Legge elettorale

“Il governo Gentiloni sta facendo il possibile e talora l’impossibile, sia in Italia che all’estero, in una situazione assai difficile”. Lo afferma Fabrizio Cicchitto, deputato di Ap che aggiunge: “Non può certo attaccarlo chi nel Pd da tempo ha lavorato contro la maggioranza che sostiene il governo ricercando intese solo con le forze di opposizione in primis l’M5s sulla legge elettorale e sui vitalizi, tema questo che va molto al di là dei suoi aspetti monetari ma che attiene a una visione della democrazia parlamentare”. Continua Cicchitto: “Paradossalmente Renzi non solo rifiuta le coalizioni, ma se ne fa qualcuna, la realizza alla rovescia: con la Lega e col M5s”. E di conseguenza “in una situazione di questo tipo – aggiunge – Gentiloni sta facendo dei miracoli di cui tutti gli devono essere grati, in primo luogo il Pd. Infatti e’ evidente che a livello internazionale e anche in Europa si e’ aperta una dialettica di nuovo tipo nella quale bisogna combinare insieme la difesa degli interessi nazionali con la cornice europea che non può essere infranta perche’ gli esisti sarebbero catastrofici”.

“Noi siamo disponibili al dialogo con tutte le forze politiche. E’ evidente che bisogna fare un testo condiviso da tutti. Ma soprattutto serve che ognuno mantenga i patti sottoscritti. Il Movimento 5 stelle non l’ha fatto nel precedente passaggio. Se ora sono pronti a confrontarsi seriamente, per noi il tavolo è aperto”. Lo ha detto al Giornale radio Rai il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, commentando la disponibilità dichiarata dal deputato stellato Danilo Toninelli al confronto sulla legge elettorale, a condizione che i dem “aprano” su preferenze e voto disgiunto.

Quello dei centristi che lasciano Alternativa popolare per tornare nel centrodestra tradizionale “è un percorso autonomo, al quale stiamo assistendo ma non lavorando. Se nasce la ‘quarta gamba’ del centrodestra – dice la coordinatrice della Lombardia – è un bene per la coalizione, che sarà più forte. Ma due cose devono essere chiare. La prima è che Forza Italia sta facendo un proprio percorso autonomo di rafforzamento e rinnovamento profondo, che nulla ha a che fare con questi movimenti parlamentari. E la seconda è che, in ogni caso, per noi la coalizione è formata da quattro pilastri: Fi, Lega, Fdi e il civismo territoriale. E pensiamo, come ha sempre sostenuto il presidente Berlusconi che il centrodestra l’ha inventato e tenuto unito anche nelle difficoltà, che si debba stare insieme per vincere”. Mariastella Gelmini, deputata azzurra e coordinatrice lombarda di Forza Italia, mette i puntini sulle i a proposito dei rapporti con gli ex alfaniani ed altri parlamentari che si stanno riavvicinando alla leadership di Silvio Berlusconi. “Significa – spiega in una intervista al Corriere della sera – che siamo pronti ad alleanze per essere più forti, come lo siamo rispetto ad altre liste che possano contribuire alla vittoria, penso a quella animalista, al partito di Rotondi, al movimento di Mario Mauro, a quello di Quagliariello. Ma Fi sta facendo un suo cammino che è altra cosa. E che va di pari passo con la spinta all’unità con le forze tradizionalmente a noi alleate”. Coalizione sì, ma cautela, per Gelmini, sulla legge elettorale: “L’unità del centrodestra – dice – deve essere la nostra stella polare indipendentemente dalle tecnicalità del sistema, ma lo dico anche a Salvini: non c’è alcuna contraddizione tra il proporzionale, che riteniamo più adatto a rappresentare la complessità della politica italiana oggi, e meccanismi maggioritari come una soglia di sbarramento alta e il premio alla coalizione”.

La riforma della legge elettorale è stata al centro ieri di una riunione dei deputati delle formazioni politiche del centrodestra alla Camera dei deputati. Secondo quanto riporta l’Ansa, hanno partecipato all’incontro Renato Brunetta e Roberto Occhiuto per Forza Italia, Massimiliano Fedriga e Giancarlo Giorgetti per la Lega Nord, Fabio Rampelli e Ignazio La Russa per Fratelli d’Italia, Cosimo Latronico e Antonio Distaso per Direzione Italia.
“Durante la riunione – si legge in una nota – è stato fatto il punto sulla situazione relativa all’esame della riforma del sistema di voto, che riprenderà in Parlamento nel mese di settembre. Sono state analizzate le proposte in campo, le varie sensibilità presenti all’interno del centrodestra, il timing dei lavori parlamentari, i punti dai quali ripartire alla ripresa dell’esame in Commissione Affari costituzionali. È stata avviata una riflessione comune”. I gruppi e le componenti di centrodestra hanno fissato per mercoledi 26 luglio un incontro per ulteriori aggiornamenti e approfondimenti.

La prima cosa che puntualizza e’ che lui non si candidera’ alle prossime elezioni in Sicilia. Nonostante il pressing che arriva da politici e cittadini. I prossimi mesi “saranno particolarmente delicati”, avverte, e il momento politico e’ complesso, caratterizzato da “fibrillazioni politiche” nella maggioranza. Pertanto lui, Pietro Grasso, di lasciare, in questa situazione, il suo incarico al Senato proprio non se la sente. Ci sono troppe cose da fare, spiega, e nel suo intervento a Palazzo Giustiniani in occasione della cerimonia del “Ventaglio”, le elenca tutte. A cominciare dalla legge elettorale. Che potrebbe benissimo riprendere il suo iter al Senato dove non sono previsti voti segreti. Per Grasso, infatti, l’approvazione di nuove norme che superino le sentenze della Consulta su Porcellum e Italicum e’ necessaria soprattutto perche’ si tratta di “questioni che incidono sul principio costituzionale della rappresentanza e della sovranita’ popolare” e che “vanno affrontate con grande serieta’, responsabilita’ e la piu’ ampia condivisione”. Traccia una sorta di indice delle disomogeneita’ che resterebbero tra Camera e Senato nel caso in cui si decidesse di andare alle urne senza una nuova legge elettorale e lancia un appello ai partiti: fino alla fine della legislatura di cose da fare ce ne sono tante. E andrebbero fatte per salvaguardare “la credibilita’” degli stessi partiti. Oltre al superamento dell’Italicum, Grasso, come aveva fatto al ventaglio della Camera la presidente Boldrini, parla della necessita’ di approvare in tempi rapidi lo “Ius soli”. Al di la’ della polemica politica che ha portato alle dimissioni di un ministro, si tratta infatti di una legge di civilta’ che va fatta perche’ “offrire a chi nasce, studia e cresce in Italia la possibilita’ di sentirsi parte della comunita’ nazionale” serve a a rendere l’Italia un “Paese piu’ sicuro”. Integrare e riconoscere diritti e doveri, insiste, “significa fare sicurezza”. Si tratta insomma non solo di applicare i principi previsti dalla Costituzione, ma anche i “valori cristiani”. Ma e’ in genere su fenomeno della migrazione che Grasso richiama tutti ai propri doveri: l’Europa affinche’ decida se vuole “incidere sui processi storici” o intenda affidarsi “egoisticamente alla geografia” e i politici perche’ non soffino “sulla paura” visto che cosi’ facendo indeboliscono il Paese. Ma non basta. Oltre alla legge di stabilita’, per il presidente del Senato da qui alla fine della legislatura c’e’ anche il tempo per approvare quei “Regolamenti parlamentari” che si invocano da decenni e che potrebbero portare a un nuovo bicameralismo piu’ efficiente; la legge che disciplina la candidabilita’ dei magistrati e il loro ricollocamento in ruolo; la riforma della diffamazione per togliere il carcere ai giornalisti. Ma Grasso augura anche che riesca a vedere la luce la norma che tutela i lavoratori che denunciano la corruzione, i cosiddetti “Whistleblower”.

Ritornera’ lei a palazzo Chigi? “Vediamo chi vince le elezioni. Io non sono ossessionato dall’idea di tornare a Palazzo Chigi”, risponde Matteo Renzi nel corso della registrazione di Bersaglio mobile, su La7. Quello che accadra’ dopo “lo vedremo sulla base dei voti”. A chi gli chiede quali alleanze esclude, Renzi risponde: “Io voglio vincere le elezioni. Non posso rispondere sulle alleanze, se non conosco legge elettorale, quanti partiti si presenteranno e quanto prenderemo. Il mio sogno e’ portare il Pd a governare questo paese”. Ma l’alleanza con Berlusconi? “Con Berlusconi ho fatto un accordo istituzionale, e l’ha rotto lui. Ma non ho mai fatto un accordo di governo. Sfido chiunque a dire il contrario”

“Con le attuali leggi elettorali per la Camera e per il Senato non si avranno maggioranze omogenee: anzi, e’ garantita la disomogeneita’”. Lo dice Giuseppe Lauricella, docente di diritto costituzionale e deputato del Partito democratico. “Per formare e sostenere un governo occorrono maggioranze in entrambe le Camere e, per di piu’, omogenee. Monito questo ripetuto dal presidente della Repubblica e dalla Corte costituzionale nella sentenza dell’inizio di quest’anno. Ma cio’ che sembra sfuggire o, peggio, sembra essere tenuto “sottotraccia” e’ il fatto che tutti i quorum, previsti dalla legge letterale attualmente in vigore per il Senato, sono “su base regionale”. In altri termini, mentre il sistema vigente per la Camera prevede il 40% quale soglia minima perche’ una lista possa ottenere il premio di maggioranza e il 3%, quale soglia di sbarramento per l’accesso alla distribuzione dei seggi alla Camera, lo stesso non e’ per il Senato”, sottolinea Lauricella. Il deputato del Pd aggiunge: “Il sistema per l’elezione del Senato prevede tre soglie: “20, 8 e 3 per cento. Tutte su base regionale. Cio’ significa che si puo’ – qui si’ – presentare una coalizione che deve raggiungere il 20% regionale e all’interno della quale le liste devono ottenere almeno il 3%, sempre regionale. Inoltre, se una lista vuole presentarsi da sola, fuori dalle coalizioni, per ottenere seggi in Senato deve, invece, raggiungere l’8%, sempre su base regionale. Mi pare che guardando il sistema nel suo complesso bicamerale non si possa che affermare la certezza di un quadro non solo disomogeneo ma totalmente frastagliato, con un Senato in cui “liste regionali”, promosse da “cacicchi” locali, potrebbero divenire l’elemento determinate per le maggioranze e, al contempo, destabilizzante”. Non si puo’ scherzare in nome di meri calcoli di parte. La riforma elettorale e’ necessaria per la omogeneita’ delle maggioranze parlamentari e dunque per la stabilita’ del governo delle future legislature”.

E’ “giusto” arrivare a una nuova legge elettorale, “non è bene non avere una legge maggioritaria, pazienza se è utopia ma un giorno o l’altro dobbiamo ripensarci”. Lo ha detto l’ex premier Romano Prodi intervistato a “In mezz’ora” su Rai 3. “Ci vuole una legge elettorale che dia stabilità, che dia governi di legislatura” ha aggiunto. L’ex premier viene dato da più fonti come il riferimento politico per tante anime della sinistra, insieme all’ex sindaco di Milano Pisapia. Prodi ha smentito più volte questa ipotesi, ma nelle ultime settimane é tornato ad esternare il suo dissenso nei confronti di Renzi e a proporre alleanze e programmi.

“Quanti franchi tiratori ci sono stati nell’aula per la votazione della legge elettorale? Oltre al M5S, ce ne saranno stati altri 40. Suddivisi tra tutti i gruppi parlamentari. Quelli del Pd saranno stati meno di dieci secondo me, ma non so chi siano”. Lo dice Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, ai microfoni di ‘Un Giorno da Pecora’, il programma di Rai Radio1 condotto da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro.

“A fronte di un partito, il nostro, che da mesi si è messo a disposizione per la creazione di una legge elettorale equilibrata e condivisa da tutti, questa settimana i nodi su questa legislatura sono venuti al pettine. Pd e Movimento cinque stelle continuano a essere attraversati da profonde crisi di identità interne che non le rendono forze politiche credibili ogni qual volta si deve fare un accordo. Tra franchi tiratori del Pd e deputati grillini che credono di far parte di un gioco, si è consumata una bruttissima pagina della storia politica italiana”. Così in una nota il senatore di Forza Italia, Renato Schifani, che continua: “Non tutto è perso però. Renzi dice che non ci sono più i margini di un accordo. Noi siamo convinti che se i deputati Pd fanno pace al loro interno, con un paziente lavoro in commissione, si può trovare una formula che soddisfi tutti”.