“Sala ha detto: ‘Maroni vince’. Quindi, sono d’accordo con lui. Sono sempre d’accordo con il sindaco di Milano. Spero che il loro sia un candidato forte, autorevole, impegnativo, perché non mi piace vincere facile. Battute a parte, sono pronto alla sfida”. Non ha paura delle urne il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, pensando alle regionali dell’anno prossimo, di fronte alla richiesta del primo cittadino di Milano al Partito democratico di trovare un ‘osso duro’ per sfidare l’ex segretario della Lega Nord, in corsa per il secondo mandato. Certo è che un primo ‘termometro’ del consenso sarà il referendum per una maggiore autonomia del 22 ottobre. “Se mi aspetto una grande affluenza? Dobbiamo lavorare per questo. Non faccio come Renzi – attacca il governatore – che, sapendo che le primarie del Pd sarebbero state un flop rispetto a quelle del 2013, diceva di aspettarsi meno della metà così poi ne aveva qualcuno in più ed è un grande successo, superiore alle previsioni. Questi sono giochini della politica nazionale. Io lavoro per avere un’affluenza grandissima, perché questa è la differenza”.Ecco, la partita nazionale passa anche per il Carroccio dal congresso, ormai alle porte. “Si tiene a Parma – ricorda Maroni – il 21 maggio. Il congresso è sempre un momento importante di confronto e di dibattito, di ricarica. Quindi, ha fatto bene Salvini a convocarlo”. Una presa di distanze, però, arriva quando c’è da commentare il presunto dossier sui rapporti fra Ong e scafisti citato in tv dal segretario di via Bellerio e smentito dal leghista Giacomo Stucchi, presidente del Copasir. “Io non ce l’ho”, la replica di Maroni. Che non vuole entrare nella polemica fra il suo assessore all’Agricoltura, Gianni Fava, sfidante di Matteo Salvini, alle primarie del 14 maggio: “Io faccio il governatore. Sto attento a queste cose ma faccio un altro mestiere”. E, tornando sul referendum, segnala: “Firmerò il decreto di indizione il 29 maggio. Qualcuno ha sollevato polemiche sul fatto che Zaia l’ha già firmato. Io voglio fare le cose perbene, perché sennò il decreto potrebbe essere impugnato al Tar e il referendum non si farebbe. Stiamo facendo le cose in modo giusto. Il 29 maggio sarà una grande festa”.Poi un accenno alle dinamiche del centrodestra in vista delle elezioni politiche, che non sono dietro l’angolo ma neanche lontanissime. “Non siamo pronti tranne in Lombardia. Bisogna adottare il modello lombardo anche a livello nazionale per pensare di vincere, sennò regaliamo la vittoria a qualcun altro”. Mentre “la legge elettorale non mi interessa. Penso che Renzi voglia fare le elezioni anticipate ad ottobre. Cosa ragionevole dal suo punto di vista. L’uscita di Mattarella, che ha chiesto di fare in fretta sulla legge elettorale, conferma questa ipotesi. Secondo me, domenica, dopo l’assemblea del Pd, ci sarà – conclude Maroni – un’accelerazione”.