anniversario

A 50 anni dal terremoto che sconvolse la Valle del Belìce in Sicilia la notte fra il 14 e il 15 gennaio 1968, l’area del Trapanese ricorda le vittime e l’impegno quotidiano del territorio a non dimenticare una ricostruzione ancora incompleta.
Il 50esimo anniversario sarà celebrato alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella con una serie di iniziative disposte dal coordinamento dei sindaci.

Cerimonia di apertura delle celebrazioni del 50° anniversario del Terremoto della Valle del Belìce domenica 14 gennaio

La cerimonia di apertura delle celebrazioni del 50° anniversario del Terremoto della Valle del Belìce si terrà domenica 14 gennaio, alle 10.30, presso l’Auditorium “Giacomo Leggio” di Partanna (Tp) alla presenza del Capo dello Stato.
Dopo i saluti istituzionali portati da Nicola Catania, sindaco di Partanna e coordinatore dei sindaci della Valle del Belìce e dal presidente della Regione siciliana  Nello Musumeci, saranno consegnate delle “targhe alla memoria” di personalità che si distinsero in occasione del tragico sisma per l’aiuto prestato alle popolazioni terremotate. In particolare, al Comandante regionale dei Vigili del Fuoco sarà consegnata la targa in memoria dei quattro vigili del fuoco Giuliano Carturan, Savio Semprini, Alessio Mauceri e Giovanni Nuccio. A consegnarla sarà il superstite Franco Santangelo, all’epoca del terremoto bambino, che fu estratto dalle macerie proprio dai vigili del fuoco.

Il Comandante della Legione Carabinieri Sicilia  ritirerà la targa alla memoria dell’appuntato Nicolò Cannella. A consegnarla sarà Antonella Stassi, la prima bambina nata a Partanna dopo il terremoto, che le sorelle maggiori aiutarono a venire al mondo e lavarono con la stessa acqua dove la madre aveva cotto poco prima le uova della cena.  Una terza targa alla memoria di Don Antonio Riboldi “per la dedizione, l’impegno religioso e civico a favore delle popolazioni della Valle del Belìce” sarà consegnata al vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero da uno dei bambini che monsignor Riboldi portò a Roma dal presidente della Repubblica dell’epoca.
A questi si aggiungerà un riconoscimento a Ivo Soncini, il vigile del fuoco che per primo soccorse ed estrasse dalle macerie Eleonora Di Girolamo, la piccola “cudduredda” che morì alcune giorni dopo il salvataggio ma assurse a simbolo di quel tragico giorno di cinquanta anni fa. A consegnare la targa sarà Eleonora di Girolamo, la sorella della bambina scomparsa nel ‘68 e che ne porta lo stesso nome.

A seguire sarà proiettato il cortometraggio “15 gennaio 2018, il Belìce a mezzo secolo dal terremoto” di Domenico Occhipinti. Infine concluderà la cerimonia di apertura la lettura di alcuni frammenti del monologo “Nel ricordo della Valle del Belìce” di Alessandro Preziosi, che saranno letti e interpretati dal noto attore napoletano con l’accompagnamento musicale di Lello Analfino.

Cerimomia in streaming e su pagina Facebook del Comune di Partanna

La cerimonia sarà trasmessa all’esterno attraverso l’ausilio di un maxi-schermo e in diretta streaming sulla pagina Facebook del Comune di Partanna. Restano invece accessibili, a quanti vogliono partecipare, tutte le altre manifestazioni in programma nel corso dell’intera giornata di celebrazioni.

Il  calendario delle manifestazioni del 50° anniversario del Terremoto della Valle del Belìce

Venerdì 12 gennaio. A Salemi alle 17 sarà inaugurata nei locali del Liceo Classico la “Mostra fotografica sul post-terremoto”, organizzata dal “Centro Internazionale Ricerche e Studi sull’Emigrazioni e Immigrazioni”.
A Chiusa Sclafani alle 10,30 per ricordare il ’68 sarà inaugurata la mostra fotografica “Il Belìce testimonianze”.

Sabato  13 gennaio. A Salemi alle 10,30 nell’Aula Magna del Liceo Classico si terrà il convegno “Salemi del post-terremoto”, organizzato dal “Centro Internazionale Ricerche e Studi sull’Emigrazioni e Immigrazioni”.
Al Teatro comunale l’Idea di Sambuca di Sicilia alle 20,30 si svolgerà l’evento, a cura di Tanino Bonifacio, “In Memoria del Belìce Uomini e Racconti” con le letture di Alessandro Preziosi e le musiche di Lello Analfino. Saranno letti e interpretati brani di Leonardo Sciascia, Danilo Dolci, don Antonio Riboldi, Giovanni Paolo II, Ludovico Corrao e Vincenzo Consolo oltre all’appello di solidarietà di Guttuso, Zavattini, Caruso, Treccani, Cagli, Damiani e Zavoli.

Domenica 14 gennaio. A Gibellina presso la Porta del Belìce di Pietro Consagra alle 12,30 si terrà la cerimonia di ingresso nella Valle del Belìce con l’inaugurazione di una stele celebrativa. Alle 13 al Teatro di Consagra si svolgerà una performance d’arte “Scribblitti – Storie di Persone e Pareti” a cura dell’artista Hu-Be e del Team di Mario Cucinella.
A Salaparuta e Poggioreale alle 15,30 le autorità istituzionali e i sindaci della Valle deporranno una corona commemorativa nel Monumento dedicato alle vittime del sisma del ’68. Il monumento che si trova tra i due comuni è stato benedetto dal pontefice Giovanni Paolo II nel 1982, durante la sua visita pastorale nella Valle del Belice.
A Sambuca di Sicilia al Teatro Comunale l’Idea alle 20,30 si terrà lo spettacolo teatrale con Enrico Lo Verso “Uno, Nessuno, Centomila” di Luigi Pirandello.
A Santa Margherita di Belìce presso il Museo della Memoria alle 16 si svolgerà l’inaugurazione della stele celebrativa con i nomi delle vittime del terremoto. Alle 21,00 si terrà la veglia per il completamento della ricostruzione “Una ferita ancora aperta” nell’area incompleta del quartiere di via Cannitello.
A Montevago nel vecchio centro alle 16,30 si terrà la Santa Messa di commemorazione delle vittime del sisma officiata dal Cardinale di Agrigento Mons. Francesco Montenegro e dai vescovi di Monreale, Trapani, Mazara del Vallo e Piana degli Albanesi, rispettivamente Mons. Michele Pennisi, Mons. Pietro Maria Fragnelli, Mons. Domenico Mogavero e Mons. Giorgio Demetrio Gallaro. Seguirà un fiaccolata di raccoglimento in onore delle vittime del terremoto.
A Camporeale alle 12 si terrà la commemorazione della prima scossa del terremoto mentre alle 16 è prevista al Palazzo del Principe l’inaugurazione della mostra su “Camporeale durante e prima il terremoto”. Alle 17 seguiranno le proiezioni di foto e video e un incontro dibattito sui movimenti giovanili del ’68 a Camporeale e il terremoto del Belìce. A concludere una drammatizzazione teatrale.
A Calatafimi Segesta alle 18,30 in Chiesa Madre è prevista la Santa Messa per commemorare le vittime del sisma officiata dal Vescovo di Trapani Mons. Pietro Maria Fragnelli e concelebrata dai Parroci Don Giovanni Mucaria e Don Pietro Santoro.

Cosa rimane oggi di La Pira? “Un’eredita’ profonda, sintetizzabile in tre concetti: la politica come vocazione e non come ricerca di un tornaconto personale; una tensione verso i poveri, gli sfruttati e gli emarginati; una ricerca della pace internazionale attraverso il dialogo”. Ad affermarlo è il presidente dei vescovi italiani, Gualtiero Bassetti, sulle pagine dell’Osservatore romano. Domani ricorrono 40 anni dalla morte dell’ex sindaco di Firenze e democristiano, di cui e’ avviata la causa di beatificazione.
Per Bassetti la fede in La Pira era: “il motore della sua azione”. Scrive il presidente della Cei: “Il ‘sindaco santo’ e’ stato uno dei simboli, non l’unico, ma sicuramente uno dei piu’ importanti, di una stagione nobile del cattolicesimo politico in Italia”. E sottolinea riferendosi a quel periodo: “La stagione dello spirito costituente e della ricostruzione del paese. La stagione di una generazione di cattolici colta, sobria e appassionata, che aveva conosciuto i disastri del fascismo, che combatteva il comunismo e che faceva politica come ‘un impegno di umanita’ e santita” senza cercare nulla per se stessi”.

“Ha avuto coraggio. E’ stato ucciso perché aveva scoperto il malaffare e gli intrecci tra mafia e politica, tra imprenditoria inquinata e mafia e aveva denunciato i comitati d’affari collegati alle logge deviate”. Così il vice-presidente nazionale dell’Unione cronisti, Leone Zingales, ricorda Mauro Rostagno, il giornalista e sociologo ucciso dalla mafia il 26 settembre nel 1988 tra Valderice e Trapani. Per il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, “anche a distanza di 29 anni la voce libera di Mauro Rostagno riecheggia forte. Rostagno vive attraverso lo straordinario esempio rappresentato per le successive generazioni di cronisti che nel suo nome hanno sposato la causa di un giornalismo coraggioso e scevro da condizionamenti di sorta”.

L’Italia ricorda Lady Diana Spencer nel ventennale della sua tragica scomparsa. La ‘principessa triste’ trovò la morte con Dodi Al Fayed il 31 agosto del 1997 sotto al Ponte dell’Alma a Parigi. Stasera su La7 alle ore 21.30 andrà in onda uno speciale che ripercorrerà gli ultimi giorni di vita della principessa fino ad arrivare al tragico schianto in automobile a Parigi.
Su Canale Cinque il 31 agosto, giorno dell’anniversario della scomparsa, andrà in onda il documentario Diana Nostra madre, in cui i principi William ed Herry ne tracceranno un ritratto.
Rai Cultura ricorda Lady Diana nel documentario in prima visione tv “Lady D – Vita e morte di una principessa”, in onda giovedì 31 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Con immagini di repertorio della principessa e il commento del suo biografo, Sarah Bradford, il documentario racconta nella loro vera prospettiva la vita straordinaria di Diana e l’incredibile tragedia della sua morte. E’ dedicata a Lady D la mostra in programma nella Reggia di Venaria Reale a Torino fino al 28 gennaio. A Trieste, Villa Italia, la stilista Milena Bonaccorso dedica a Lady D la sfilata del 31 agosto.

“Il 29 agosto del 1991 la mafia uccise Libero Grassi, l’imprenditore che si era rifiutato di pagare il pizzo a Cosa Nostra. La politica ha il dovere di ricordare un eroe civile che ha detto ‘no’ al racket delle estorsioni sacrificando la propria vita”. Lo ha detto Gea Schirò (Pd). “Grassi ha svegliato la coscienza collettiva a una ribellione che oggi vede tanti imprenditori e commerciati rifiutare il pizzo, spesso riuniti in realtà antiracket che sostengono gli altri colleghi in difficoltà”, ha aggiunto. “Ventisei anni fa la Sicilia e l’Italia erano profondamente diverse e il coraggio di Libero Grassi non ha ricevuto l’adeguato supporto dallo Stato e dalla società civile – ha concluso Schirò – Oggi il nostro Paese deve essere grato al suo sacrificio, sia per aver rotto il silenzio, sia per aver dato la speranza a tante persone sotto scacco della criminalità organizzata che oggi si sentono meno sole”.

“Il ricordo di De Gasperi sia per noi tutti un monito a tornare a quell’idea di Europa che col tempo si e’ affievolita. Il suo grande progetto fu il tentativo di dare una dimensione politica e costituzionale al processo di integrazione europea. La sua politica estera ha dato credibilita’ all’Italia sul piano internazionale basandosi sui principi di liberta’, giustizia e dignita’ umana che sono le fondamenta dello stesso progetto europeo”. A dirlo e’ Paolo Alli, Presidente dell’Assemblea Parlamentare della Nato e deputato di Alternativa Popolare nel 63esimo anniversario della morte di De Gasperi. E aggiunge: “Inoltre, la sua profonda fede cristiana permeo’ tutta la sua azione politica: l’Europa deve recuperare e affermare le proprie radici cristiane, unico e possibile antidoto alle forze nichiliste del terrorismo e del fondamentalismo jihadista. Infine, bisogna recuperare la sua visione riguardo alla difesa comune europea come condizione per arrivare a una effettiva unione politica. Visione che si dimostra a distanza di piu’ di 60 anni valida piu’ che mai”.

“Penso che lo Stato abbia ancora un debito da onorare nei confronti dei familiari delle vittime. Ci sono certamente ostacoli da superare, e lo vogliamo fare con tenacia e determinazione. Dobbiamo andare avanti”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, intervenuto in rappresentanza del governo in Consiglio comunale a Bologna per la giornata di commemorazione del 37esimo anniversario della strage del 2 agosto 1980. I familiari delle vittime sono usciti dall’aula prima del suo intervento in segno di protesta contro le mancate promesse dell’esecutivo sui risarcimenti e sull’applicazione della direttiva Renzi. Su entrambe le questioni “sono stati fatti passi avanti – ha osservato Galletti – ma sappiamo che non basta. Comprendiamo l’insoddisfazione dei familiari delle vittime e sappiamo che la strada e’ ancora lunga ma si sta continuando a lavorare per dare delle risposte”. Il ministro ha poi concluso : “questa e’ la giornata del ricordo non delle polemiche. Credo che l’unita’ della nostra comunita’ di fronte al ricordi sia ancora la cosa piu’ preziosa e importante da rafforzare”.

Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato ieri agli eventi organizzati a Istanbul e Ankara per ricordare le vittime del fallito golpe del 15 luglio 2016. Migliaia di cittadini si sono riuniti sul Ponte dei Martiri del 15 luglio, che era stato occupato dai golpisti lo scorso anno ed era stato teatro di violenti scontri. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha sorvolato l’area in elicottero, prima di recarsi presso la sua residenza a Kisikli. L’Assemblea generale del parlamento turco si e’ riunita ad Ankara per un incontro speciale. Erdogan ha tenuto un discorso ad Ankara.

“Cio’ che oggi celebriamo e’ innanzitutto la prima generazione di giovani europei, la loro possibilita’ di spostarsi in un mondo piu’ libero in cui possono confrontarsi con diverse culture e sentirsi cittadini di quell’Europa unita tanto voluta 60 anni fa”: a dichiararlo e’ la portavoce del Forum Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, in occasione delle celebrazioni dei trent’anni del programma Erasmus, che ha portato 4,4 milioni di ragazzi e ragazze a studiare oltreconfine. “Quella dell’Erasmus e’ una delle grandi sfide dell’Unione Europea, che ha completamente cambiato la vita di un’intera generazione. Per questo e’ fondamentale continuare in questa direzione, affinche’ il senso di appartenenza alla comunita’ europea diventi sempre piu’ forte” conclude Pisani.

Oggi la scuola ricorda Don Milani e la sua azione in campo educativo con una mostra, letture e testimomianze. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca apre le porte per ospitare “Insegnare a tutti”, la manifestazione dedicata al sacerdote di Barbiana che si è impegnato tutta la vita per la formazione dei più deboli e per l’uguaglianza sociale. Giornalisti, persone, insegnanti e allievi che hanno vissuto a contatto con Don Milani lo ricorderanno, a cinquant’anni dalla sua scomparsa. “‘Insegnare a tutti’ era l’obiettivo di Don Milani ed è per questo che abbiamo scelto questo titolo per l’incontro. Avere una scuola aperta ed inclusiva era scopo della sua attività ed è l’impegno del Ministero che mi onoro di dirigere”, ha detto il ministro Valeria Fedeli. Nelle scorse settimane il Ministero ha inviato una circolare a tutti gli istituti per invitare docenti, studentesse e studenti a rileggere l’opera di Don Milani.