Carlo Rienzi

Il Codacons ha deciso di presentare una diffida al ministero dell’Interno affinché revochi a Medici senza frontiere il permesso di svolgere attività di salvataggio in mare. “Il rifiuto di Msf di firmare il Codice di condotta per le Ong impegnate nelle operazioni di salvataggio dei migranti in mare è un atto gravissimo spiega il presidente Carlo Rienzi – una forma di ribellione a regole sacrosante e necessarie per mettere ordine al settore. Medici senza frontiere non può arrogarsi il diritto di decidere in totale autonomia le regole, né può sottrarsi alle decisioni dello Stato”. Continua Rienzi: “Per tale motivo e di fronte a un comportamento che riteniamo inaccettabile, abbiamo deciso di diffidare il ministero dell’Interno affinché revochi con effetto immediato a Msf il permesso di svolgere attività di salvataggio in mare”.

“Oggi abbiamo presentato una denuncia penale contro il ministro Lorenzin in 5 procure della Repubblica: sono le 5 procure dove sono arrivati i casi di 5 bambini che, in base alle segnalazioni all’Aifa da parte delle case farmaceutiche e delle Asl, sarebbero morti a causa della somministrazione di vaccini”. Lo ha detto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, in una conferenza stampa. Queste procure, ha precisato Rienzi, sono in Piemonte, Lombardia, Sicilia e Basilicata. Il numero uno del Codacons ha poi aggiunto: “Il decreto Lorenzin (che introduce l’obbligatorieta’ dei vaccini all’asilo e alla scuola dell’infanzia e delle sanzioni per le famiglie dei non vaccinati alla scuola dell’obbligo, ndr) e’ vergognoso: una legge talmente folle che sara’ un boomerang per il governo perche’ e’ insostenibile. Soltanto se si facessero le indagini prevaccinali si bloccherebbe per due anni il sistema sanitario nazionale. E le famiglie hanno diritto di chiedere alle Asl di effettuare le indagini prevaccinali”. Per Rienzi, “non c’e’ un reale calo della copertura vaccinale nel nostro Paese”, mentre si sarebbe registrato “uno stranissimo aumento dei casi di reazioni avverse”, in base ad un documento che avrebbe prodotto l’Aifa per la Procura di Torino, che indaga su una morte sospetta. “Nella vicenda dei vaccini – ha proseguito Rienzi – c’e’ un aspetto molto discutibile: quello dei grandi guadagni delle case farmaceutiche. Con 12 vaccini obbligatori, come prevede il decreto Lorenzin, queste riceverebbero 1 miliardo di euro l’anno. E’ un grande affare”. Rienzi ha infine parlato di “politica delinquenziale delle case farmaceutiche che uniscono i vaccini fra di loro per fare affari”, citando presunte dichiarazioni dell’ad della GlaxoSmithKline. “Il Codacons – ha concluso – non e’ contro i vaccini: la nostra battaglia e’ per poterli avere disponibili singoli in commercio e per avere dei vaccini sicuri. Infine, ci battiamo per le visite pre-vaccinali. Abbiamo anche inviato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Senato, Pietro Grasso”.

Il nuovo crollo delle nascite registrato nel corso del 2016, scese a quota 474mila con una riduzione ulteriore rispetto al 2015, e’ da attribuire principalmente allo stato di difficolta’ e incertezza economica in cui versano le famiglie italiane. Lo afferma il Codacons, commentando il report Istat sugli Indicatori demografici.”La situazione di indeterminatezza e di generale impoverimento del ceto medio registrata in Italia negli ultimi anni, ha reso sempre piu’ difficile per le famiglie mettere al mondo un figlio – spiega il presidente Carlo Rienzi – I costi per mantenere un bambino, infatti, sono costantemente saliti, arrivando a sfiorare nei primi anni di vita, quota 10mila euro all’anno tra alimentari, biancheria, carrozzine, passeggini, culle, spese mediche, asili nido, baby sitter, ecc. A fronte di tali costi in crescita, il potere d’acquisto e la capacita’ di spesa delle famiglie hanno subito una forte contrazione, rendendo impossibile per una consistente fetta di popolazione permettersi le spese legate alla nascita di un figlio”. “Senza dubbio oggi molti italiani non possono piu’ permettersi di mettere al mondo un bambino, e sono costretti a rimandare a tempi migliori il proposito di diventare genitori, in assenza anche di un sostegno concreto da parte dello Stato, come attestano i dati diffusi oggi dall’Istat” – conclude Rienzi.

L’Istat conferma il dato sulla deflazione nel 2016, con i listini che in media durante lo scorso anno sono calati del -0,1%. Tuttavia, i prezzi al dettaglio sono gia’ in forte risalita nel 2017, e non certo per una ripresa dell’economia o per l’incremento dei consumi da parte delle famiglie. E’ quanto denuncia il Codacons. “Il 2017 si e’ aperto con una raffica di rincari che hanno colpito tutti i settori – spiega il presidente Carlo Rienzi – Si e’ passati cosi’ dalla deflazione del 2016 a forti incrementi dei prezzi al dettaglio, spinti non solo dal caro-carburante ma anche dal maltempo e dalle speculazioni legate a freddo e neve. Gia’ a dicembre 2016 l’Istat ha registrato un balzo dell’inflazione dello 0,5% su base annua, trend che sta proseguendo nelle prime settimane di gennaio”. “Il 2017 si e’ aperto all’insegna degli aumenti per le famiglie italiane – prosegue Rienzi – Si va dalle bollette luce e gas ai pedaggi autostradali, ma a pesare sui prezzi saranno soprattutto gli incrementi dei carburanti, con i listini alla pompa del diesel che sfiorano il +12% rispetto lo scorso anno con effetti a cascata in tutti i settori, e i forti rincari di frutta e verdura a spingere in alto l’inflazione nelle prossime settimane” – conclude il presidente Codacons.

“Nessun miglioramento sul fronte della povertà in Italia, con i numeri che appaiono al contrario in peggioramento”. Lo afferma in una nota il Codacons, commentando i dati dell’Istat relativi al 2015. “Il 28,7% delle persone residenti in Italia – sottolinea il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi – è a rischio di povertà o esclusione sociale; un dato addirittura peggiore rispetto a quello registrato dall’Istat nel 2010 quando, in piena crisi economica, la quota di popolazione a rischio si fermava al 24,5%. Questo significa che in 5 anni altri 2,7 milioni di italiani sono entrati nella fascia povertà – esclusione sociale; numeri in grave peggioramento che hanno un unico responsabile: la classe politica”. “Mentre infatti gli italiani si impoverivano, i governi di ogni colore non sono stati in grado di arginare il fenomeno povertà, mentre hanno saputo benissimo alimentare sprechi e tutelare privilegi ed emolumenti vari”, conclude Rienzi.