Inchiesta Consip, Tiziano Renzi: mia condotta trasparente

Concorso in traffico di influenze. E’ il reato contestato a Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del consiglio Matteo, indagato dalla procura di Roma nell’inchiesta sugli appalti in Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. I carabinieri gli hanno notificato nel comune di residenza, a Scandicci, in Toscana, un invito a comparire convocandolo a piazzale Clodio per l’interrogatorio. Il reato di traffico di influenze, contestato a Tiziano Renzi in concorso con altri, e’ stato introdotto nel codice penale nel 2012. Mira a colpire anche il mediatore di un accordo corruttivo al fine di prevenire la corruzione stessa. “Ammetto la mia ignoranza ma prima di stamattina – ha commentato Tiziano Renzi – neanche conoscevo l’esistenza del reato di traffico di influenze che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati – cui va tutto il mio rispetto – potranno verificare”. Il procedimento all’attenzione dei pm e’ uno stralcio dell’inchiesta avviata a Napoli e inviata a Roma per competenza territoriale. Nell’inchiesta risultano indagati anche il ministro Luca Lotti, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia. Nei loro confronti la Procura contesta i reati di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. “Ci è stato notificato l’invito a presentarsi senza descrizione del fatto. Non si riesce a immaginare cosa possa essere. Prenderemo contatto con i pubblici ministeri per farci dare delle indicazioni un pochino più specifiche e all’esito sicuramente saremo a rispondere all’interrogatorio. Date non ce ne sono”. Così l’avvocato Federico Bagattini, interpellato in merito all’indagine in cui risulta coinvolto il suo assistito Tiziano Renzi.

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