Alta tensione nel Partito democratico, alla vigilia dell’Assemblea nazionale, per scongiurare una scissione che, secondo alcuni, sembra già nell’aria. Ieri la telefonata chiarificatrice tra Michele Emiliano, governatore della Puglia, candidato alla segreteria del Pd e l’uscente Matteo Renzi. Secondo fonti della minoranza dem, Emiliano avrebbe ribadito al segretario la richiesta di non fissare il congresso subito, ma dopo le amministrative di giugno, per chiuderlo a fine settembre o ottobre. “Matteo mi ha chiamato e abbiamo parlato – ha scritto Emiliano su Facebook – Spero che il nostro confronto sia utile alle sue prossime decisioni”. Il rinvio del congresso a dopo le amministrative però non sembra essere sul tavolo di Renzi che, dalle colonne del Corriere della Sera, ha invitato i democratici a “bloccare le macchine della divisione”. Il segretario ha ribadito che non accetterà “ricatti”, che il congresso va fatto, come chiesto dalla minoranza, e che sui tempi “c’è lo statuto”. Per l’ala che corrisponde a Sinistra Riformista, bersaniani, i più numerosi ad opporsi a Renzi, non ci sarà alcuna apertura da parte dell’ex premier, mentre la mediazione proposta dal ministro Dario Franceschini alla minoranza dem, di uno slittamento del congresso a maggio, sembrerebbe al momento saltata.