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Stefano Parisi, già candidato sindaco a Milano, annuncia su Facebook la decisione di accettare la proposta del centrodestra a candidarsi a presidente della Regione Lazio. “Oggi – scrive su Facebook – ho ricevuto l’invito dai leader del Centrodestra a candidarmi come Governatore della Regione Lazio. Come molti di voi sanno, su questa ipotesi già circolata nei giorni scorsi abbiamo avuto una lunga discussione all’interno della nostra segreteria e tra i Referenti Regionali. Si è trattato di una scelta difficile. Solo pochi giorni fa il Centrodestra, con una decisione incomprensibile, ci ha voluto escludere dall’apparentamento e oggi ci chiede di portare Energie PER l’Italia e me stesso a supporto della corsa per il Governo della Regione Lazio. Anche in Lombardia Energie PER l’Italia sarà una forza determinante per il Governo della Regione. E’ una scelta difficile perché tanti di voi hanno lavorato per costruire le liste e la nostra presenza alle elezioni per Camera e Senato, divenuta ora incompatibile con la mia candidatura alla guida della coalizione nella Regione della Capitale. Abbiamo tuttavia deciso di accettare – spiega Parisi – perché siamo un partito nuovo, costruito in solo un anno di lavoro e dobbiamo innanzitutto consolidare la nostra presenza in tutta Italia, nelle comunità, nei territori. Una sfida al di fuori dalla coalizione avrebbe proposto gli evidenti rischi connessi alla poca visibilità mediatica nel breve periodo della campagna elettorale”. “Noi – prosegue – abbiamo un progetto di lungo periodo. Costruire un grande partito popolare, protagonista nella società, capace di mettere in rete le comunità. Saremo ora presenti da protagonisti in queste importanti sfide elettorali con i nostri valori, i nostri programmi, la nostra energia liberale. Oggi siamo chiamati a competere nel Lazio e in Lombardia e tra pochi mesi dovremo partecipare alle sfide elettorali in Molise, in Friuli, per il rinnovo di molte municipalità. E poi verranno le Regioni da rieleggere in autunno e le europee del 2019, fino alla conclusione di questo ciclo con il prossimo voto per il Parlamento. Per affrontare al meglio questo percorso dobbiamo, subito dopo le elezioni, convocare il nostro primo congresso nazionale già per la prossima primavera. Per parte mia, continuerò comunque a guidare la crescita di Energie PER l’Italia. Ora concentriamo quindi tutte le nostre capacità in Lombardia e nel Lazio per la vittoria della coalizione e per uno straordinario risultato del nostro partito. Devo ringraziare tutti per lo straordinario impegno e la generosa partecipazione a questa fase tanto faticosa di avvio del nostro movimento. Sono certo che conseguiremo presto risultati tali da compensare la comprensibile delusione per la mancata presentazione di liste autonome. La scelta di oggi ci farà essere grandi e forti domani!”

Vittorio Sgarbi, fondatore e leader del movimento “Rinascimento”, attaulmente assessore ai Beni Culturali della Regione siciliana, potrebbe concorrere alla carica di presidente alle elezioni regionali in Lombardia. Ha sòpiegato il critico d’arte in una nota riportata dalle agenzie: “Le sollecitazioni che mi giungono in queste ore dalla base del movimento e dagli alleati politici mi impongono di valutare questa prospettiva”.

“Auspichiamo una competizione elettorale corretta e leale, attenta ai problemi concreti della nostra gente e non preoccupata del successo di parte e dell’occupazione dei posti di potere. La Sicilia non può più aspettare e grava su tutti la responsabilità di elaborare soluzioni praticabili ed efficaci nel superiore interesse dei cittadini e dei poveri e degli ultimi in modo prioritario”. E’ quanto si legge nel documento finale elaborato dai vescovi siciliani al termine della sessione autunnale della Conferenza episcopale siciliana, riunitasi a Caltagirone (Catania) il 20 e il 21 settembre. “Ai candidati – proseguono i presuli – si chiede competenza, correttezza e coerenza morale nell’impegno socio politico-amministrativo con un netto rifiuto delle varie forme di corruzione e di clientelismo, coerenza etica personale”.

Il procedimento in corso al Consiglio Superiore della Magistratura contro il governatore della Puglia, Michele Emiliano, è stato sospeso e gli atti sono stati inviati alla Corte Costituzionale. E’ quanto ha deciso la sezione disciplinare del Csm. Emiliano, magistrato in aspettativa, è sotto accusa per essersi iscritto a un partito e aver fatto attività politica. La Consulta dovra’ verificare la legittimita’ costituzionale della norma che prevede come illecito disciplinare per un magistrato, anche se fuori, l’iscrizione ad un partito politico.

“Berlusconi come Salvini, Meloni e tutte le dirigenze hanno l’obbligo politico e morale di lavorare a un centrodestra unito, compatto e vincente perche’ questo chiedono gli elettori dalla Valle d’Aosta alla Sicilia”. Lo dice il presidente della Regione Liguria e consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti commentando la sempre piu’ ampia distanza tra le posizioni di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. “Non ho mai sentito Berlusconi parlare di arginare la Lega – sostiene il governatore- ho sentito Berlusconi che ha valorizzato gli alleati che hanno governato con lui per 22 anni e che ritiene che il centrodestra possa essere la reale alternativa al populismo di Grillo e all’inconcludenza del governo del Pd in preda a un’ulteriore confusione dopo il congresso”. Toti si augura, dunque, che “la Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, i movimenti cattolici di centro abbiano lo spirito di saper costruire un centrodestra unito che qui a Genova c’e’, in Regione Liguria c’e’, cosi’ come in Lombardia. Un centrodestra che sa governare bene, come ha dimostrato negli anni passati e lo fara’ negli anni futuri, mettendo sul tavolo le proprie convinzioni con decisione, ma sapendole confrontare e mediare con quelle degli altri”.

“Sala ha detto: ‘Maroni vince’. Quindi, sono d’accordo con lui. Sono sempre d’accordo con il sindaco di Milano. Spero che il loro sia un candidato forte, autorevole, impegnativo, perché non mi piace vincere facile. Battute a parte, sono pronto alla sfida”. Non ha paura delle urne il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, pensando alle regionali dell’anno prossimo, di fronte alla richiesta del primo cittadino di Milano al Partito democratico di trovare un ‘osso duro’ per sfidare l’ex segretario della Lega Nord, in corsa per il secondo mandato. Certo è che un primo ‘termometro’ del consenso sarà il referendum per una maggiore autonomia del 22 ottobre. “Se mi aspetto una grande affluenza? Dobbiamo lavorare per questo. Non faccio come Renzi – attacca il governatore – che, sapendo che le primarie del Pd sarebbero state un flop rispetto a quelle del 2013, diceva di aspettarsi meno della metà così poi ne aveva qualcuno in più ed è un grande successo, superiore alle previsioni. Questi sono giochini della politica nazionale. Io lavoro per avere un’affluenza grandissima, perché questa è la differenza”.Ecco, la partita nazionale passa anche per il Carroccio dal congresso, ormai alle porte. “Si tiene a Parma – ricorda Maroni – il 21 maggio. Il congresso è sempre un momento importante di confronto e di dibattito, di ricarica. Quindi, ha fatto bene Salvini a convocarlo”. Una presa di distanze, però, arriva quando c’è da commentare il presunto dossier sui rapporti fra Ong e scafisti citato in tv dal segretario di via Bellerio e smentito dal leghista Giacomo Stucchi, presidente del Copasir. “Io non ce l’ho”, la replica di Maroni. Che non vuole entrare nella polemica fra il suo assessore all’Agricoltura, Gianni Fava, sfidante di Matteo Salvini, alle primarie del 14 maggio: “Io faccio il governatore. Sto attento a queste cose ma faccio un altro mestiere”. E, tornando sul referendum, segnala: “Firmerò il decreto di indizione il 29 maggio. Qualcuno ha sollevato polemiche sul fatto che Zaia l’ha già firmato. Io voglio fare le cose perbene, perché sennò il decreto potrebbe essere impugnato al Tar e il referendum non si farebbe. Stiamo facendo le cose in modo giusto. Il 29 maggio sarà una grande festa”.Poi un accenno alle dinamiche del centrodestra in vista delle elezioni politiche, che non sono dietro l’angolo ma neanche lontanissime. “Non siamo pronti tranne in Lombardia. Bisogna adottare il modello lombardo anche a livello nazionale per pensare di vincere, sennò regaliamo la vittoria a qualcun altro”. Mentre “la legge elettorale non mi interessa. Penso che Renzi voglia fare le elezioni anticipate ad ottobre. Cosa ragionevole dal suo punto di vista. L’uscita di Mattarella, che ha chiesto di fare in fretta sulla legge elettorale, conferma questa ipotesi. Secondo me, domenica, dopo l’assemblea del Pd, ci sarà – conclude Maroni – un’accelerazione”.

Il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, ha annunciato l’intenzione di prolungare il suo mandato di un anno, fino al giugno 2019. In una lettera al Cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, il governatore spiega di aver fatto questa scelta per restare in carica e offrire il proprio contributo fino al termine del processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Nella sua risposta il Cancelliere – le lettere sono state pubblicate sul sito della BoE – replica di essere molto ‘felice’ della decisione di Carney, che continuera’ a guidare l’istituto centrale in un periodo ‘delicato’ per l’economia britannica, durante i negoziati con l’Ue. Ieri il premier britannico, Theresa May, attraverso un portavoce, aveva ribadito la fiducia nei confronti di Mark Carney, dopo le indiscrezioni di stampa secondo le quali il banchiere canadese stava valutando l’ipotesi di dimissioni anticipate.