adozioni

“Su temi eticamente sensibili come eutanasia, biotestamento, stepchild adoption, il refrain che ascoltiamo in queste occasioni da una parte dei media e’ ‘il Parlamento e’ inerte’. Per favore, finiamola di dire che, se non si fanno le leggi gradite a certi opinionisti e commentatori, il Parlamento e’ inerte”. Lo ha detto all’Huffington Post il ministro della Famiglia, Enrico Costa. “Le leggi ci sono – ha spiegato – ma va di moda evocare inesistenti vuoti normativi, accusando la politica di non averli colmati, talvolta per giustificare acrobazie interpretative della giurisprudenza. Quella del Parlamento, su alcuni temi non e’ inerzia, ma una presa di posizione ben chiara. Il legislatore puo’ cambiare le proprie scelte, ma se non ritiene di farlo si puo’ non essere d’accordo ma bisogna rispettarne l’orientamento”. “Invece in molti alimentano un equivoco di fondo: chi non muta orientamento su determinati temi sensibili e’ perche’ non vuole assumersi responsabilita’. Invece – ha concluso – si assume esattamente la responsabilita’ di non aprire il campo a pratiche che non condivide”.

“Una sentenza che molti non esitano a definire storica. Per la prima volta viene riconosciuta anche in Italia a due uomini la possibilità di essere considerati padri di due bambini nati negli Stati Uniti grazie alla maternità surrogata”. Così in una nota Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci, commenta la decisione della Corte d’Appello di Trento. “Ancora una volta sono le aule di tribunale a riscrivere il diritto di famiglia, di fronte a una politica perennemente in ritardo, incapace di leggere i cambiamenti che avvengono nella società e di dare risposte adeguate – denuncia – Una politica che sceglie compromessi al ribasso piuttosto che condurre con determinazione battaglie di piena uguaglianza”. La sentenza “stabilisce un principio importantissimo e cioè l’assoluta indifferenza delle tecniche di procreazione cui si sia fatto ricorso all’estero rispetto al diritto del minore a veder riconosciuto il suo stato di ‘figlio’ nei confronti di entrambi i genitori che se ne sono presi cura sin dalla nascita nell’ambito di un progetto di genitorialità condivisa. L’ordinanza – ricorda Chiavacci – si rifà a una recente sentenza della Corte di Cassazione che esclude che nel nostro ordinamento l’unico modello di genitorialità previsto sia quello fondato sul legame biologico tra il genitore e il bimbo nato, mentre è prevalente il concetto di responsabilità genitoriale che si manifesta nella consapevole decisione di allevare con cura ed amore il bambino”.La sentenza, prosegue la presidente nazionale dell’Arci, “salvaguarda quindi il diritto del minore all’unità familiare, il diritto alla cura, ad essere amato e cresciuto da due genitori, indipendentemente dal loro sesso. E’ la vita reale che a poco a poco avanza, sono i volti di tante famiglie che chiedono riconoscimento e tutele. E’ un chiaro invito alla politica a riscrivere l’impianto giuridico del diritto di famiglia, dando rappresentanza alle nuove famiglie e considerando prioritario l’interesse del minore a crescere in una famiglia unita, con i genitori che sin dalla nascita se ne sono presi cura e l’hanno amato”. “Oggi non possiamo che gioire per questa sentenza, insieme alle tante famiglie arcobaleno che chiedono tutele e riconoscimento. Ma questa sentenza – conclude Chiavacci – ci dice anche quanta strada ci sia ancora da fare per avere una legislazione che tuteli davvero i diritti e la libertà delle persone”.

E’ adottabile il figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher, la coppia condannata per le aggressioni con l’acido, in carcere dal dicembre 2014. Il Tribunale per i minorenni di Milano ha dichiarato lo stato di adottabilità disponendo anche che “il minore adottando sia immediatamente collocato ai fini adottivi, a cura del Tutore”, ossia il Comune di Milano, “presso famiglia scelta da questo Tribunale fra quelle idonee all’adozione”. I giudici hanno accolto la richiesta del pm minorile Annamaria Fiorillo. La decisione potrà essere appellata dalle parti. “La consapevolezza della sofferenza umana provocata da tale decisione non fa venire meno la soddisfazione per la decisione del Tribunale dei Minori che oggi ha fatto giustizia”, questo il commento del pm di Milano, Marcello Musso, sul provvedimento dei giudici per i minorenni che hanno stabilito lo “stato di adottabilità” del figlio di Levato e Boettcher. Musso è il magistrato titolare dell’inchiesta che ha portato alle condanne per la coppia.