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Da oggi, con l’approssimarsi del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci del 23 maggio, RaiPlay pubblica, in un’intera fascia monografica intitolata “Le parole di Falcone”, tutte le interviste, le dichiarazioni, le apparizioni televisive di Giovanni Falcone in Rai. Si avrà così la possibilità di ascoltare senza intermediazioni le sue parole e i suoi punti di vista su argomenti cruciali quali il maxiprocesso di Palermo, il ruolo di Tommaso Buscetta, la mafia a Milano, l’uccisione del generale Dalla Chiesa, di Rocco Chinnici e Libero Grassi, nonché sul difficile mestiere di giudice antimafia. Fu proprio durante queste interviste concesse alla Rai – a giornalisti quali Biagi, Barbato, Santoro, Augias, Marrazzo, Sposini – che Giovanni Falcone pronunciò alcune tra le sue frasi più famose, come per esempio “la mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”.

“Il barbaro assassinio di Aldo Moro e’ stata una delle pagine piu’ tragiche e oscure della storia repubblicana. Il ricordo del sacrificio di Moro unisce il Paese nella memoria di tutte le vittime del terrorismo politico”. Cosi’ la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, in apertura della seduta di oggi. “Quella stagione di cieca violenza – aggiunge Bindi- non risparmio’ nessuna categoria e segno’ profondamente la coscienza degli italiani che seppero respingere la sfida alla nostra democrazia senza cedere alla paura, ma facendo leva sui valori e i principi della Costituzione. Il 9 maggio del 1978 mentre l’Italia scopriva sgomenta la morte dello statista democristiano, a Cinisi la mafia ammazzava Peppino Impastato, inscenando un attentato suicida. Cosa Nostra metteva a tacere la voce scomoda di un giovane ribelle, che sbeffeggiava i capi e rompeva il muro dell’omerta’ che copriva i loro affari”. Bindi aggiunge: “Grazie alla tenacia della famiglia Impastato e all’inchiesta svolta della nostra Commissione Antimafia, con la relazione Russo Spena, e’ stato possibile smascherare il tentativo di depistaggio e accertare la verita’. Peppino Impastato e’ un esempio di coraggio e d’impegno per la buona politica e la democrazia che ancora oggi sono le armi piu’ potenti e temute dai poteri mafiosi”.

“Buon compleanno alla Cisl che oggi compie 67 anni. Una organizzazione libera, pluralista, autonoma dalla politica, da sempre un baluardo della democrazia nel nostro paese “. E quanto scrive la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, su twitter ricordando oggi il sessantasettesimo anniversario della fondazione della Cisl avvenuta a Roma al Teatro Adriano il 30 aprile del 1950.

Inizieranno mercoledì 26 aprile a Palermo le iniziative per ricordare Pio La Torre e Rosario di Salvo, uccisi dalla mafia il 30 aprile 1982. Il programma del 35esimo anniversario partirà mercoledì alle 10 quando giovani studenti delle scuole puliranno la lapide commemorativa in via Li Muli, presso Piazza Turba. Saranno presenti il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre. Giovedì 27 aprile alle 10, presso il Giardino Rosario Di Salvo di via Nazario Sauro a Palermo, sarà inaugurato un monumento raffigurante Pio La Torre e Rosario Di Salvo dell’artista Mario Giuntini. Tra gli altri eventi, tre studenti di Palermo, Loano (Sv) e Potenza, in rappresentanza degli oltre diecimila partecipanti al Progetto educativo antimafia promosso dal centro studi La Torre, presenteranno i risultati del questionario sulla percezione mafiosa. Venerdì 28 aprile verrà presentato il francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “Il Senso civico” dedicato a Pio La Torre e Rosario Di Salvo ed emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico. Sempre nella giornata di venerdì nel cortile interno della Scuola delle scienze giuridiche ed economico sociali di via Maqueda a Palermo, verrà scoperto un busto raffigurante Pio La Torre, realizzato da Salvatore Giarratano, vincitore di un bando promosso dal centro Pio La Torre tra gli studenti dell’Accademia delle belle arti di Palermo. Alla cerimonia saranno presenti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli.

Ricorre oggi il 33^ anniversario dell’omicidio del giornalista e scrittore Giuseppe Fava, che venne ucciso la sera del 5 gennaio 1984 davanti all’ingresso del teatro Stabile di Catania. Aveva parcheggiato la sua Renault 5 e stava per aprire la portiera quando un killer sparo’ attraverso il finestrino: cinque proiettili calibro 7,65 lo raggiunsero al collo e alla nuca. Un delitto di mafia, commissionato per fare tacere una voce libera. A Catania era diventato un giornalista scomodo, ed attraverso i “Siciliani”, mensile da lui fondato appena un anno prima, nel gennaio dell’83, conduceva numerose e scottanti inchieste contro l’intreccio mafia, affari e politica. Per l’uccisione di Giuseppe Fava la prima Corte d’Assise di Catania ha condannato il boss Nitto Santapaola e Aldo Ercolano, ritenendoli mandanti, e Marcello D’Agata, Francesco Giammuso e Vincenzo Santapaola, come organizzatori ed esecutori dell’omicidio. La Corte d’appello di Catania ha poi confermato le condanne all’ergastolo per Nitto Santapaola e Aldo Ercolano, mentre ha assolto D’Agata, Giammuso e Vincenzo Santapaola che in primo grado erano stati condannati all’ergastolo come esecutori dell’omicidio. Sentenza che e’ stata confermata in Cassazione nel mese di novembre del 2003.

“Omaggiamo il Maestro Riccardo Muti, eccezionale ambasciatore dell’arte e della cultura italiana in tutto il mondo, che oggi festeggia 50 anni di straordinaria carriera”. Così il vicepresidente di regione Lombardia e assessore alla Casa, Housing sociale, Expo e Internazionalizzazione delle imprese, Fabrizio Sala, in apertura del concerto dell’orchestra giovanile Luigi Cherubini diretta dal Maestro Riccardo Muti al teatro ‘Gaetano Donizetti’ di Bergamo. L’evento è stato organizzato in occasione del 50esimo anniversario del debutto del Maestro Riccardo Muti come direttore d’orchestra, avvenuto il 27 novembre 1966 proprio in questo teatro. Alla serata ha partecipato il capo dello Stato Sergio Mattarella.