“Alla procura di Trapani risulta che in qualche caso qualche intervento delle ong e’ avvenuto senza intesa con la Guardia Costiera, senza informarla e senza avere contatti”. A dirlo in audizione dinanzi alla commissione difesa del Senato e’ Ambrogio Cartosio, procuratore della Repubblica di Trapani. “Dopo l’intervento di salvataggio, aggiunge Cartosio, “ovviamente e’ stata avvertita l’autorita’ italiana. Anche perche’ i migranti vengono trasportati in porto”. Sul piano investigativo giudiziario, come proposto dal pm Carmelo Zuccaro, “una partecipazione dell’autorita’ militare o di polizia italiana potrebbe avere i suoi risvolti positivi – ha continuato il procuratore – Ma mi rendo anche conto del fatto che le necessita’ che hanno le ong sono molto diverse e oggettivamente contrapposte alle necessita’ di tipo giudiziario e poliziesco”. Ha spiegato Cartosio: “Hanno bisogno ad esempio di operare in acque internazionali e in territori che appartengono a stati che hanno legislazioni diverse. Ad esempio il reato di traffico di stupefacenti esiste in Italia ma non esiste in tutti gli stati. Lo stesso reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e’ punito in Italia ma non in altri stati”. Il procuratore di Trapani nell’ambito dell’indagine conoscitiva della commissione sui flussi migratori nel Mediterraneo ha dichiarato: “Allo stato delle nostre acquisizioni, registriamo casi in cui soggetti che si trovano a bordo delle navi sono evidentemente al corrente da prima del luogo e del momento in cui si troveranno delle imbarcazioni su cui arrivano migranti: ciò pone un problema relativo alla regolarità di questo intervento, e sul piano squisitamente penale si pone il problema dei limiti dell’estensione dello stato di necessità. Su questo le procure faranno le loro valutazioni, ma molto più importanti saranno le valutazioni dei giudici”.