Giulio regeni

“L’abbraccio di Andrea Camilleri alla famiglia Regeni e l’intervista ai genitori di Giulio nel corso di ‘Che Tempo Che Fa’ sono stati una pagina esemplare e straordinaria di Servizio Pubblico. Grazie a Fazio, il messaggio della famiglia Regeni e la loro ricerca di verità hanno raggiunto quasi 5 milioni di italiani”, dichiara il Direttore Generale della Rai Mario Orfeo. “Siamo orgogliosi di aver partecipato alla scorta mediatica per Giulio e sosterremo la proposta del presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana Giuseppe Giulietti di trasmettere la lezione di dignità e coraggio della famiglia Regeni nelle scuole”, conclude Orfeo. Per questo – fa sapere l’azienda – sorprendono ancora di più le fake news sugli ascolti di ‘Che Tempo Che Fa’. Con il programma di Fabio Fazio Rai1 guadagna rispetto al 2016 oltre 4 punti di share la domenica sera confermandosi il canale leader negli ascolti: nelle quattro prime serate di ‘Che Tempo Che Fa’, Rai1 realizza infatti il 18.6 di share, segnando un aumento di 4.1 punti rispetto alle domeniche corrispondenti dell’anno scorso con programmazione standard. Un incremento che rimane (+0.5) anche includendo la partita della Nazionale italiana di calcio del 9 ottobre 2016.

“Una staffilata alle coscienze. Quelle di Paola Regeni sono parole che ti lavorano dentro. Nessuno puo’ avere lo strazio infinito dei genitori di Giulio. Ma in tanti, mai come ora, dobbiamo attivare una grandissima ‘solidarietà combattente’ per la verita’”. Lo afferma la vice presidente del Partito democratico, Barbara Pollastrini. ”Rispetto il governo. Pero’ -aggiunge- sento profonda amarezza per come e’ stata presa una decisione che ha ferito i genitori e tanti che sono al loro fianco. In queste settimane il tema dei diritti umani e della liberta’ si conferma come decisivo per i democratici e la sinistra. Io non rinuncio a credere che la politica non sia solo realpolitik”, conclude. 

“Alla fine il governo italiano ha deciso di rimandare al Cairo l’ ambasciatore del nostro Paese e ce lo ha comunicato alla vigilia di Ferragosto attraverso il ministro Alfano. Una scelta grave, lo vogliamo dire in modo chiaro e netto una scelta sbagliata perché rinunciamo in questo modo ad utilizzare il nostro principale strumento di pressione dal punto di vista diplomatico per costringere il regime di Al Sisi a fare verità e giustizia su quello che è accaduto 18 mesi fa al nostro connazionale Giulio Regeni. Un ragazzo torturato ed ucciso al Cairo ormai troppo tempo fa”. Lo ha affermato Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, in un video postato sul web. “Questa scelta – ha proseguito il segretario di SI – viene presentata come frutto di un risultato per un primo passo in avanti nella collaborazione fra magistrature italiana ed egiziana, fatto sicuramente importante, ma continua a dimostrare una sola cosa: che al nostro governo interessa di più mettere al primo posto la cura degli interessi economici e commerciali con il regime di Al Sisi rispetto alla ricerca della verità per Giulio Regeni”. Noi non ci stiamo, noi non ci staremo – conclude Fratoianni- contrasteremo in ogni sede politica, nel Paese e in Parlamento questa decisione, finché alla famiglia di Giulio e all’Italia non sarà resa giustizia di quell’atto barbaro. 

“Quali nuovi importanti passi verso la Verita’ sul terribile omicidio di Giulio Regeni possono aver indotto al ripristino delle relazioni diplomatiche con Il Cairo?” A chiederlo è Laura Fasiolo, senatrice del Pd. “La vicenda, che ha toccato la sensibilita’ di tutto il Paese e non solo – dichiara Fasiolo – e’ stata di tale gravita’ che un cambio di rotta cosi’ importante deve trovare motivazioni davvero forti. Si parla di “nuove carte”, ma vorremmo capirne di piu'”. Fasiolo dice di non condividere “alcune espressioni di soddisfazione manifestate in queste ore” poiché “mortificano chi chiede a gran voce una verita’ mai neppure balbettata, il dolore di una famiglia, di una comunita’ di valori”.

Alcune tv egiziane private oggi hanno trasmesso l’ultimo video che riprende Giulio Regeni, il ricercatore italiano, prima della sua morte. Il filmato risale al 6 gennaio 2016, ed e’ stato girato da Mohammed Abdallah, sindacalista degli ambulanti che si reca all’incontro con Regeni al mercato di Ahmed Helmy con una telecamera nascosta. Il video mostra il sindacalista chiedere aiuto in denaro a Regeni per un problema di salute familiare. Regeni risponde e spiega quali sono le procedure per ottenere gli aiuti finanziari e che non dipendono da lui. Abdullah in seguito ha rivelato al procuratore del Cairo, Ahmed nabil Sadek, di aver registrato la conversazione e consegnato il video alla Sicurezza nazionale.

Presadiretta torna a occuparsi di scuola con l’inchiesta Caos scuola, di Alessandro Macina, in onda su Rai3 lunedì 23 gennaio alle 21.15. Perché la scuola italiana vive un’eterna emergenza? Oltre 2 milioni e mezzo di studenti in Italia hanno cambiato insegnanti, quasi 1 insegnante su 3 ha cambiato cattedra, le carenze tra gli insegnanti di sostegno sono vicine al 50%. E poi c’è il problema supplenti, da settembre a oggi ne sono stati chiamati già 80 mila proprio nell’anno del piano straordinario di assunzioni messo a punto dalla Buona Scuola. E, ancora, nel servizio Senza rete, di Elena Stramentinoli e Antonella Bottini, si fa luce sul piano nazionale per la protezione delle donne dalla violenza. E sulle vittime dimenticate, gli orfani dei femminicidi, che sono spesso dei bambini che si ritrovano senza la mamma e con il padre in carcere. Nella trasmissione anche un reportage girato tra Italia e Albania di Liza Boschin su come è cambiata la vita degli albanesi in fuga dal loro Pese e approdati nel 1991 sulle coste italiane. Nel nuovo appuntamento con le interviste di “Iacona incontra” un faccia a faccia con Frauke Petry, la leader del più importante partito tedesco di estrema destra, “Alternativa per la Germania”. Alle ultime elezioni regionali il partito che guida da poco più di un anno ha incassato l’ennesimo successo elettorale perfino nella regione della Merkel. La Petry si candida a correre come futura Cancelliera. E infine, un tributo speciale a Giulio Regeni, rapito al Cairo alle sette di sera del 25 gennaio di un anno fa e ritrovato il 3 febbraio morto, con il corpo martoriato dalle torture. Il programma ripropone un estratto della lunga inchiesta di Giulia Bosetti sul racconto dei molti lati oscuri di questa vicenda.

Il governo egiziano ringrazia la giustizia italiana per la felice idea e, prendendo spunto dal caso di Stefano Cucchi, rende finalmente nota la causa di morte di Giulio Regeni: epilessia

Il caso Regeni, con il passare delle settimane, si sta avviando verso un insabbiamento, nonostante gli sforzi compiuti dal governo e dalla magistratura italiani. Scarsissima e fuorviante la collaborazione del governo egiziano. Ed ecco che giunge una proposta molto interessante. “Istituire subito una commissione d’inchiesta del Parlamento italiano che contribuisca a far luce sull’omicidio di Giulio Regeni, sui depistaggi, e dia un contributo alla verita’ e alla giustizia che la famiglia e tutta Italia pretendono E’ la proposta di legge che Sinistra Italiana presentera’ martedi’ prossimo, 14 giugno 2016 alle ore 15 nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio”. Partecipano Nicola Fratoianni, Arturo Scotto, i vicepresidenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato Erasmo Palazzotto e Peppe De Cristofaro. “Nonostante gli sforzi della Procura di Roma e degli inquirenti italiani, le indagini su questo caso, non hanno ancora portato ad individuare i colpevoli e dal ritrovamento del corpo di Giulio il 3 febbraio scorso ad oggi, si sono susseguite varie ipotesi sulla sua morte. Mentre la diplomazia italiana, dopo alcune iniziative, pare si sia normalizzata. Forte e’ il rischio che l’omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante “inchieste in corso’ in Egitto, o possa essere collocato in una delle tante versioni della polizia e del governo egiziano”, conclude Scotto.