alcol

Il buon senso consiglierebbe la massima severità nei confronti di chi viene sorpreso alla guida di una automobile, di una motocicletta o di altro mezzo dopo aver assunto droghe o alcol. E invece assistiamo impotenti a stragi causate da chi non si fa nessuno scrupolo nel condurre un mezzo in assenza di qualsiasi capacità di autocontrollo, di lucidità, di consapevolezza. I morti di queste settimane non si contano più. E le analisi che vengono eseguite sul conducente della strage non lascia dubbi: ha fatto uso di cocaina, di anfetamine, ha bevuto alcolici….
Senza considerare tutti quegli incidenti stradali dalla dinamica incerta e che con ogni probabilità dipendono dal fatto che il guidatore fosse distratto dall’uso del telefono cellulare, intento a rispondere a qualche messaggio o impegnato in una conversazione telefonica. Ci si chiede il motivo per il quale le forze dell’Ordine e la polizia municipale non aumentino i controlli, con sanzioni esemplari per i trasgressori. Il fenomeno non solo non accenna a diminuire ma é in rapida crescita. E se la situazione rimane invariata non resta che dire ‘si salvi chi può’.

“Durante la crisi dell’euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti. Come socialdemocratico do molta importanza alla solidarietà, ma hai anche degli obblighi, non puoi spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuto”: a causa di queste parole, pronunciate in un’intervista alla Faz, il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem si ritrova ora al centro di una bufera con i socialisti europei che si chiedono se sia ancora adatto al ruolo che ricopre e il M5S che ne chiede le dimissioni immediate. Ad attaccarlo anche l’ex premier Matteo Renzi. “Il Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem – scrive su Facebook – ha perso una ottima occasione per tacere. In una intervista a un quotidiano tedesco si è lasciato andare a battute stupide – non trovo termine migliore – contro i Paesi del sud Europa a cominciare dall’Italia e dalla Spagna. Penso che gente come Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se ne è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa. E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee”.

Questi alcuni dei dati emersi dal rapporto del Gruppo Crc. I quasi 2 milioni e 300 mila adolescenti (14-17 anni) che vivono in Italia, 186.450 dei quali stranieri, trascorrono le loro giornate con il cellulare in mano (92,6%), fanno uso di alcol, tabacco o cannabis (63,4%), l’11,5% gioca d’azzardo online, uno su due ha subito azioni di bullismo o cyberbullismo. E’ la ‘fotografia’ che emerge dal nono Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese, realizzato dal Gruppo Crc (network di 91 organizzazioni) e reso noto a 25 anni dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione, alla presenza del ministro del Lavoro Giuliano Poletti.Gli adolescenti nostrani studiano, ma molti di loro abbandonano dopo la scuola dell’obbligo. Il 2,2% di questa fascia di età entra infatti, suo malgrado, a far parte della categoria dei “neet”, ovvero quei giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in un percorso di formazione.