Enrico Costa

“Ci siamo incontrati con Antonio De Poli (Udc), Flavio Tosi (Fare) e Stefano De Luca (Pli) per intraprendere un percorso comune per un migliore coordinamento dei rispettivi movimenti nell’ambito dell’area del centrodestra”. Lo ha detto l’ex ministro per gli Affari regionali Enrico Costa, aggiungendo che “l’obiettivo e’ un cammino comune di Udc, Partito liberale italiano e Fare per rappresentare un riferimento politico popolare e liberale in un rapporto di collaborazione con Forza Italia”. Ha spiegato Costa: “La nostra prospettiva e’ quella di costruire un ‘ponte’ verso un centrodestra che il presidente Berlusconi ha auspicato essere aperto e inclusivo. Si tratta di una prospettiva politica seria per riunire chi crede nei valori popolari e liberali, aperta al contributo di altre forze che ne condividano lo spirito e i valori e alla collaborazione delle forze della societa’ civile. Il nostro obiettivo e’ quello di rappresentare tanti cittadini moderati che intendono apportare il loro contributo in termini idee e valori all’area di centrodestra. Un cantiere aperto anche a forze civiche di ispirazione territoriale”

Il Ministro per gli Affari Regionali, Enrico Costa, ha presentato in data odierna le proprie dimissioni al Presidente del Consiglio dei Ministri, con la seguente lettera inviata al premier Paolo gentiloni. Caro Presidente, scrive, “ho manifestato nei giorni scorsi la convinzione che sia il momento di lavorare ad un programma politico di ampio respiro che riunisca quelle forze liberali che per decenni hanno incarnato aspirazioni, ideali, valori, interessi di milioni di italiani che hanno sempre respinto soluzioni estremistiche e demagogiche. Sono opinioni politiche del tutto naturali, per chi ha una storia politica come la mia”. In questi mesi, aggiunge, “ho anche espresso il dissenso su alcuni provvedimenti (ius soli, processo penale), motivando dettagliatamente le mie posizioni. C’e’ chi ha ritenuto queste opinioni fonte di pregiudizio per il Governo, ma anche chi le ha apprezzate perche’ hanno portato una interessante dialettica. Tu, caro Presidente, hai sempre rispettato le mie idee. Non mi hai mai imposto il paraocchi e non mi hai chiesto di rinunciare alle mie convinzioni. Lo apprezzo moltissimo. Ma non posso far finta di non vedere la schiera di coloro che scorgono un conflitto tra il mio ruolo ed il mio pensiero. E siccome non voglio creare problemi al Governo rinuncio al ruolo e mi tengo il pensiero”. “Ho avuto un’occasione unica ed ho fatto un’esperienza bellissima- dice ancora-, sempre con il massimo impegno. Ora faccio un passo indietro, perche’ le convinzioni vengono prima delle posizioni. A chi mi consiglia di mantenere comodamente il ruolo di Governo, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, rispondo che non voglio equivoci, ne’ ambiguita’”. “Allunghero’ la lista, peraltro cortissima, di Ministri che si sono dimessi spontaneamente. Rassegno, pertanto, con la presente, le mie dimissioni dall’incarico di Ministro per gli Affari Regionali. Un caro saluto ed un augurio di buon lavoro a te ed a tutti i membri del Governo”, conclude.
Il Presidente del Consiglio ha ricevuto questa mattina la lettera con cui il ministro Enrico Costa si dimette dalla sua responsabilità di governo. Ringraziando Costa per il contributo dato all’esecutivo, il Presidente del Consiglio assume l’interim degli Affari Regionali”. Così in una nota la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“Il confronto sul ddl relativo al processo penale è molto acceso e molti temi sollevati dalle Camere Penali sono condivisibili. A partire dalle obiezioni sulla riforma della prescrizione, che porta con sé molti interrogativi”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali, con delega alla Famiglia, Enrico Costa, a Rimini a margine del III Open Day dell’Unione Camere Penali Italiane. “È liberale – ha domandato Costa – uno Stato che può tenere il cittadino a processo in ‘perpetuo’? Può essere considerata liberale una norma che scarica sul cittadino le inefficienze del sistema, le carenze organizzative e i ritardi?”. Ed ha aggiunto: “È liberale un provvedimento che consente di emettere una sentenza definitiva anche dopo 18 o 20 anni dal fatto, con buona pace delle persone offese o di chi, dopo tutti quegli anni, viene riconosciuto innocente? Dal 1992 25mila persone ad oggi hanno ottenuto la riparazione per ingiusta detenzione. Ha concluso Costa: “Su queste domande saremo chiamati a confrontarci da martedì”.

“Un ddl che tiene conto soprattutto di un fatto, e cioe’ che sono state le piccole imprese a tenere alto il livello del turismo balneare in Italia e questo merito va loro riconosciuto e ribadito con fermezza”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Enrico Costa, parlando del provvedimento di riordino delle concessioni demaniali marittime a margine delle conferenze Stato-Regioni e Unificata . “Tengo a sottolineare questo perche’ nel dibattito degli ultimi giorni pare quasi svilito il ruolo e l’importanza che hanno avuto queste piccole imprese nel corso degli anni”, ha dichiarato Costa. “Spero anche che nel corso del dibattito parlamentare si possa apprezzare l’equilibrio di questo provvedimento, che comunque tiene conto degli sforzi e dei sacrifici che sono stati fatti nel corso degli anni da tanti imprenditori, peraltro pienamente rispettosi delle norme”.

“Su temi eticamente sensibili come eutanasia, biotestamento, stepchild adoption, il refrain che ascoltiamo in queste occasioni da una parte dei media e’ ‘il Parlamento e’ inerte’. Per favore, finiamola di dire che, se non si fanno le leggi gradite a certi opinionisti e commentatori, il Parlamento e’ inerte”. Lo ha detto all’Huffington Post il ministro della Famiglia, Enrico Costa. “Le leggi ci sono – ha spiegato – ma va di moda evocare inesistenti vuoti normativi, accusando la politica di non averli colmati, talvolta per giustificare acrobazie interpretative della giurisprudenza. Quella del Parlamento, su alcuni temi non e’ inerzia, ma una presa di posizione ben chiara. Il legislatore puo’ cambiare le proprie scelte, ma se non ritiene di farlo si puo’ non essere d’accordo ma bisogna rispettarne l’orientamento”. “Invece in molti alimentano un equivoco di fondo: chi non muta orientamento su determinati temi sensibili e’ perche’ non vuole assumersi responsabilita’. Invece – ha concluso – si assume esattamente la responsabilita’ di non aprire il campo a pratiche che non condivide”.