“Se ieri c’è stata la scissione del Pd? Stiamo aspettando le risposte di Renzi”. Così Francesco Boccia, deputato della minoranza Pd, oggi a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1: “Ieri non ci siamo ritrovati su temi rilevanti, come la scuola, il lavoro, l’Europa, le riforme. Anche uno come Orlando ha detto: facciamo una conferenza programmatica, votiamo su questi temi e capiamo qual è la posizione univoca del partito”. Quanto può durare la conferenza programmatica? “Anche un mese. Fai votare la nostra base su questi temi, ricompatti il partito sui grandi temi e consenti ai renziani ortodossi, poco inclini all’autonomia, di esser più liberi, perché il ‘capo’ non si potrà più arrabbiare se votassero contro il jobs act, ad esempio”. E le primarie? “A fine giugno o ai primi di luglio”. E se Renzi non fosse d’accordo né con la conferenza programmatica né con le primarie a giugno “allora ciò significa che questo non è più il Pd, e che la scissione l’ha fatta lui, Renzi”. E valuta l’intervento di Emiliano: “Ieri era un’assemblea di mediazione, Michele non poteva andare lì e ribadire la distanza con Renzi. Non bisogna mandare il cervello all’ammasso: tutti vogliamo salvare un progetto politico durato 20 anni. Solo che io ieri mi aspettavo un cenno o da Renzi o da Orfini, che purtroppo non è arrivato. Domani andremo alla direzione Pd e vedremo”. E se Renzi proseguirà andando avanti per la sua strada? “Ci guarderemo in faccia e decideremo il da farsi”. Entro domani sera, quindi, si saprà se avverrà la scissione? “Sì, almeno per quanto mi riguarda”. Sarà così anche per Emiliano, Speranza e gli altri? “Immagino di sì. Non penso che vogliano prendere una decisione prima di aver sentito come va a finire”. Poi Boccia ha lanciato un appello a Matteo Renzi: “Se non ha in simpatia Emiliano, Rossi e Speranza, potrebbero rispondere alla richiesta del ministro Orlando sulla conferenza programmatica?”. Quindi ha tacciato come “fantapolitica” la notizia d una cena tra Berlusconi ed Emiliano. In caso di scissione del Pd già si parla del nome del possibile nome per il nuovo partito: Nuova Sinistra: “Non mi piace, non porta bene e mi ricorda il Nuovo Centrodestra, che non ha portato bene”.