo dichiara Vannino Chiti (Pd). “Non si prendano dunque in giro i cittadini -aggiunge il senatore- facendo improbabili smentite. Voglio ricordarlo a tutti noi in quanto parlamentari: siamo per primi tenuti al rispetto della Costituzione. Nessuna ragion politica può farci venir meno a questo dovere. Voglio anche ribadire l’invito a noi del Pd a non consegnarci in modo permanente alle larghe intese. Impegniamoci con coerenza a costruire, non a parole ma nei fatti, il centrosinistra”. “Battiamoci -prosegue- per convincere altre forze politiche a introdurre ragionevoli correttivi che favoriscano la governabilità: o tornando alla proposta con il 50% di collegi maggioritari e 50% di proporzionale, introducendo il voto disgiunto su due schede, o accogliendo quella di Walter Tocci, 100% di collegi, chi supera il 40% vince il seggio, per il resto distribuzione proporzionale. Infine una precisazione anche se ovvia: le mie battaglie continuo a condurle nel Partito democratico. Tra l’altro, su leggi costituzionali ed elettorali, esiste non la disciplina di gruppo ma la libertà di coscienza”, conclude Chiti.

“Se c’e’ il proporzionale vedo un gran pasticcio. Io penso che una riforma elettorale la si possa fare, io la vedo maggioritaria con collegi, magari anche un Mattarellum rivisto. Ne sono convinto per il bene di tutti. La nostra proposta prevede per meta’ collegi e per meta’ proporzionale ma con i premi”. Lo ha detto ieri il senatore di Ala Denis Verdini a ‘Bersaglio mobile’, trasmissione di Enrico Mentana su La7. E riguardo alla legislatura: “Con gli amici di sinistra, durante il governo Letta, si era creato anche un rapporto. Tutto cio’ diventa scandalo dopo la rottura del patto del Nazareno. La formazione di Ala ha inibito l’azione della sinistra Pd nei confronti di Renzi. Senza Ala molte cose al Senato non sarebbero passate”, ha dichiarato Verdini. E alla domanda se, in caso di ricandidatura, stara’ in lista con Renzi, il senatore ha risposto: “Non staro’ nella stessa lista, non ho nulla a che spartire con il Pd”.

Una nuova legge elettorale è “indispensabile”, perché “quelle che vengono fuori dalle sentenze della Consulta creano una instabilità di sistema”. Lo ha detto al videoforum di RepubblicaTv il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro (Pd). Finocchiaro sarebbe favorevole a una legge “corretta in senso maggioritario, se non maggioritaria tout court”, affinché “chi arriva primo alle elezioni abbia qualche chance in più di formare un Governo stabile”. Il ministro ha aggiunto: “ci sono tanti sistemi. Io oscillo su due opzioni: consegnare comunque alla prima forza un premio di stabilità oppure orientarsi verso le coalizioni. Ma ragionare di coalizioni, quando il primo partito del Paese si è scisso, non è facile”. Intanto la commissione Affari costituzionali giovedì e venerdì svolge le audizioni nell’ambito dell’esame delle proposte di legge sulle modifiche alla legge elettorale. Saranno 27 gli esperti della materia ad essere ascoltati.

“La frattura del Pd e le molte epifanie di nuovi partiti, a destra e a sinistra, si stanno consumando in un ambiente politico che gia’ si muove nella logica del sistema proporzionale. Dopo un paio di decenni in cui la politica ha agito con la logica tipica del maggioritario, che proponeva un asse, il leader carismatico, attorno al quale ruotava tutto il mondo, oggi si affaccia una nuova idea della politica, piu’ collegiale. E’ la stagione dei tessitori e non dei guerrafondai. Non e’ detto che sia peggio, a condizione di recuperare le necessarie energie per ricostruire la democrazia dei partiti”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“Noi abbiamo bisogno di organizzare elezioni primarie vere, in tempi rapidi, per poter avere una coalizione in grado di scegliere un programma e un leader. Ecco perché io auspico una legge elettorale ‘decidente’ che vada verso un modello maggioritario e che quindi possa riunire le coalizioni e garantire un livello di governabilità adeguata”. Lo ha detto l’europarlamentare Raffaele Fitto, parlando a Bari, con i giornalisti, a margine della tappa pugliese del tour di Direzione Italia, la denominazione che la formazione politica di cui è leader ha assunto in sostituzione di Conservatori e riformisti. “Direzione Italia – ha spiegato – e’ un nome scelto da tutti coloro che hanno partecipato in questi lunghi mesi ad un dibattito che ha visto, dal basso, scegliere un programma e dei contenuti, condividere con tante realtà territoriali in giro per l’Italia un progetto politico e indicare una direzione che è appunto quella di Direzione italia che ha l’obiettivo di ribadire con forza le nostre posizioni all’interno del centrodestra, quindi coerenti, e di declinare alcune parole fondamentali per il nostro Paese quali responsabilità, serietà, coerenza, competenza. L’Italia ha bisogno di questo. Noi ci proponiamo anche in riferimento al nostro collegamento europeo e anche, soprattutto, ai nostri programmi per poter dare delle soluzioni ai veri problemi del nostro Paese oggi”. Per Fitto quello delle primarie “è l’unico strumento che può superare le difficoltà del centrodestra. A livello nazionale – ha ricordato Fitto – ci sono temi sui quali ci sono posizioni differenti e c’è anche un problema di leadership”.

Ben consapevole dell’importanza della legge elettorale per la rappresentanza democratica, il dibattito che non accenna a placarsi sul modello elettorale da adottare nel nostro Paese sta assumendo i toni della farsa. Siamo alle prese con una congiuntura economica e sociale a dir poco critica. I livelli di crescita e la produttivita’ dell’azienda-Paese sono pressocche’ stabili. Aumenta la pressione fiscale sostanziale, cresce la disoccupazione giovanile, rimane alta quella generale. Ma il cuore dei problemi nell’agenda politica rimane la legge elettorale. I maggiori partiti optano per il maggioritario, i piccoli partiti per il proporzionale (che garantisce una effettiva rappresentativita’ ma non la governabilita’) in grado di assicurare loro sopravvivenza. Riusciranno i partiti a rendere omogenea la legge elettorale sia per la Camera sia per il Senato, come da indicazione del Capo dello Stato? Le alternative sono 5: Mattarellum: maggioritario con collegi uninominali e con il 25% dei seggi assegnati con il proporzionale; Consultellum: il sistema che uscirebbe dall’ordinanza della Consulta nel caso in cui venisse bocciato il doppioturno e che prevede preferenze e proporzionale con sbarramento all’8% per il Senato e del 3% per la Camera; ‘Italicum bis’ nel caso in cui la Consulta dovesse salvare il ballottaggio previsto dall’Italicum e che prevede il doppio turno e la soglia, per ora al 40%, per la vittoria al primo turno; sistema proporzionale con minipremio di maggioranza alla lista o alla coalizione che arriva prima; modello tedesco: meta’ seggi assegnati con il proporzionale e meta’ con il maggioritario. Ebbene, uno di questi modelli sara’ quello vincente, ma per la politica non c’e’ fretta: senza legge elettorale nessun rischio di voto anticipato. Ma intanto non si parla d’altro.