Lega

Il Movimento 5 Stelle perde consenso dopo il caso “Roma” con le nomine della giunta Raggi. In una settimana, il movimento di Beppe Grillo perde 4,4 punti percentuali a livello nazionale, secondo il sondaggio Swg all’8 settembre, pubblicato oggi sul quotidiano il Messaggero. I grillini passano dal 29,5% del primo settembre al 25,1%. Consensi perduti che si spostano verso la Lega e la sinistra. Il Pd aumenta lievemente il consenso e dal 30,4% sale al 31,0% staccando di 6 punti l’M5S che gli contendeva il podio. Forza Italia sale al 13,9% (era al 13,6% il primo settembre), la Lega accresce il consenso al 14,1% (12,8% il primo settembre).

E anche da Giorgio Maroni arriva la ‘benedizione’ nei confronti di Stefano Parisi, investito da Berlusconi della funzione di coordinatore di Forza Italia “Tutti i contributi sono utili. Chi vuole riunire il centrodestra seguendo il modello Milano, che io chiamo modello Lombardia perché qui funziona, è il benvenuto”. Cosi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, dopo che ieri sera Stefano Parisi ha ricevuto l’incarico da Silvio Berlusconi di elaborare un progetto di rilancio “della presenza dei moderati italiani nella politica”. “Le vicende interne a Forza Italia mi interessano, le guardo con attenzione, ma non le commento”. Nel centrodestra, a suo parere, “è un momento interessante perché c’è molto movimento. Mi auguro che si riesca a trovare un’intesa perché solo così si è competitivi”. C’é ora da vedere quale sara’ la posizione assunta da Matteo Salvini.

Il turpiloquio di alcuni politici sia un motivo piu’ che sufficiente per non votare ne’ loro né il partito cui appartengono. Non si tratta di una battaglia che deve essere condotta sul fronte delle appartenenze politiche ma in nome del rispetto dei fondamentali della civiltà democratica e della dignita’ della persona. Dare della ‘bambola gonfiabile’ al presidente della Camera é inaccettabile, anche e soprattutto per chi, come il sottoscritto, non stima né apprezza l’azione di Laura Boldrini. Le parole di Matteo Salvini sono da condannare in modo assoluto. Lo stesso si può dire per il linguaggio offensivo del senatore del M5S Michele Giarrusso che ha invitato al suicidio il collega giornalista Davide Camarrone colpevole di avere legittimamente criticato Luigi Di Maio per la sua infelice uscita sulla lobby dei malati di cancro. Si é già raggiunta la deriva linguistica propria del populismo e della sua demagogia. Non importa chi pronunci queste parole cariche di odio e di insulti: venga emarginato dalla decenza politica. Non c’é tempo da perdere. Ne va della pace sociale, della libera espressione del proprio pensiero, e del rispetto tra le persone. Serve una conventio ad excludendum tra tutti i partiti, a danno dei facinorosi del linguaggio politico.

La politica di oggi si caratterizza, tra le altre cose, per la violenza verbale e l’aggressività che la pervade. Sia nei talk show televisivi sia nelle aule parlamentari ma anche nelle dichiarazioni a mezzo stampa, assistiamo ad attacchi ad personam, ad insulti e a esibizioni che hanno il solo scopo di deridere, umiliare o ridicolizzare l’avversario politico, oggi sempre di più visto come un ‘nemico pubblico’. Non c’é tempo per esporre le proprie ragioni, per spiegare: sono disponibili pochi minuti e allora molti li utilizzano per demonizzare la controparte politica. Esistono, è vero, delle felici eccezioni, figlie di una tradizione politica – comunista o democristiana – e di un modo di concepire la politica in termini di moderazione, di riflessione, di argomentazione e confronto. Tutto il resto è scontro frontale e rissa, nella convinzione che andare sopra le righe, alzare i toni serva – oltre che ad infangare il rivale in politica – anche ad ottenere visibilità e a conquistare la ribalta. I famosi 15 minuti di celebrità di cui parlava Andy Warhol e che si rivelano, come un boomerang e dopo l’effetto iniziale, una ennesima dimostrazione della propria pochezza e inconsistenza culturale. I populismi che oggi allignano nel nostro Paese – quello leghista e quello del M5S su tutti – ma anche in Europa sino ad arrivare con Donald Trump negli Usa – si cibano di frasi volgari e ad affetto, di insulti, anatemi e allarmismi: é il loro modo di essere, l’unico che conoscono per imporsi all’attenzione mediatica. Dicono di voler rappresentare l’antipolitica: hanno ragione. Sono il contrario della buona politica civile e democratica perché preferiscono parlare alla pancia degli elettori e non al loro cervello.

Si susseguono le reazioni contro la frase di Salvini, condannata in modo bipartisan da esponenti del centrodestra e del centrosinistra.  Cosi si era espresso il leader della Lega su facebook “Una ragazza e’ stata sequestrata e violentata per una notte in un casolare della Valdichiana (Arezzo) da tre immigrati nordafricani. Tre ‘risorse’ boldriniane da castrare, chimicamente. Forse dovevo nascondere la notizia, senno’ mi dicono ‘sciacallo'”. Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd replica cosi a Salvini “L’episodio di violenza contro una ragazza in Valdichiana e’ gravissimo. Ci auguriamo che le forze dell’ordine assicurino i responsabili alla giustizia al piu’ presto e che la pena sia adeguata, come le recenti norme consentono. Ma nemmeno questo giustifica la speculazione di Salvini contro la Presidene Boldrini. Niente di nuovo purtroppo. Non puo’ essere leader chi, offendendo anche le istituzioni, continua a sfruttare fatti gravi per propaganda violenta, populista e razzista”.

Ormai é una costante: le visite di Salvini in molte città del Paese sono motivo di raduno per i suoi contestatori, ansiosi di manifestargli il dissenso piu’ violento. Le sue provocazioni, del resto, non mancano mai e anche stavolta a Bologna, l’esito era fin troppo prevedibile.
Una prima carica delle forze dell’ordine c’è stata in Piazza Maggiore, dove un gruppo di contestatori dei collettivi è riuscito a raggrupparsi per contestare il leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Quando si sono avvicinati ai blindati della Polizia è partita una carica che li ha allontanati. Ci sono stati anche lanci di oggetti, sia dalle fila dei collettivi, sia da quelle dei sostenitori della Lega, divisi da un cordone di camionette. Dopo la carica dei poliziotti ci sono stati lanciati dei petardi e alcuni manifestanti sono stati fermati. Salvini alza il tiro “Quando avremo finito con le ruspe coi campi rom, cominceremo coi centri sociali”. Il leader della Lega Nord, per si è presentato in piazza imbavagliato e con uno striscione, tenuto insieme alla candidata leghista Lucia Borgonzoni, con scritto “liberiamo Bologna”. “Sono 50 sfigati che dovrebbero essere rieducati con le buone maniere come facevano i loro amichetti in Unione Sovietica – ha detto – la cosa indegna è l’atteggiamento del sindaco Virginio Merola, imbarazzante, vogliamo mandarlo a casa. La provocazione non è che alcuni bolognesi vogliano andare in piazza Verdi, ma che Merola tolleri e coccoli queste persone”. E ancora ‘l’impegno dei sindaci della Lega è avere in Italia immigrazione zero, al contrario di quello che ha detto ieri il segretario generale dei vescovi italiani, non c’è più spazio per nessuno, a casa tutti quanti”.