Eurispes con il suo 30mo rapporto Italia non solo ci consegna una fotografia puntuale della situazione in cui versa il Paese,un elenco dei vizi e delle virtù italiche, ma individua le tendenze e ci indica un percorso virtuoso da intraprendere, tra molte luci e moltissime ombre. Per il presidente e fondatore di Eurispes, Gian Maria Fara, ‘la mancanza di responsabilità é diventata un elemento distintivo del vivere quotidiano ed il principale comune denominatore di una serie di vicende che hanno caratterizzato la vita pubblica italiana su diversi fronti. Una caduta del senso di responsabilità che dai piani alti della società si trasferisce a livello dei singoli soggetti rendendo sempre più difficile la tenuta degli stessi rapporti sociali e interpersonali’. In questa ottica, secondo Fara ‘continuare a parlare di ‘Sistema Paese’ é ormai improprio. Sarebbe più corretto parlare di Sistema e di Paese, in maniera distinta’. Un elemento che segnala mancanza di coesione e individualismo, un’altra delle tendenze sottolineate nel rapporto Eurispes. ‘Il matrimonio tra Sistema e Paese- spiega Fara – si é sciolto: convivono separati in casa, faticosamente sotto lo stesso tetto, spesso guardandosi in cagnesco, diffidenti l’uno dell’altro, in una atmosfera di freddezza, fra reciproci rimproveri. L’Italia ha molte frecce al suo arco, enormi potenzialità, ma ha grandi difficoltà a trasformare la sua potenza in energia. Un Paese confuso sul piano politico, che ondeggia tra conservazione e cambiamento, tra desiderio di stabilità e spinte populiste, tra ragionevolezza e nichilismo. Si confrontano in questo assetto, due tendenze fondamentali: l’etica della responsabilità e l’etica della convinzione. Ragione contro Fede. Un’etica della responsabilità che impone riflessione, calcolo, capacità previsionale, confronto dei dati e dei mezzi e che sfocia nel metodo democratico nella scelta delle azioni, e dall”altra parte l’etica della convinzione di chi si affida ad una fede qualsivoglia, ad una mera visione di carattere messianico-religioso, interpretata da un capo carismatico, che non può essere messa in discussione se non attraverso un’eresia. Segnali di rispresa ve ne sono, come quello della crescita del Pil e della riduzione del carico fiscale, come quello della crescita dell’occupazione, ma manca un progetto, una visione politica a lungo respiro. Occorrono strategie a lungo termine, serve un’idea di futuro e in quest’ottica permane, nonostante gli scetticismi motivati e la sfiducia, la speranza in una Europa dei popoli, antitetica ad una Europa della finanza e della burocrazia. Alfonso Lo Sardo