cannabis

“In ballo ci sono 100mila posti di lavoro, 3-5 miliardi di euro per la sanità e la prevenzione. La legalizzazione della cannabis significa questo. E di fronte a certi numeri non regge il proibizionismo, non regge il benaltrismo”. Lo dichiara il deputato e segretario di Possibile, Pippo Civati. “Quei soldi e quei posti di lavoro – aggiunge Civati – di cui la sinistra, e la politica in generale, dovrebbe occuparsi sono della mafia, sono mafiosi. La questione torna in aula, con un testo fortemente ridimensionato, che tratta solo di cannabis medica, in un momento in cui essa scarseggia costringendo le famiglie dei malati a ricorrere al mercato nero, per curarsi”. “Noi – conclude il leader di Possibile – sosterremo l’universalizzazione del servizio per la cannabis medica e proveremo a reinserire la legalizzazione della cannabis in generale con i nostri emendamenti, che ricalcano le proposte sottoscritte da centinaia di colleghi tra Camera e Senato. Chissà come voteranno i molti parlamentari del Pd e della maggioranza che hanno sostenuto il testo dell’intergruppo: gli alibi sono finiti e sta finendo pure la legislatura degli alibi”.

“La legalizzazione delle sostanze stupefacenti vale a dire la legittimazione da parte dello Stato del consumo individuale di cannabis  a scopo voluttuario e non medico e’ assolutamente anticostituzionale perche’ lede i principi fondamentali della Carta e in particolare il comma 1 dell’art. 32 e il comma 2 dell’art 3. L’uso di sostanze, infatti, e’ in grado di minare fortemente lo sviluppo della persona, soprattutto dei giovani, e compromettere di fatto la possibilita’ di esercitare un’effettiva partecipazione alla vita sociale del Paese. Questi fondamentali principi obbligano lo Stato a mettere in atto tutte le misure di tutela e di promozione della salute e la legalizzazione delle sostanze stupefacenti non fa parte di tale tutela”. Ad affermarlo e’ il prof. Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani che esprime “l’energico dissenso dei medici cattolici rispetto alla proposta di legalizzare la cannabis”. “I danni alla salute derivanti dall’uso di droghe sono ormai dimostrati scientificamente ed inequivocabilmente da numerose ricerche dell’Oms, i cui risultati sono talmente allarmanti da orientare la classe medica a non imboccare la strada del permissivismo – aggiunge il dott. Franco Balzaretti, vicepresidente dell’Associazione – I rappresentanti politici e delle istituzioni sono chiamati ad una grande responsabilita’, proprio perche’ non vanno mai sottovalutate le possibili conseguenze, anche gravi, per provvedimenti e azioni che vadano ad ostacolare il non facile lavoro delle agenzie educative e, soprattutto, che possano favorire, in alcun modo, la dipendenza”. “Sembra paradossale combattere, da un lato, l’uso delle droghe, per i gravi rischi per la salute dei giovani, mentre da un altro lato si propone addirittura la legalizzazione. Per questo, ribadiamo il nostro no alla proposta del procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti“, concludono i medici cattolici.

“Sembra coerente l’adozione di una rigorosa e chiara politica di legalizzazione della vendita della cannabis, accompagnata da una parallela azione a livello internazionale, e, in particolare europeo, che consenta la creazione, in prospettiva, di una più ampia aerea in cui il fenomeno sia regolato in modo omogeneo”. La Dna, nella relazione 2017, presentata questa mattina al Senato, a Roma dal procuratore Franco Roberti, ribadisce il suo punto di vista sul tema della legalizzazione della Cannabis, ricordando quanto già detto “in senso favorevole alla legalizzazione, ove attuata secondo criteri che venivano nel dettaglio evidenziati, prendendo atto sulla base di numeri, fatti, indagini e processi in nostro possesso – del fallimento delle politiche proibizioniste”. “Questo Ufficio – si legge nella relazione – conferma, anche alla luce delle nuove questioni esaminate e dei nuovi dati pervenuti, la necessità di concentrare le risorse dello Stato finalizzate alla repressione dei reati su fenomeni più gravi ed allarmanti del traffico di droghe leggere”. Per la Dna comunque si sottolinea la necessità che “l’eventuale legalizzazione si realizzi in un quadro europeo che coinvolga un numero apprezzabile di Stati aderenti”.

Roberto Giachetti, deputato Pd interviene su Facebook dopo le dichiarazioni a RepubblicaTV del segretario Pd Matteo Renzi sulla proposta di legge sulla cannabis. Per Renzi non vi sarebbero  le condizioni per approvare una legge in questo senso, con questo Parlamento. “Mi sono formato con i Radicali- scrive Giachetti – ed ho subito imparato che le “condizioni” si creano con la convinzione, l’impegno, la passione e la determinazione. D’altronde, se cosi’ non fosse, quarant’anni fa non avremmo ottenuto l’aborto e il divorzio, oggi le unioni civili e domani – mi auguro – lo ius soli e il testamento biologico. Essendo il primo firmatario di una proposta di legge sottoscritta da oltre 220 colleghi della stragrande maggioranza delle forze politiche (non credo che in questa legislatura vi sia una proposta di legge con altrettante sottoscrizioni), al netto delle tante, autorevoli e competenti voci che su questo si sono espresse ripetutamente e convintamente a favore, e al netto delle crescenti esperienze internazionali (da ultimo il Canada di Trudeau) che hanno scelto la via della legalizzazione, mi sento impegnato a lavorare con tutto me stesso affinche’, invece, quelle condizioni che a Matteo sembrano inesistenti possano realizzarsi. Non chiedo neanche aiuto. Mi basta che non si pongano ostacoli. E sono certo che il Pd in cui tutti noi crediamo questo non lo fara’”.

“In questi due anni abbiamo tutti pazientato e rispettato ragioni di agenda e di priorita’. Ora, in particolare dopo il voto alla Camera sul testamento biologico, non ci sono piu’ ragioni per attendere oltre. Dobbiamo tutti noi firmatari spingere i gruppi di appartenenza a rimuovere ogni ostacolo, perche’ nelle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali di Montecitorio e poi in Aula si arrivi a un voto” sulla proposta di legge per la legalizzazione della cannabis. Lo scrive il senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, in una lettera inviata ai membri dell’intergruppo Cannabis Legale, di cui e’ coordinatore, in occasione della giornata mondiale della cannabis. “Una particolare responsabilita’- sottolinea Della Vedova- penso spetti al Pd, che e’ il partito di maggioranza relativa e quindi e’ in grado, piu’ di altri gruppi, di determinare il calendario delle discussioni parlamentari. Inoltre, il gruppo del PD annovera tra le proprie fila il primo (e molte altre decine) dei firmatari della proposta di legge, nonche’ uno dei relatori, peraltro con posizioni contrarie alla legalizzazione. Non penso possano valere vincoli di gruppo e men che meno di maggioranza o di opposizione, ma ragioni di responsabilita’ e di trasparenza politica, sia per chi come noi ha avanzato la proposta, sia per chi l’avversa. Ciascun singolo deputato, a questo punto, ha il diritto di decidere su di una proposta di legge sottoscritta da piu’ di un terzo dei membri della Camera e non penso che sarebbe ne’ giusto ne’ utile, neppure dal punto di vista istituzionale- conclude Della Vedova- continuare a ‘proibire’ in modo burocratico e surrettizio una discussione parlamentare sulla cannabis proibita”.

Rocco Ritchie, figlio di Madonna, è stato fermato a Londra, dove vive. da una pattuglia della polizia,  per sospetto possesso di cannabis. La polizia e’ intervenuta nell’esclusiva zona londinese di Primrose Hill su segnalazione di alcuni vicini, che avevano notato il ragazzo “fumare droga”. All’arrivo degli agenti, sembra che abbia cercato di disfarsi di un pacchetto, ma e’ stato comunque trovato in possesso di un po’ di marijuana. Un episodio analogo era avvenuto il 28 settembre a Camden, sempre nella zona nord di Londra. Rocco e’ stato nei mesi scorsi al centro di una disputa piuttosto aspra fra i genitori sulla sua custodia.

Maurizio Lupi replica via twitter a Roberto Saviano che ha criticato la scelta di presentare 1300 emendamenti al ddl cannabis. “Irresponsabile e incompetente e’ chi vuole legalizzare la droga come te, dannando una generazione di giovani”, dice Lupi a Saviano. E aggiunge: “Irresponsabile e incompetente e’ anche il procuratore antimafia Gratteri che dice NO alla cannabis?”.

Questi alcuni dei dati emersi dal rapporto del Gruppo Crc. I quasi 2 milioni e 300 mila adolescenti (14-17 anni) che vivono in Italia, 186.450 dei quali stranieri, trascorrono le loro giornate con il cellulare in mano (92,6%), fanno uso di alcol, tabacco o cannabis (63,4%), l’11,5% gioca d’azzardo online, uno su due ha subito azioni di bullismo o cyberbullismo. E’ la ‘fotografia’ che emerge dal nono Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese, realizzato dal Gruppo Crc (network di 91 organizzazioni) e reso noto a 25 anni dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione, alla presenza del ministro del Lavoro Giuliano Poletti.Gli adolescenti nostrani studiano, ma molti di loro abbandonano dopo la scuola dell’obbligo. Il 2,2% di questa fascia di età entra infatti, suo malgrado, a far parte della categoria dei “neet”, ovvero quei giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in un percorso di formazione.

‘Il proibizionismo ci sta portando i narcos in casa’. Questa la provocazione di Benedetto Della Vedova. “Il maresciallo Silvio Mirarchi, carabiniere, e’ stato brutalmente assassinato nelle vicinanze di una piantagione di marijuana a Marsala. Gli inquirenti dovranno indagare per capire se il movente sia diverso da quello che appare, naturalmente, ma tutto lascia per il momento supporre che l’omicidio sia legato proprio alla produzione illegale della cannabis. Se cosi’ fosse, avremmo il primo evidente segnale che il costoso e inutile proibizionismo su questa sostanza (l’osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha certificato ieri l’altro che il mercato della cannabis e’ in continua espansione) ci sta portando i narcos in casa”. Lo scrive su Facebook il senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, promotore dell’Intergruppo cannabis legale. “Il commercio di cannabis prodotta direttamente in Italia rappresenta un affare miliardario su cui le narcomafie, desiderose di diversificare i propri business, punteranno sempre piu’ massicciamente. Legalizzare la cannabis toglie alla criminalita’ il mercato oggi piu’ redditizio, evita processi e galera ai consumatori, consente di controllare le sostanze e rendere piu’ credibile il contrasto al consumo dei minori. Inoltre dirotta quelli che oggi sono i sovraprofitti delle mafie al bilancio della stato attraverso imposte sul consumo, licenze, tasse e contributi di imprese e lavoratori lungo la filiera. La nostra proposta e’ chiara; non altrettanto quella di chi propone di proseguire come nulla fosse”.